Capitolo 5

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Faceva freddo, ma lì ce ne sarebbe stato molto di più. Quando Leo e Damiano arrivarono con la macchina, io e Bea  salimmo.  Per precisare il mio era un borsone, quello di Bea era una valigia. Arrivarono alle nove di mattina e partimmo subito. Guardavo attraverso il finestrino gli alberi, il paesaggio, osservando quella piccola città, che presto mi sarei lasciata alle spalle. Per me quella non era una vacanza, bensì una via di fuga ontano da lui. La voce di Damiano, mi richiamò sul pianete terra, perché iniziò a cantare  la canzone che passò sulla radio. Certe notti di Ligabue. La conoscevo e mi piaceva molto. Seppure conoscevo le parole non cantai. Mi godevo il momento osservando quella scena da esterna. Non ero spensierata come loro. Cantavano a squarciagola, ridendo e divertendosi. I miei occhi ricaddero sullo specchietto retrovisore, nel quale erano riflessi gli occhi verdi di Damiano, mentre guidava. Ogni tanto alzava lo sguardo e quando i miei occhi si incrociavano con i suoi, lo distoglievo immediatamente, per poi notare sulla sue labbra un sorrisetto. Chiusi i miei occhi e mi lasciai cullare da quella canzone.

<<Ei>> Dice una voce roca, riportandomi alla realtà. Non era un sogno, me ne ero andata davvero di casa.

<<Si>> Sussurrai aprendo gli occhi.

<<Siamo arrivati, Leo e Bea sono già dentro>>
Scendo dall' auto ed afferro il mio borsone.

<<Lascia la porto io>> Dice Damiano.

L' osservai mettere il mio borsone sopra la sua piccola valigia ed osservai  le scie che lasciava quest' ultima sulla neve.

Come immaginavo faceva davvero un gran freddo. Tutto intorno era circondato di alberi e poi c' era una casetta a due piani. La porta era già aperta . Quando io e Damiano entrammo, fui avvolta dal calore di quella casa. La prima cosa che vidi appena entrai fu il camino, che aveva appena acceso Leo. Bea si era buttata a peso morto su un divano. Un tappetto bianco  era posto sul parquet in legno. La cucina, con i mobili bianchi era comunicante con il salone. Una scala portava al piano di sopra dove si potevano vedere due camere con il bagno comunicanti.

<<Benvenuti>> Dice Leo.

Damiano sale le scale, sembrava già conoscere quella casa.

<<Segui Damiano e posa le valigie>> Dice Bea.

Lo seguo solo per vedere la mia stanza, dato che il mio borsone l' aveva lui. Il mio sguardo cade dove era meglio non cadesse, sul lato b di Damiano e non posso non notare quanto sia ben messo. Sentii le mie guance diventare calde. Arrivati su, rido e rendendomi conto che non avevo mai fatto un pensiero del genere su un ragazzo.

Seguii Damiano fino a quando non aprì una stanza in cui posò la sua valigia con il mio borsone.

<<La mia dov'è?>> Domandai

<<E' questa>> Mi guardo intorno e vedo il letto matrimoniale. Il mio sorriso sparisce nello stesso instante in cui capisco che avrei dovuto dormire con un ragazzo. Non ce l' avrei mai fatta.

<<Leo mi ha pregato di lasciargli la stanza, non ho nessuna voglia di sentirli mentre scopano>> Scoppio a ridere <<Comunque non preoccuparti dormirò giù o per terra>>

Damiano scese giù ed io ne approfittai per levarmi la sciarpa, giubbotto e cappello, che misi accuratamente in una sedia. Mi avvicino all' enorme finestra e notai il bellissimo paesaggio innevato. Quando scendo raggiungo Bea e Leo nel salone. Mi siedo su un divano laterale e distolgo lo sguardo da i due innamorati che si baciavano appassionatamente. Nonostante il freddo, Damiano era a petto nudo davanti i fornelli, intento a cucinare qualcosa. Mi imbarazzai quando anche lui alzò lo sguardo scontrandosi con il mio. Mi alzai e decisi di avvicinarmi a lui. Impacciata mi sedetti sul davanzale della cucina. Un odore buonissimo invase le mie narici.

<<Cosa sono?>> Domandai

<<Pancake americani con nutella>>

Con una spatola ne mise due in un piatto e me li porse. Mi alzai e presi una forchetta da un cassetto lì vicino.

<<Sono la cosa più buona che io abbia mai mangiato>>

<<Ti piacciono?>> Mi domanda

<<Da morire>> Dico sorridendogli e addentando la forchetta in cui c'era un pezzo di pancake.

<<Che fanno quelli?>>

<<Secondo te?>> Scesi dal ripiano. Damiano Spense il fuoco e mise i pancake in un piatto. 

<<Grazie per essere venuto. Se fossi stato da sola...>>  Mi interruppe

<<La cosa è reciproca>> Disse prendendomi la forchetta dalle mani. Senza esitare tagliò il pancake e mangiò con la mia forchetta. Seppur la ritenessi una cosa intima, non mi diede alcun fastidio.
Raggiungemmo gli altri e quando mi sedetti, osservai Damiano sedersi accanto a me con una bottiglia di birra in mano. Dio, ma era mattina e già beveva?.

<<Vuoi un gastroprotettore?>> Chiesi ridendo.

Attirai l' attenzione di tutti.

<<Cosa?>> Si girò. Da vicino i suoi occhi era di un verde chiarissimo.

<<Intendevo per la birra. Non è molto salutare berla di mattina>>

<<Non preoccuparti, Damiano è fatto di 60% di birra anzichè d' acqua.>>  Dice Leo

<<Quindi che facciamo?>> Domanda Damiano, dopo aver finito di ridere alla battuta di Leo.

<<Noi andiamo un attimo in camera>> Dice Bea.

Damiano si girò verso di me.

<<Ti prego dimmi che non è quello che penso>>

<<Ti da fastidio che facciano l' amore>> Domandai

<<Io preferisco farlo, piuttosto che sentire altri che lo fanno. Saliamo?>> Domanda ed io rimango paralizzata.

<<Per fare cosa?>> Chiesi preoccupata. Avrò capito sicuramente male.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora