Capitolo 42

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<<Dove mi porti?>> Dico sorridendo

<<In un posto speciale>> si avvicinò a me e premette le sue labbra sulle mie.

Andammo con la sua macchina e mi portò in un ristorante. Era tutto all' aperto, l' edera appoggiava in maniera sinuosa in una parete del locale. Quando il cameriere si avvicinò, Damiano diede il suo cognome ed il cameriere ci accompagnò gentilmente al tavolo.

<<Faccio io>> Dice fermando il cameriere che stava scostando la sedia dal tavolo per farmi sedere.

<<Grazie>> sussurrai

Fu' la mia prima serata gradevole, senza timori o paure. Ci portarono due calici di vino rosé e poi mangiammo dell' ottima pasta con le vongole.

<<Ho un regalo per te>> Ammette Damiano dal nulla

<< Un... Un regalo per me?>> Domandai

<< Dai aprilo>> Disse dandomi un sacchettino nero.

Ero sorpresa, era la prima volta che qualcuno mi faceva un regalo e quello di Filo sarebbe stato pieno di significato, perchè era lui... era il mio ragazzo, il mio primo ragazzo.

Aprii la scatola nera di velluto e un bracciale con un cuore rosso di swarovsky.

<< E'... bellissimo>> Rimasi senza parole <<Me lo metti?>>

<<Questo non devi levarlo mai>> Dice estraendo il bracciale dalla scatola e prendendone le due estremità. La misura era perfetta per il mio piccolo polso.

Mi voltai per guardare il tavolo accanto al nostro che stava per essere occupato, quando riconobbi la donna che stava con mio padre.

<<Noi possiamo.. andare?>> Domandai a Damiano

<< Si, c'è qualcosa che non va?>>
<<Vorrei andare. Io credo di conoscere quella donna >>

Damiano non esitò ad alzare la mano per chiedere il conto ed una volta che pagammo ce ne andammo immediatamente.

Il mio cuore batteva all' impazzata, temevo che lui potesse essere qui da qualche parte.

<<Chi era?>> Mi domanda infilandosi in macchina.

<<Quella donna era colei che credevo fosse mia madre>> Ammetto

<<Ne sei sicura?>>

<<Si>>

Durante tutto il tragitto stemmo in silenzio ad ascoltare la musica, era un metodo che mi calmava da quando stavo con Damiano. Quando arrivammo davanti la porta di casa, bloccai Damiano  prima che potesse aprire la porta.

<<Ho rovinato tutto, scusa>>

Sapevo che una volta entrati in casa Bea e Leo ci avrebbero riempiti di domande.

<< Non hai rovinato niente e poi c'è ancora una sorpresa>>
Lo guardai sorridendo.

<<Leo e Bea non ci sono, abbiamo casa libera. Pensavano di fare una cosa..>>

Lo interruppi per dargli un bacio.
<<Non devi sentirti obbligata solo perchè..>>

<<Non mi sento obbligata>> Mi affrettai a dire.
Gli saltai in braccio e lui mi prese al volo. Con il piede chiuse la porta, mentre le sue mani dai miei fianchi scesero lungo il mio fondoschiena. Andammo in camera sua e mi adagiò sul letto. Accese la luce del comodino e si tolse la maglietta. Si piegò in avanti per potermi baciare ed incominciammo a spogliarci. L' uno toglieva i vestiti dell' altro. La sua bocca scese lungo il mio collo per arrivare lungo la mia pancia. Emisi un gemito di piacere. Allungai la mia mano fino al suo comodino, aprii il cassetto e presi un preservativo. Lo osservai mentre l' indossava e successivamente chiusi gli occhi. Lo sentii premere ed in un secondo lo avvertii dentro di me.

Damiano mi aveva insegnato a provare piacere e non più dolore.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora