Quando finalmente Chloe si svegliò, quel sabato mattina, fu a causa della luce del sole che entrava da delle finestre più grandi del solito e dello squillare infinito del suo telefono.
Non appena aprì gli occhi, si rese conto immediatamente che quella non era la sua casa. Il letto era più grande, i cuscini erano di più, le pareti erano quasi immense ai suoi occhi, le vetrate ridavano su Central Park e non su un parcheggio desolato e infine il profumo che c'era in quella stanza non era certo il suo.
Si alzò immediatamente a sedere, maledicendosi mentalmente per via del mal di testa che venne subito dopo, e si guardò intorno. Notò che c'era un altro spazio diviso solo da metà muro e alzandosi lentamente andò verso di esso.
Davanti alla sua vista comparirono subito centinaia di vestiti, decisamente era una cabina armadio. E lì c'era proprio un ragazzo biondo che si stava levando il pigiama per vestirsi.
"Oh Dio!" Chloe si lasciò sfuggire un sospiro e si portò le mani alla bocca.
"Chloe, ma allora sei viva!"
"Come scusa? E che ci faccio qui?"
"Oh ma non ti ricordi? Ieri sera sono venuto a prenderti a casa, siamo andati a berci qualcosa e poi mi hai letteralmente trascinato fino a qui per portarmi a letto" Luke alzò le spalle con fare indifferente.
"Tu hai fatto cosa?" era a dir poco incredula "E io e te abbiamo...?"
Stava per scoppiare a piangere. Non si ricordava niente della sera prima e a quanto stavano le sue parole non si sarebbe neanche stupita. Certo, quella magari non sarebbe stata la prima volta, ma con Luke non poteva farlo.
"Chloe?" Luke le sventolò la mano davanti agli occhi "Ci sei? Guarda che scherzavo. Sei venuta al locale dove stavamo io e Calum e dato che eri ubriaca da far schifo ti ho portata a casa da me, dato che tu non 'potevi' dirmi dove abitavi" mimò le virgolette con le dita.
Chloe si sentì più leggera, che quasi aveva paura di volare via, dopo quelle parole. Le aveva fatto prendere un colpo e ora stava letteralmente piangendo.
"Hey, che succede?" lui si sedette sul letto accanto a lei e le strinse le spalle.
"Io... Fottiti, Luke!"
"Oh, be, scusa se non ti ho lasciata in mezzo alla strada in quelle condizioni ieri sera!"
"No, non per quello. Cristo, mi hai fatto prendere un colpo!" si alzò e si passò le mani trai i capelli.
"È da ieri sera che parli, ma io non capisco una parola. Se magari ti va di spiegare forse saprei come risponderti, sai?"
"Perché cosa ho detto ieri?" finalmente si stava calmando.
"Che non potevi dirmi dove abitavi perché è un segreto, che Nina, se non ricordo male, è una puttana e che lei e un certo Colton non li potevi più sopportare."
La bionda stava per rispondere qualcosa, quando fu interrotta dal suo telefono che non smetteva di suonare.
"Oh, e quello suona da stamattina." precisò il biondo.
Lei lo ignorò e corse a cercare la sua borsetta, che si trovava ai piedi del letto e cacciò il telefono da essa, facendo scivolare fuori, senza che lei se ne accorgesse, uno spinello e l'accendino.
"Mamma?"
"Chloe posso sapere dove diavolo sei finita?" la preoccupazione si poteva sentire a miglia di distanza.
"Oh, sono da Colton, sai questa mattina mi sono svegliata presto e siamo andati a correre..."
Mentre lasciava che dalle sue labbra uscisse parola dopo parola, bugia dopo bugia, bruciava segretamente di invidia per il panorama sotto di lei. Si era avvicinata all'enorme finestra di vetro dal lato opposto del letto su cui aveva dormito tutta la notte fino a poco prima.
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Bronx
FanfictionChloe scese dal letto e quasi cadde, ma fortunatamente Luke era già vicino a lei, pronto a prenderla e a poggiare le sue labbra sulle sue. "Non puoi tirarmi fuori da tutto questo con un bacio." disse infine lei. "Forse. Ma non puoi impedirmi di pr...