Capitolo 9

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Quando la porta si aprì, mi coprii subito con degli abiti che avevo posato vicino allo specchio.

<<Non bussi?>> Chiedo irritata. Indossai una maglietta lunga, che mi copriva sino alle ginocchia .

<<Ti stiamo aspettando>> Dice ancora sulla soglia della porta.

<<Arrivo. Ti dispiace aspettare fuori?>> Alzò le mani in sua difesa con un sorrisetto stampato sulle labbra, successivamente chiuse la porta. Non persi tempo ad indossare i miei pantaloni e raggiunsi gli altri, che mi aspettavo fuori dalla mia camera.

<<Finalmente>> Dice Bea facendo strada.

Scendemmo le scale e una volta arrivati al salone, Leo aprì il terrazzo. Una piscina in muratura rotonda, occupava grande parte della terrazza. Il vapore acqueo, dell' idromassaggio caldo, evaporò, in contrasto con l' aria fredda. Leo, Bea e Damiano entrarono subito all' interno della piscina ed io rimasi fuori ad osservarmi intorno.  Da questo terrazzo non c'era una grandissima vista, ma lo spettacolo che si pose davanti i miei occhi, fu comunque mozzafiato. Gli alberi verdi, sulla quale poggiava la neve bianca. Il cielo blu scuro con qualche stella visibile ad occhio nudo e il silenzio.

<<Vuoi farci uno spogliarello?>> Una voce mi interruppe dai miei pensieri, riportandomi alla realtà. Non amavo tanto il carattere arrogante di quel ragazzo, ma c' era qualcosa in lui che mi piaceva.

<<Cosa?>> Le parole mi uscirono da sole.

<<Hai intenzione di fare il bagno vestita?>>

<<N-No>> Ma nonostante la mia risposta, non mi spogliai.

Il mio corpo era pieno di lividi, che neanche alla mia migliore amica mostrai.

<<Preferisco stare qui>> Dico sedendomi al bordo della piscina.

<<Come vuoi>>  Allungò la mani e osservai il suo braccio, a come quei serpenti lungo le braccia sembravano attorcigliati in una maniera quasi naturale. Afferrò un pacchetto azzurro, dove estrasse una sigaretta e se la portò alle labbra e dopo averla accesa mi rivolse il suo sguardo. I suoi occhi verdi si scontrarono con i miei, banali, occhi castani.

<<Facciamo qualcosa?>> Disse Damiano.

<<Cosa vuoi fare?>> domanda Leo
<<Qualsiasi cosa purché non sia guardarvi mentre scopate>> Damiano ispirò il fumo dalla sigaretta e dopo averlo trattenuto per qualche istante, schiuse le sue labbra, e lasciò che il fumo uscisse.
<<Secondo me hai bisogno di una scopata fratello>>
<<Giochiamo ad obbligo e verità>> dice Bea interrompendo la discussione che stava nascendo tra i due.
<<inizio io>> Dice Damiano spegnendo la sua sigaretta. <<Leo, obbligo o verità>>
<<Obbligo>> i suoi occhi erano puntati sul suo amico.
<<esci per un minuto dalla piscina>>
<<stronzo>>Nonostante l'insulto all' amico, Leo uscì dalla piscina e si portò le braccia al petto per il freddo.

<<Cazzo! Come fai a stare lì>> Mi chiede Leo. Nel frattempo Bea si rivolse a me.

<<Bella obbligo o verità?>>

<<Obbligo>>

<<Vieni in piscina>>

Arrossi all' istante.

<<Passo>> Ammisi

<<Non puoi opporti all' obbligo>>

Intanto Damiano rivolse lo sguardo a Leo che stava per entrare in vasca e mentre i due discutevano sul quanto mancasse ad un minuto, mi tolsi i pantaloni ed entrai in acqua, bagnandomi completamente la maglietta. Chiusi gli occhi per la sensazione piacevole che provai al contatto con l' acqua tiepida.

<<Hai visto che bello?>> Mi sussurra Bea ed io mi limito a sorriderle.

Il giro continuò e non mi venne rivolta nessuna domanda. In un turno, quando Bea scelse obbligo, Leo gli disse di seguirlo e i due entrarono in casa. Rimanemmo solo io e Damiano. Mi misi di fronte a lui e osservai ogni sua mossa. Era un ragazzo affascinante, nonostante i mille tatuaggi che coprivano il suo corpo. I capelli ricci gli ricadevano sul volto. Prese una birra e incominciò a sorseggiarla.

<<Siamo rimasti noi due>>

Mossi le mani nell' acqua, mi sembrava di toccare velluto.

<<Obbligo o verità>> Quando sentii quelle parole alzai il mio sguardo verso il suo, pentendomene amaramente. Arrossii per l' imbarazzo. Non potevo oppormi sarei sembrata una bambina.

<<Verità>>

<<Perchè non ti togli la maglietta?>>

Le mie guance, ero sicura, fossero diventate rosse e non per il caldo dell' acqua, ma per quella domanda. Non mi restò che dire mezza verità.

<<Non penso ci sia nulla da guardare>>

<<Lascialo dire a me>> Dice guardandomi negli occhi. La mia pelle sembrava bruciare sotto il suo sguardo ed avvertii una sensazione del tutto strana e nuova.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora