Capitolo 52

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Date valore a una brava persona quando la trovate,

che non c'è nulla di perfetto,

ma anime rotte con la voglia di amare.

<<Portami via>> Furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca. <<Portami ovunque. Portami lontano da questo posto>>

Insieme a Damiano e Leo andammo a casa, ma durante il tragitto  si arrabbiò con me.

<<Ti avevo detto di venire con me.>> Quasi urlava

<<Ormai è successo, quindi puoi evitare la ramanzina>>

<<Mi devi ascoltare quando parlo Bella. Ora mi racconti cosa è successo. Non so niente e mi è preso un colpo quando ho sentito Maggie dal tuo cellulare>>

<<M-mi ha drogata, c'era qualcosa dentro la siringa che aveva in mano. Ricordo solo questo e poi quando sono andata da Maggie>> Ammetto piangendo.

La mano di Leo si posizionò sulla mia spalla come per darmi conforto... Mi asciugai le lacrime e mi feci forza da sola. Quella forza che trovavo sempre. Vorrei abbracciarmi e chiedermi scusa per tutte quelle volte in cui mi sono fatta del male da sola, in cui ho sofferto, in cui ho messo il mio cuore in mano a quell' essere, che di umano non ha niente.

Arrivammo a casa e la prima cosa fu' farmi un bagno caldo. Entrai in bagno e chiusi la porta a chiave e diedi libero sfogo alla mia fragilità. Quante parole e gesti non fatti sotto gli occhi degli altri per paura di sembrare fragili, come se fosse una colpa mostrare i lividi mai scomparsi. Quando mi spogliai notai cerotti quadrati posti alla schiena e con difficoltà li levai ed alla vista di quella schiena ridotta in condizioni pietose, ricordai. Un colpo, due colpi, tre colpi. Non mi lamentavo. Ero nuda, piegata nel letto. Urlavo basta, ma lui continuava con la sua solita cintura a darmi colpi nella schiena. "Quando non urlerai più, la smetterò. Devi stare zitta puttana" Erano le uniche parole che mi rimbombavano nella mente dopo non ricordai più nulla. Riempii la vasca da bagno e buttai al suo interno del bagnoschiuma.

<< Bella sei sola>> Sussurrai piano a me stessa.

Non dovevo avere paura. Ero sola, lui non avrebbe potuto raggiungermi lì. Aprii l' armadietto del bagno e presi una lametta, che ruppi per prenderne la lama. Ispirai ed espirai. Feci pressione sulle braccia e lasciai che la lama incidesse sul mio corpo. Questa volta avevo il controllo io sul mio dolore. Mi fermai al quinto taglio. Il sangue incominciò a sgorgare dalla ferita ed a scendere lungo la mia mano. Era la  prima volta dopo tanto tempo che facevo quel gesto, lo feci da bambina. Mio padre non si accorse mai di nulla, o forse non gli importava, tanto lui faceva peggio. Mi infilai nella vasca da bagno immergendomi completamente all' interno dell' acqua calda. Sollevai le braccia quando a contatto con l' acqua le ferite incominciarono a bruciare ed istintivamente soffiai. Stetti lì dentro per un pò di tempo. Quando mi decisi ad uscire dalla vasca, tamponai le ferite e mi vestii.

<<Hai perso del tempo lì dentro>> Dice Damiano seduto sul mio letto.

<<Si>> Mi limitai a dire

<<Ho pensato di portarti alla baita>> Non potevamo sfuggire dai problemi, non più.

<<Io me ne voglio andare da questa città>>

<<Cosa? Ma ci sono io, nessuno ti farà più del male>>

<<Sai anche tu che ho bisogno di normalità e che la cosa migliore da fare è andarsene. Voglio fare la vita di una ragazza normale. Voglio studiare, andare all' università, avere degli amici. Senza avere la paura che lui possa trovarmi>>

<<Denuncialo>> dice Damiano

<<Non mi sento pronta ad un passo del genere>>

<< Se non lo fai tu lo faccio io, anche a costo di lasciarti>>

In quel preciso momento ebbi la paura di rimanere da sola.

<<Vieni con me a Milano>> Chiesi a Damiano

<< Mi stai chiedendo di venire a convivere con te?>>

<<N-no non lo farei mai>> Ammetto imbarazzata

<<Perchè accetterei>> e dopo quelle parole, sul mio viso spuntò il sorriso più sincero che possa esistere.

Sappiate che i commenti mi fanno sempre piacere e mi danno la carica per continuare a scrivere ❤️

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora