Capitolo 31

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Pov Bella

Filippo lasciava baci lunghi tutto il mio corpo, provocandomi piacere.

<<Ti ricordi la prima volta?>> Domanda

<<S-Si>> Balbettai

<<Devi fare esattamente le stesse cose. Rilassati>>

Le sue mani afferrarono il lembo della mia maglietta e la sollevarono. Io mantenni sopra le mie spalle la coperta, mentre le sue mani accarezzavano la mia pelle, quasi nuda.

<<Aspettami qui>> Mi dice lasciandomi un bacio a stampo.

Nel tempo in cui lui andò nella sua stanza, io mi spogliai. Mi tolsi i pantaloni e rimasi in intimo. Mi stupii quando lo vidi con un preservativo in mano. Usarlo significava avere precauzione, significava preoccuparsi non solo della propria salute, ma anche della mia. Rabbrividii a quella sensazione di protezione, che mio padre non ebbe mai nei miei riguardi. Damiano si avvicinò, si tolse i pantaloni, rimanendo in boxer. Era proprio bello. I suoi addominali erano scolpiti, anche se erano nascosti dai tatuaggi. Quando ero con lui, non avevo paura del suo tocco. Era l' unico di cui non avessi paura.

Si mise sotto le coperte con me e ci spogliammo degli ultimi indumenti.

<<Farò piano>> Mi sussurra

<<Non ho paura>>

Le sue labbra che sfiorano le mie. Il suo respiro si fa pesante e sentire i suoi gemiti mi fa venire brividi in tutto il corpo.

<<Posso mettermi di sopra?>> Domando imbarazzata. Seguivo il mio istinto. Lui si sdraiò accanto a me << Divertiti quanto vuoi>> Mi dice con un sorrisetto stampato in volto. Tirai le lenzuola sopra le mie spalle e mi misi sopra di lui. <<Perché ti copri?>> Dice sfiorandomi con la mano la schiena nuda, aveva abbassato le coperte. <<Mi vergogno>> <<Davanti a me non ti devi vergognare>> Si avvicina con la bocca al mio orecchio <<Sei bellissima>> Dice e il mio corpo reagì in modo strano a quell'affermazione. Mai nessuno mi aveva mai detto che ero bellissima. Il mio corpo venne inondato da brividi. Incominciai a muovermi a seguire l'istinto <<Così piccola>> geme e mi incita a fare di più. In un secondo mi sento percossa da scosse e dalla mia bocca escono sospiri, gemiti e mi sembra di aver toccato il cielo con un dito. Ribalta la situazione. Si mette sopra e mi afferra le gambe, per farmi scendere un pò più in giù. Le sue spinte si fanno sempre più forti, fino a quando non raggiunge l' apice pure lui.

Pov Damiano

Quella mattina mi svegliai con lei poggiata sul mio petto. La spostai delicatamente e mi alzai. Indossai i boxer e andai a farmi una doccia veloce. Scesi di sotto giusto in tempo per preparare del caffè. Quando la vidi muoversi sotto le coperte, mi resi conto che si era appena svegliata.

<<Buongiorno>> dico

<<Buongiorno>> La vedo alzarsi ed io spostai il mio sguardo verso la caffettiera, per poi rialzarlo subito e la guardai mettersi il reggiseno e gli slip e notai anche dei segni violacei sulla sua pancia e rabbrividii al pensiero di suo padre.
<< Cosa sono>> Gli domando sperando che mi dicesse 'ho sbttuto'.

<<Cosa?>> Fece finta di nulla e ciò mi diede la conferma che mi stava nascondendo qualcosa.

<<Sono lividi quelli?>> chiedo.

<<Si, sono passati>> Non era vero, non poteva essere vero. Erano violacei con del verde nei contorni. Erano freschi.

<<Lui ti ha toccata vero?>> Domando quasi urlando, lei non rispose. <<Ti ha toccata di nuovo? Cazzo. Mi avevi detto che non ti aveva nemmeno sfiorato>>

La vidi irrigidirsi e dirigersi verso le scale, mi avvicinai e le tolsi la coperta.

<<Dimmi la verità>> Le urlo

<<Si>>

<<Perchè non me lo hai detto?>> Vedo i suoi occhi diventare lucidi.

<<Perchè.. Non ho bisogno di nessuno. Non voglio fare pena a nessuno>>

<<Tu hai bisogno di me. Di qualcuno che spacchi la faccia a quel pezzo di merda>>

L' avrei ammazzato in quello stesso momento se l' avessi avuto davanti. Ero un cumulo di nervi, non sopportavo l' idea che qualcuno potesse toccarla e farle del male. Una cosa era certa, quando saremo tornati, avrei sbattuto in carcere quella specie di uomo.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora