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Come ogni mattina, Chloe si trascinò giù dal letto, per poi andare a lavarsi. Aprì l'acqua impostandola su 'calda' e intanto si tolse il pigiama. Entrò dentro la doccia e velocemente si insaponò il corpo e i capelli per poi sciacquarli.

Uscì e mentre si asciugava i capelli con una mano, con l'altra applicava del mascara sulle sue ciglia. Non si truccava molto per scuola, solo il necessario per far vedere che un po' le importasse del suo aspetto, il che era vero.

Una volta finito, si vestì. Indossò una gonna grigia a vita alta e una maglietta bianca. Degli stivaletti ormai vecchi e consumati e un cardigan blu sopra. Prese la borsa e una barretta al cioccolato e poi uscì di casa.

Appoggiato al lampione davanti alla sua staccionata mezza rotta c'era Colton, con un paio di jeans chiari, una maglietta bianca e sopra la sua immancabile felpa rossa.

Se ne stava lì in piedi con il telefono in una mano e una sigaretta nell'altra. Stava mandando messaggi e non si era ancora accorto di lei.

"Terra chiama Colton!" lei rise prendendo la sigaretta dalle sue mani per poi fare un tiro.
"Quella sarebbe mia." disse lui in tutta risposta.
"Be', me lo devi per non avermi dato quel biscotto." mise il broncio di proposito.
"Avevamo tre anni!" la raggiunse mentre andava verso scuola "E poi lo dici ogni volta che me ne freghi una. Sai tesoro, io quelle le pago e i soldi non mi escono proprio dal nulla"
"Io sono davvero senza soldi! Mi hanno persino staccato il telefono!" gli cacciò la lingua, quasi fosse una gara.

Già, nessuno dei due era ben messo. Abitavano nel Bronx e li le cose erano un po' più complicate, rispetto agli altri distretti di New York. Ma loro così ci erano cresciuti quindi anche abituati.

A scuola avevano quasi tutte le classe insieme, ma in alcune lezioni dovevano separarsi, tipo scienze, matematica e fisica.

Una volta finita la tortura, si ritrovavano sempre a mensa. Quel giorno Chloe fece un po' tardi dato che era stata trattenuta dal professore, quindi quando arrivò, Colton aveva già preso il suo cibo e stava seduto, di nuovo con il suo telefono in mano.

Quando lo raggiunse, glielo rubò dalle mani, era curiosa di vedere con chi si stesse scambiando messaggi dalla mattina.

"Allora? Con chi stiamo parlando?" chiese lei divertita.
"Io" sottolineò quella parola "non sto parlando con nessuno in particolare" disse lui riprendendo ciò che è suo.
"Come siamo suscettibili questa mattina. Dimmi, ti sono tornate?"
"Non capisco ancora perché io e te siamo amici!" la guardò lui divertita, mentre addentava il suo sandwich.
"Perché tu mi adori, io sono il tuo Sole, e tutto gira intorno a me."

Colton rise per la risposta della sua amica, e scuotendo la testa continuò il suo pranzo così come faceva lei.

La scuola finì e i due si diedero appuntamento qualche ora dopo a Manhattan, alla fermata di fronte a Times Square, come capitava ogni volta che volevano far finta che il Bronx non fosse il loro mondo o che volevano divertirsi insieme.

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