Capitolo 51

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POV Damiano

Andai a casa di Bella e bussai più volte ma non mi venne ad aprire nessuno, così mi sedetti nel marciapiedi ed aspettai che sentissi qualche rumore per spaccare quella cazzo di porta entrare ed ammazzare quell' uomo. Perchè si, era un uomo morto. Non ebbi la forza di dire ai dottori la verità di come erano andate le cose. Questo perché ero troppo innamorato di quella ragazza.. Un uomo mise le chiavi nella toppa e lo riconobbi subito.

<<E' il padre di Bella >> Non era una domanda, ma lo sguardo che mi lanciò mi bastò a farmi alzare. Gli diedi un pugno sul naso e quando si piegò gli diedi un calcio nello stomaco, l' uomo cadde a terra e continuai a dargli calci.

<<Devi starle lontano ti è chiaro?>> Urlo per poi sputargli addosso.

<<Tu devi essere il ragazzino di cui mia figlia si è innamorata>> Dice alzandosi ed asciugandosi il muso. Era un uomo che non meritava d' essere chiamato in quel modo.

<<L' amore è corrisposto>> Mi limitai a dire. Provò a prendermi per il collo, ma barcollava. Era ubriaco.

<<Sta lontano da lei, figlio di puttana>> Dico prima di dargli un altro pugno, questa volta cadde a terra e perse i sensi. Me ne andai. Tornai in ospedale lasciandolo lì a terra, privo di sensi. Leo era in compagnia di Maggie.

<<Cosa cazzo ci fa lei qua?>> Domando

<< Aveva lei le cose di Bella.
I documenti che servivano ai dottori>> Dice Leo

<< Avete parlato con qualcuno? Avete notizie?>> Chiedo preoccupato e proprio in quell' istante uscì il dottore.

<<Buonasera con chi posso parlare della signorina Isabella?>>

<<Con me>> Dico immediatamente.

<< Si è svegliata e non vuole parlare con nessuno. Abbiamo fatto degli esami, la signorina è stata violentata e picchiata, non vuole dirci da chi. Lei è il fidanzato?>> Chiede

<<Si>>

<<Dobbiamo farle degli esami per escluderla dall' ipotesi che potesse essere lei>>

<<Cosa? pensate che io possa farle una cosa del genere?>>

<< La signorina non parla. Ha ferite nella schiena causate da una cintura o da una frusta, non sappiamo con certezza. Se la signorina non collabora siamo costretti a chiamare la polizia e la prima persona su cui indagheranno è lei>>

<<Senta io non sono stato. Non le farei mai del male>

<< La faremo parlare con una psicologa. Lei è disposto a fare questi esami prima che arrivi la polizia?>>

<<Si>>

<<Inoltre la incito a parlare con la polizia, perché in quanto ospedale siamo costretti a dover denunciare l' accaduto>>

<<Certo capisco>>

Stetti per cinque ore chiuso in una sala, dove mi fecero l' esame per escludermi del tutto dall' ipotesi che potessi essere stato io a violentarla. Ovviamente risultò negativo.

POV Bella

Mi svegliai e la prima cosa che vidi fu una luce bianca accecarmi la vista.

<<Signorina come si sente?>>

Ero in ospedale, me ne accorsi perchè la signorina che parlò portava un camice bianco e lo stetoscopio. Il bip della macchina posta accanto al mio corpo rendeva i suoni tutti ovattati.

Passarono delle ore o forse minuti, in cui mi fecero delle analisi. La mia schiena bruciava e opprimevo resistenza a qualsiasi domanda mi venisse posta.

<<Signorina se lei parla la possiamo rilasciare>> Ma non risposi neanche a quell' affermazione.

Dopo qualche minuto entrò un altra dottoressa, questa volta con una penna e una cartella in mano.

<<Buonasera io sono la psicologa. Può dirmi come si chiama?>> Non risposi.

<<E' stato il suo fidanzato a farle questo?>> continuò

<<No>> ammetto

<<Uno sconosciuto?>> Non risposi. << Ricorda cosa le è accaduto?>> Continuò

<<Ricordo solo l' attimo prima che mi drogassero. Sono stati degli sconosciuti. Volevano dei soldi ed una collana che portavo al collo>>

<<Vuole sporgere denuncia? Possiamo collaborare con la polizia e denunciare l' accaduto e vedere s..>> La interruppi << Stavo per entrare a casa. Nessuno ha visto niente>> Mentii

<<Capisco. Vorrei lavorare con lei sull' aggressione che ha subito. E' d' accordo a vederci fuori di qui?>> Domandò

<<Si>> Mentii

<<bene>> Dice in fine scrivendo sulla mia cartella medica. Dopo avermi fatto domande del tipo: nome, cognome, età, ora dell' accaduto, se ne andò e i dottori firmarono la mia dimissione.

Quando uscii da quella stanza, la prima persona che mi venne in contro fù Damiano che mi aspettava lì fuori.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora