Capitolo 53

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Il sole torna sempre... (Così dicono)

<<Verresti davvero a vivere con me?>> Domando

<<Già lo stiamo facendo>>

<<Si, ma è diverso. Ognuno ha i suoi spazi e...>> Mi interruppe

<<Lo farei. Ma tu devi denunciare>>

<< te l' ho detto, non so se ce la faccio>>

<< vengo io con te. Sarò al tuo fianco... io ci sarò comunque vada>>

<< va bene>>

<<Davvero?>>

<<Si>> ammetto

<<Ti amo>> Dice lasciandomi un dolce bacio.
<<Mi hai appena detto di amarmi?>>
<< Si, è quello che ho detto e che sento>>
Mi prese per i polsi tirandomi a sé. Gemetti dal dolore.

<<Che hai?>> Domanda

<<Nulla sono solo indolenzita. Tutto qua.>>

<<Fammi vedere>>

<<No, sto bene. Ora puoi uscire che mi devo preparare?>>

<< Da quando in qua mi dici di uscire per prepararti. Ti ho già vista in intimo.>> Ammette

<<Si, ma ora è diverso. S-sono brutta e piena di lividi e cicatrici. Non voglio che tu mi veda così>>

<<Ascoltami>> Mi prese per le braccia e mi fece sedere sul letto. Mi prese il viso con le mani e mi baciò. Un bacio delicato, puro e pieno d' amore.

<<Tu non sei brutta, sei la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto>> Mi dice e i miei occhi si riempirono di lacrime perché io non la vedevo così.

<<T-tu dovresti lasciarmi e stare con una che ha meno problemi di me>> Dico alzandomi ed andandomene verso l' armadio

<<Ma che cazzo stai dicendo?>> Dice venendomi in contro e prendendomi per il polso e girandomi. Mi sbatté nell' armadio

<<Ah, mi fai male>> Gemetti ed in quell' istante non mi credette più. Mi alzò la manica della maglietta e mi guardo entrambe le braccia. Solo una bruciava da morire. Solo una ferita aveva impresso il mio dolore  sulla mia pelle. Dopotutto quello che ho passato non avrei dovuto compiere quel gesto, ma mi distoglieva dai cattivi ricordi.

<<Che cazzo hai fatto?>>

<<Nulla che ti possa riguardare>>

<<Che cazzo hai fatto?>> Indossai le scarpe ed uscii da quella stanza e prima di chiudere la porta di casa alle mie spalle sentii un rumore di chitarra tutto stonato, Damiano aveva rotto la sua chitarra contro il muro. Chiusi la porta e me ne andai da Bea.

Una volta che arrivai davanti casa sua suonai e lei mi venne ad aprire.

<<Bea>> Dico. Che cazzo di persona ero? Che razza di amica ero? Forse sarei dovuta stare più tempo con la mia amica che soffriva per la rottura con Leo.

<<Non ti sei fatta più sentire>> Ammetto

<<Non mi interessava sentirti>> Il mio cuore si frantumò in mille pezzi.

<<Che vuol dire?>> Domando

<< Cosa non capisci del non mi interessava sentirti? Con me hai chiuso>> E mi chiuse la porta di casa in faccia.

L' unica amica che avevo, non mi voleva più... Suonai più volte al campanello, ma nessuno venne ad aprirmi... così me ne andai a casa. Quando entrai venni subito accolta da Damiano e Leo preoccupatissimi.

<< Dove cazzo sei stata?>> Mi domanda Filippo

<< Sono stata da Bea e mi ha detto che abbiamo chiuso. Ora, se permetti voglio stare da sola>>

<<Dobbiamo parlare Bella >>

<<Che c'è hai capito che ho troppi problemi e vuoi lasciarmi?>> Domando. Lui non disse nulla, ma capii dal suo sguardo che era arrabbiato con me. Prima di chiudermi nella mia stanza sentii Leo che diceva a Damiano ' Lasciala da sola per un pò.' Quello di cui avevo bisogno in quell' istante era la mia amata lama. Avevo bisogno di colmare il vuoto che sentivo dentro di me, con del dolore fisico. Andai in bagno e la presi. Ero io l' artefice del mio dolore, non più mio padre, non più Bea, ma io. Premetti la lama sul mio braccio. Un taglio, un altro e poi un altro ancora. Non ero in grado di percepire il dolore, così continuai fino a quando la porta della mia stanza non si aprì ed entrò Damiano. Solo allora mi fermai.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora