Capitolo 60

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Fui costretta a ricordare tutto. Ogni dettaglio, ogni suo respiro sul mio collo, ogni bacio che rifiutavo, ogni colpo di cintura. Tutto. Provavo disgusto per me stessa, per il mio corpo. Tra i poliziotti riconobbi l' amico di mio padre, non ricordai nemmeno il suo nome, ma non fu rilevante. I poliziotti vollero vedere le percosse. Gli dissi anche che potevano contattare l' ospedale per l' ultimo mio ricovero. Avevo tutte quelle prove che bastavano a fargli fare il carcere a vita.

<<Posso parlare con mia figlia?>> Urlò come un pazzo. << Bella ti giuro che la proteggerò>>

<<Chi proteggerai?>> Intervenne Damiano

<<La bambina che porta in grembo, mia figlia. Diventerò di nuovo padre>> Ammise mio padre commosso rivolgendosi al suo amico.

E se fosse stata femmina? L' avrei protetta con tutto il corpo e la mia anima da lui. Non l' avrei neanche fatto avvicinare neanche di un centimetro.

<<Tua figlia? Tu non hai una figlia.>> Dice Damiano << Io sarò il padre e non ti avvicinerai nè al bambino nè a lei, mai più. Sono stato chiaro?>> Dice urlando e sovrastando la voce di mio padre. Non lo avevo mai visto così arrabbiato. Mi tenne stretta a sè per tutto il tempo. Entrarono due poliziotti con dei fogli in mano e ci dissero che mio padre si beccava sei anni di reclusione. Mi consigliarono di andare a fare il test del dna una volta nato il bambino per un ulteriore prova.

Sconfitto e affondato. Avevo vinto

[...]

Mi trovavo in ospedale insieme a Filippo per un controllo e piangevo. Cavolo se piangevo. Tutte le lacrime che avevo in corpo le avevo esaurite e per un paio di minuti non sono stata più in grado di piangere. Ci fecero accomodare in una camera.

<<Bene che abbiamo qui? Di quanto è?>> Domandò l' infermiera facendomi distendere in un lettino. Mi alzò la maglietta e mi mise della carta nel bordo dei jeans. Gemetti quando mi mise del gel sulla pancia ed incominciò a fare dei giri circolari.

<<Di quasi tre settimane>>

L' infermiera toccò un tasto ed un suono si dileguò per tutta la stanza. Bum, bum, bum, bum. Cercai la mano di Filippo che non tardò ad arrivare. La strinse forte.

<<S-sta bene? Cos'è questo rumore?>> Domanda preoccupato Damiano.

<<E' il battito del bambino. E' regolare e sta bene. L' unica accortezza che dovete avere è di stare tranquilla e causare meno stress possibile al bambino>> Dice sorridendoci.

<<Questo che vedete qui è il bimbo>> Continuò mostrandocelo nello schermo. Era un puntino. Solo un puntino che amavo alla follia e che avrei protetto a tutti i costi.

<<A che settimana si può scoprire il sesso?>> Domanda Damiano ed io lo guardai e mi ci persi in quegli occhi.

<<Alla dodicesima settimana. Abbiamo un papà che si preoccupa per il bimbo o bimba che deve ancora nascere. Ottima scelta, non sono tutti così.>> Ammette l' infermiera. Quanto avrei voluto che questo fosse stato figlio suo. Un mini Damiano che camminava per casa e che magari aveva la stessa passione del padre. Una lacrima rigò il mio viso e Damiano me l' asciugo.

Vi immaginate un maschietto o una femminuccia?

Ditemelo in un commento. Spero che apprezziate. Un bacio e un abbraccio.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora