Capitolo 47

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POV Damiano

Maggie mi prese la mano e salimmo al piano di sopra e in un secondo mi ritrovai davanti la porta della sua stanza con le sue labbra sulle mie.

<<Che cazzo fai?>> Urlai spingendola lontano da me

<<Amore pensavo ti andasse stasera.. Insomma mi guardi da tutta la sera>>

<<è stata una tua impressione>>

<< Damiano,  amore vieni qui>> Dice mettendomi una mano sul petto

<<Lasciami stare>>

<<Se te ne vai non ti faccio più esibire nel mio locale e la tua amica la sbatto fuori>>

Odiavo i ricatti, ma ancor di più odiavo lei... C' ero stato più di una volta, ma non da quando lei è entrata a far parte della mia vita. Lei aveva stravolto la mia vita.

<<Vaffanculo>> Le urlo

<<E' per lei non è vero? >> Dice Maggie mentre scendevo le scale.

<< Bella>> La chiamai non trovandola <<Bella>> Ma di lei neanche l' ombra solo la porta del locale che un attimo prima era chiusa, adesso era aperta.

<<Cazzo>> Esclamai e me ne andai da quel cazzo di locale. Mi infilai in macchina e tornai a casa, con la speranza che lei non avesse visto nulla, ma avevo i miei dubbi. Era scappata... se non avesse visto nulla, sarebbe rimasta.
Quando entrai a casa feci finta di nulla. Leo era seduto nel divano e di Bella  nemmeno la traccia. Andai dietro la sua porta e bussai, ma lei non rispose.

<<Bella apri, devo parlarti>>

Improvvisamente sentii un rumore allora insistetti.

<<Bella >> Aprii la porta ma non la trovai. Gli armadi erano aperti e vuoti, così come i cassetti. Se ne era andata.

POV Bella

Mentre preparavo il mio borsone, l' immagine di Damiano e Maggie che si baciavano mi passò davanti gli occhi un paio di volta. Presi tutti i vestiti che mi aveva prestato Bea e quei pochi miei e li infilai tutti nel borsone. Bea e Leo si erano lasciati e forse anche io e Damiano. Che stupida che sono stata a fidarmi di un ragazzo. Sono tutti uguali, pensano ad una sola cosa.

<<Leo io vado>> Ammetto, ma lui era troppo attento alla televisione per accorgersi di me, così me ne andai semplicemente. Non credeva forse che quello potesse essere un addio. Me ne andai e lasciai quel porto sicuro, quel posto in cui rifugiarmi. Andai da Bea ma quando bussai non mi rispose nessuno, così l' unico posto in cui potei tornare era casa mia. Avevo le chiavi perciò non bussai. Di mio padre neanche l' ombra. Andai nella mia stanza e posai il borsone. Decisi di andarmi a lavare velocemente.

...

Mentre ero nel letto della mia stanza sobbalzai al rumore della porta che sbatté. Mi alzai ed andai incontro a mio padre che quando mi vide rimase pietrificato.

<<Bella>> Sussurrò

<<Papà che.. che hai fatto?>>  Aveva bevuto di nuovo. Quando qualcosa non andava secondo i suoi piani beveva sempre.

<<Sei tornata?>> Era più un affermazione che una domanda

<<S-si>> Balbettai. Si mise in ginocchio e incominciò a piangere

<<Bambina mia ti giuro non ti farò più del male, ma non andartene rimani qui. Ho sbagliato tante volte, ma adesso ho messo la testa apposto>>

Mi aggrappai a quelle parole che risuonavano nelle mie orecchie come una speranza.

Un angelo senza le aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora