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Non appena lunedì pomeriggio Chloe entrò nella libreria dove lavorava, venne subito accolta da Tyler; ma non il vecchio e solare Tyler a cui lei era abituata.

"Okay, Colton mi ha raccontato la tua enorme cazzata." le disse, mentre lei poggiava la borsa nel retro.

"Be, felice di sapere di essere il centro delle vostre conversazioni. E sei tornato dalla California da quando? Un paio di giorni?" gli rivolse un sorriso falso, e poi andò a mettere a posto alcuni libri.

"Senti, capisco che ci tieni, che lo ami e che non vuoi che si faccia del male, e per questo ti rispetto, ma una relazione è tra due persone, Chloe. Due. O tre, se poi uno dei due è stronzo, o persino quattro se anche l'altro..."

"Ho capito!" Chloe lo interruppe, ridendo e scuotendo la testa.

"Bene, allora vai da lui e parlagli."

"No. Sta con Hayley."

"Ma ama te."

"Lui non... Sono già passati due mesi dall'ultima volta che abbiamo parlato. E poi tu che ne sai?" lo guardò confusa, ma comunque felice di sentire quelle parole, anche se non era sicura che fossero vere.

"Colton ha sentito ciò che vi dicevate quella sera, e se non fosse già abbastanza ovvio, mi ha riferito tutto." alzò le spalle, come nulla fosse.

"Oh è bello non avere più una privacy."

"Sai cos'è che ti da fastidio veramente?" Chloe si fermò e si appoggiò allo scaffale con le braccia conserte, rivolgendogli la sua completa attenzione "Ti da fastidio sapere che tu hai torto e noi ragione. Sappiamo tutti che ti sei pentita di ciò che gli hai detto nello stesso momento in cui lo facevi."

La ragazza non disse più niente, e si girò per andare nell'altra corsia, lasciando Tyler da solo, che se la rideva per il suo comportamento. Aveva appena fatto centro.

"Almeno come è andato il tuo ultimo primo giorno di scuola?" le chiese lui.

"Fottiti." rispose Chloe, facendolo scoppiare a ridere.

Quando finalmente finirono i loro turni, i due ragazzi si salutarono e poi si divisero, per tornare ognuno a casa loro.

Chloe decise di farsi un bel pezzo a piedi. Non aveva voglia di andare in metropolitana, non ancora almeno. Così cacciò una sigaretta e la accese, dopo averla presa tra i denti.

"Hey, scusa, hai da accendere?" un gruppo di ragazzi, la chiamarono.

"Uhm, si." Chloe si avvicinò, mentre cacciava l'accendino dalla borsa e glielo porse.

"Grazie." il moro prese l'oggetto e accese la sua sigaretta e poi quelle dei suoi amici, prima di ridarglielo.

"Prego." sorrise brevemente e poi si girò per andare via.

Purtroppo non andò molto lontano. Uno di quei ragazzi le si piazzò davanti, bloccandole la strada e gli altri la accerchiarono.

"Già vuoi andare via?"

"In realtà, si." rivolse loro un sorriso falso e provò a superarli di nuovo, ma la presero da un braccio e la spinsero di nuovo indietro "lasciatemi andare."

"Sennò cosa fai? Chiami il tuo papino? Ah, già, aspetta..."

Quelle parole le diedero i brividi. Come facevano a spiare di suo padre e come facevano a sapere soprattutto chi fosse lei?

"Oh, povera, Chloe è rimasta senza parole." ghignò l'altro, prima di tirarle un pugno dritto allo stomaco che la fece cadere a terra, levandole il fiato.

"Oh, andiamo. Forse l'abbiamo colta di sorpresa, in fondo non ci conosce neanche." l'altro le tirò uno schiaffo sulla guancia.

"Hai ragione. Perché allora non vieni con noi?"

La spinsero via con loro verso una macchina nera parcheggiata lì vicino e non fece neanche in tempo ad urlare, perché subito le coprirono la bocca con un fazzoletto, imbevuto di qualcosa che le fece perdere subito i sensi.

Quando si risvegliò, senza sapere neanche quando, era ancora in macchina. Era seduta sul sedile centrale della parte posteriore dell'auto.

"Buongiorno principessa."

"Dove mi state portando?" ringhiò lei, cercando inutilmente di liberarsi, visto che aveva polsi e caviglie legate.

"A casa. Non è lì che stavi andando?"

"Cosa volete da me?"

"Be, tuo padre ci doveva dei soldi, prima di morire, ma sappiamo bene che tu non ne hai."

"E allora?"

"Potresti essere il nostro, come dire, giocattolo. Insomma, non credo tu preferisca andare in centrale e dire di noi, anche perché sappiamo tutti del tuo punto debole, Becky se non sbaglio. E poi un altro motivo per cui non vuoi andare lì, è perché io darò loro le prove del tuo essere una puttana. E tu non vuoi andare in galera."

Chloe rimase senza parole. Ci avevano centrato in pieno. Mille punti per loro e zero per lei.

"Tranquilla, non sarà per sempre." disse l'altro "solo finché il debito non sarà pagato."

"O finché non avremmo più voglia di te." continuò il ragazzo alla sua destra, ridendo e facendo ridere anche gli altri.

Non appena arrivarono davanti casa sua, la macchina si fermò. Chloe era senza parole e quei ventenni la stavano solo facendo agitare di più.

"Quindi ci siamo chiariti, principessa?"

"Fottetevi."

"Lo prendo per un sì. Hai una settimana di tempo per salutare tua sorella e i tuoi amici. Poi verrai con noi."

La fecero scendere e Chloe riprese a respirare, nonostante le venisse da vomitare più che mai.

Bronx Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora