Capitolo 59

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Ero paralizzata davanti a lui. Potevo scappare, seppure lui fosse davanti alla porta di casa, ma le mie gambe non si muovevano.

<<Bambina mia>> Ripeté di nuovo

<<P-papà>> Dico indietreggiando. 'Calma Bella' mi ripetevo nella mente.

<<Cosa ci fai qui?>> Dico con il fiato in gola

<<Ho visto uscire quel figlio di puttana da casa e mi sono infilato. Mi mancavi piccola>> Sussurrò le ultime parole ed io rabbrividii. Corsi in camera mia e mi ci chiusi dentro, presi il cellulare e composi il numero di Damiano con la mano che mi tremava, ma lui non rispose.

<<Voglio solo parlarti>> Dice mio padre sbattendo i pugni in quella che era la mia porta.

<<Vattene. Non voglio vederti>>

<<Damiano devo parlarti. Ho trovato un lavoro, mi sono sistemato>>
Le solite menzogne. Le solite bugie pronunciate dalla sua bocca.

<<Non ti credo più>>

<<Apri sta cazzo di porta o la butto giù>>

In quel momento feci una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare, ovvero fare il numero della polizia. L' avrei denunciato.

In un attimo mi ritrovai con la serratura rotta, mi tenni la pancia istintivamente.

<<Perché istintivamente ti sei toccata la pancia? Non sarai mica..>>

<<Si>> Dico accarezzando la pancia per farlo stare tranquillo o tranquilla, non gli avrebbe fatto del male, non se sapeva di chi era il figlio.

<<E' di quel figlio di puttan..>> Lo interruppi

<<No, è tuo>> Dissi piangendo.

POV Damiano

Ero appena uscito da casa quando un signore alle mie spalle entrò. Feci strada per andare al locale di Maggie, quando mi arrivò una chiamata da quest' ultima.

<<Pronto?>> Dissi

<<Il batterista sta male, quindi non venire>>

<<Ok>> Mi limitai a dire e chiusi. Trovai una chiamata persa da Bella e mi affrettai a richiamarla, ma era occupato. Sentii le sirene della polizia. Non ero lontano da casa perciò mi misi a correre verso quella direzione e quando vidi che si fermarono proprio davanti casa mia, mi preoccupai ancora di più.

<<Cosa succede?>> Domandai mantenendo la calma

<<Abbiamo ricevuto una chiamata da questa posizione e..>>

Entrai senza neanche ascoltarlo.

<<Ragazzo non puoi entrare>> Mi urlarono, ma li lasciai sbattere e salii a casa. La porta era aperta e questa era una sicurezza che fosse successo qualcosa a Clhoe.

<<Bella>> Urlai

<<S-sono qui>> La sentii con la voce spezzata e mi precipitai in camera sua. Non era sola. C' era suo padre.

<<Polizia>> Sentimmo urlare. Fecero irruzione in casa armati di pistola ed io mi precipitai da lei, per coprirla.

<<Cosa succede qui?>> Dice il poliziotto

<<Niente mia figlia ha sbagliato numero>> Dice il padre di Chiara alzandosi ed asciugandosi le guance bagnate. Aveva pianto? <<Mettete giù la pistola nessuno è armato>> Continuò <<Le spiego. Mia figlia è incinta ed io sono quasi svenuto, lei anzichè chiamare l' ambulanza ha chiamato voi. E' stato un errore>> Mentì

<<E' così?>> Chiese conferma il poliziotto a Bella

<<No>> Mi pietrificai, aveva detto la verità. Stava per denunciare suo padre.

<<Lui.. Lui ha abusato di me>> Ammette piangendo. Il secondo poliziotto dietro il primo prese le manette e le mise al padre di Clhoe, poi mi girai verso di lei che era in lacrime e tremava.

<<Ha abusato di te adesso?>> Domandai

<<No>>

<<Dovete seguirci in commissariato>> Ammise il poliziotto e Bella annuì.

Vorrei prendermi qualche spazio per dire qualcosa d importante. Questa storia l'ho particolarmente a cuore perché ho vissuto in esperienza simile e quindi vi ho raccontato un po' anche la mia di storia... Quando avete la possibilità di denunciare fatelo, anche se sarà difficile, anche se significherà piangere tutte le lacrime che avete in corpo, anche se è una persona importante.. perché nessuno vi ridarà indietro quello che loro si sono presi !

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora