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"Quindi, vi siete incontrati e poi?" gli chiese Chloe, aspirando dalla sua sigaretta.

"L'ho portata a fare un giro al parco, dove ho incontrato i ragazzi, che mi hanno chiesto di giocare a basket e lei ha insistito perché io andassi. Ne ho approfittato, sarebbe stata l'occasione perfetta per mostrarle quanto sono perfetto!" Chloe alzò gli occhi al cielo "Inoltre c'erano anche altre ragazze, quindi non si è annoiata. Poi l'ho portata a prendere un gelato e infine siamo rimasti a parlare sotto casa sua."

"Sotto casa sua, o sotto le sue coperte?" chiese l'amica divertita.

"Davanti la porta di casa, pervertita!"

"E l'hai baciata?"

"Invece tu da chi ti saresti fatta offrire un caffè?" domandò Colton, guardandola.

"Oh, be', eravamo a Manhattan e stavamo tornando a casa, quando Becky è corsa avanti e stava per finire sotto un camion..." le vennero i brividi solo al ricordo "Comunque questo ragazzo si è buttato in strada e l'ha presa giusto in tempo!"

"Un eroe!" commentò Colton sarcastico.

"Si, e quando gli ho chiesto se potevo fare qualcosa per lui, Luke ha risposto di andare a prendere un caffè con lui, e, come se non fosse abbastanza, ha offerto a me e Becky da bere."

"Il ragazzo perfetto."

Il tono sempre più sarcastico che stava assumendo Colton, infastidiva Chloe. Lei lo aveva ascoltato quando parlava di quella ragazza, quindi perché doveva fare lo stronzo nei suoi confronti?

"Hai finito di sfotterlo?" sbuffò.

"È il tipico ragazzino viziato di Manhattan. Davvero credi di poter andare lontano? Noi siamo poveri, ricordalo."

Si, aveva ragione. E la cosa che più faceva innervosire Chloe era che lei lo sapeva benissimo. Si tenne per se la bugia sul fatto che era di Brooklyn, e mandò giù il nodo che le si stava creando in gola.

"Non hai risposto alla mia domanda, comunque." Chloe si schiarì la voce.

"Ovvero?"

"L'hai baciata?"

"E tu hai baciato il tuo Luke?"

"No. Tu?"

"Io potrei averlo fatto. Cioè, lei mi ha praticamente ficcato la lingua in gola!"

"Oh, a questo punto devi per forza dirmi il suo nome!" rise lei.

"Nina" disse, distogliendo lo sguardo.

"Oddio, intendi Nina tipo... Quella Nina?"

Si ricordò subito la ragazza dai capelli rossi che si vantava di aver avuto tutte le sue esperienze a quindici anni; quella con i reggiseni imbotti e i tacchi da ragazza facile.

"Si, be' è diversa. Ti piacerebbe, qualche volta usciamo insieme."

"Oh, non vedo l'ora!" rispose Chloe, con lo stesso tono sarcastico che aveva usato solo poco prima il suo migliore amico.

La campanella suonò la fine del pranzo e i due ragazzi si alzarono dagli scalini, spolverandosi i jeans e le rispettive felpe blu e verde.

"Ci vediamo dopo scuola, Chloe?"

"Senti ci sentiamo, devo pensare a Becky!"

Si salutarono davanti agli armadietti, dopo aver preso i libri, e divisero le loro strade. Uno per l'aula di matematica e l'altra per l'ora di francese.

Da Chloe:
Andiamo a Manhattan? Così posso portare Becky a giocare.

Da Colton:
Perfetto, ti aspetto sotto casa.

Chloe preparò Becky e prese le sue cose prima di uscire di casa. Lei era felicissima di andare di nuovo a giocare a Central Park e per tutto il tragitto fino a li, tutto ciò a cui riusciva a pensare era che avrebbe rivisto la sua nuova amica.

Non appena arrivarono tutti e tre al parco giochi, infatti la bambina bionda del giorno prima corse verso la sorellina e la abbracciò.

"Tu sei la tata di Becky?" chiese una signora, avvicinandosi ai ragazzi.

"Come prego?"

Colton si tratteneva a stento; stava per scoppiare in una grossa risata per la scena che si stava svolgendo avanti a lui, così Chloe fu costretta a tirargli una gomitata, per farlo stare zitto.

"Io sono Jordin, la tata di Baily, tu?"

"Oh, piacere" la ragazza strinse la sua mano "io sono Chloe, sua sorella, e lui è Colton, il mio migliore amico."

"Oh, perdonami!"

"Non fa niente, davvero." le sorrise.

Si sedettero tutti e tre sulla panchine li vicino a parlare tra di loro. Jordin aveva ventun'anni e veniva dalla Spagna, e aveva trovato lavoro come tata in casa di due ricchi newyorkesi.

"Chloe!" la sorellina corse verso i ragazzi "Baily mi ha invitato alla sua festa di compleanno domani, possiamo andare?"

"Oh," Chloe guardò verso la tata che annuì sorridendo "va benissimo."

Saltellando sempre più felice, la bambina corse dai suoi nuovi amici di Manhattan. A vederla lì, le sembrava la bambina più contenta del mondo. Era quello il suo posto. Non in una squallida casa che cadeva a pezzi del Bronx.

Così il giorno dopo, Chloe cacciò il vestito buono, quello di colore blu che di solito metteva alle feste di Natale, e le ballerine bianche che fece indossare a Becky. Le raccolse i capelli in due treccine che finivano sopra le spalle.

Chloe, invece, indossò una gonna a vita alta blu e una canotta panna, con sopra un cardigan grigio e degli stivaletti. Non era un'amante dei tacchi, inoltre non aveva tutte quelle scarpe che avrebbe voluto avere.

Si strinse nel suo cappotto pesante e si incontrarono con Colton, davanti alla fermata della metropolitana. Avrebbero comprato un regalo e poi sarebbero andati alla festa.

Il ragazzo aveva voluto prestare un po' di soldi da aggiungere a quelli delle due ragazze, avevano solamente tredici dollari e se li sarebbero fatti bastare. Passarono anche da Sephora dove si spruzzarono addosso qualche profumo costoso dai tester.

Appena raggiunsero il grande palazzo, suonarono ed entrarono dentro, dove vennero accolti dalla festeggiata.

"Becky!"

"Baily!"

Le due bambine si abbracciarono e dopo averle dato il regalo, scapparono verso l'area dedicata i giochi.

Quella casa era talmente grande. Solo il soggiorno era grande quanto tutte le stanze, bagno compreso, del piccolo appartamento di Chloe e della sua famiglia.

"Devi stare al telefono anche adesso?" Chloe sbuffò, vedendo l'amico incollato al piccolo schermo.

"Oh andiamo, tanto qui è impossibile divertirsi con questi ricchi del cazzo!"

"Stai zitto. Siamo qui per Becky, non per noi!" lei gli diede uno schiaffo sul braccio.

"Be', sono comunque dei ricchi del cazzo"

"Smettila di chiamarli così!"

Colton alzò le spalle e si limitò a rimanere in silenzio accanto alla sua amica, che intanto aveva preso da mangiare. Tipo, cibo vero. Dolci veri; addirittura te e caffè in tazze di ceramica che pareva essere costosissima.

"Chloe, Nina vuole vedermi... Ti dispiace se...?"

"Non ci credo. Mi pianti qui per Nina?" stava per mettersi ad urlare e non aveva portato con se neanche le sigarette.

"Te la sai cavare. Lo fai sempre!" le lasciò un bacio sulla guancia e poi andò via, dopo aver salutato Jordin.

Chloe cercava di mantenere la calma. Era felice che il suo migliore amico avesse finalmente trovato qualcuno, ma il fatto che mettesse quella puttana al primo posto non le andava giù per niente.

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