EVA
Il mattino è arrivato troppo presto e con lui anche l'ora di andare a Roma, domani è il compleanno di Filippo, ma ho deciso di andare un giorno prima per passare più tempo con lui.
Elia è rimasto a dormire qui stanotte, ma stamattina presto mi ha svegliata per dirmi che andava a casa a prendere le ultime cose per andare a Milano. Per farlo stare tranquillo, gli ho permesso di accompagnarmi a Roma. "Sono di passaggio" mi ha detto a cena, e ovviamente, mio padre, che si fida ciecamente di Elia, ha preferito che lui mi accompagnasse.
Ho un nodo allo stomaco, una brutta sensazione, non ho mai provato un'ansia simile, spero che fili tutto liscio, perché non mi va di creare altri casini nella mia vita.<<Allora, cara, per favore, sta attenta e se dovesse succedere qualcosa chiamaci.>> Squittisce mia madre e mi abbraccia. Perché tutti pensano che debba accadere qualcosa?
<<Mamma, sta tranquilla, andrà tutto per il meglio.>> Dico, cercando di convincere più me stessa che lei.
<<Devo andare, Elia deve affrontare un lungo viaggio.>> Ed è vero, sono tante ore di macchina, non capisco perché non abbia preso un treno, avrebbe risparmiato parecchie ore, ma è testardo e fa sempre a modo suo. Come se non bastasse, non conosco il motivo di questo suo improvviso viaggio per Milano, non me ne ha mai parlato, e mi riprometto di chiederglielo quando saremo in macchina.
<<Abbi cura di lei.>> Strilla mia madre ad Elia quando salgo in auto.
<<Stai tranquilla, Emanuela, non permetterò che le accada qualcosa.>> Dice lui e la abbraccia per poi salire in auto e mettere in moto.
<<Allora mhh...>> Inizio ma mi zittisce scompigliandomi i capelli. Che odio quando lo fa, lui e mia sorella hanno questo vizio orribile di scompigliarmi i capelli, nonostante sappiano che mi da fastidio. Lo fanno per dispetto, per vedermi imbronciata.
<<No, signorina, niente domande su Milano.>> Ovviamente, non vuole mai dirmi i fatti suoi. Sbuffo e metto il broncio e lui mi pizzica la guancia per poi portarsi le dita alla bocca e baciarsele. Gli faccio un gestaccio e lascio che la musica pervada il mio corpo.
****
Credo di essermi appisolata, quando sento l'auto fermarsi. Siamo già arrivati? Guardo l'ora, siamo in viaggio da solo un'ora e vedo Elia scendere all'Autogrill.
<<Vuoi mangiare qualcosa? Ti vedo sciupata ultimamente.>>
<<Magari sì, ho una certa fame.>> Dico, slacciandomi la cintura.
<<Ci credo, hai dormito per tutto il viaggio, ed io che volevo farmi una chiacchierata con te.>> Mi dice sorridendo ed io gli faccio una smorfia.
Entriamo in Autogrill e ne approfitto per andare in bagno, al mio ritorno, Elia mi aspetta con due ciambelle in mano, un ginseng per me ed un caffè per lui. Mi conosce troppo bene.<<Non saranno le sfogliatelle di Napoli, ma sempre meglio di un pancino che brontola!>> Esclama baciandomi il naso.
<<Hai ragione, ma lo sai che amo le ciambelle al cioccolato, quindi mi fai felice.>> Fa spallucce, come a dire Sì, ti conosco meglio di chiunque altro. Ed è vero. Mi conosce anche meglio di me stessa.
Dopo aver divorato le ciambelle e bevuto i nostri caffè, Elia si appoggia alla sua auto e si porta una sigaretta alla bocca, è un gesto che viene bene solo a lui, gli altri ragazzi sono dei buffoni a confronto, ma io sono di parte.
<<Quello schifo ti ammazza.>> Dico, mettendomi accanto a lui. Scuote la testa sorridendo, oggi sorride veramente tanto. Mi piace questa cosa.
Fa il gesto di porgermi una sigaretta ma io la rifiuto e mi dipingo un espressione inorridita sul viso.<<Piccola, non sarà questa ad uccidermi.>>
<<Piccola?>> Gli chiedo, sbuffando una risata.
<<Sì, piccola, non ti piace?>>
<<Sì che mi piace, ma non lo so, è strano, è...intimo>> Dico imbarazzata.
<<Pensavo che io e te fossimo più che intimi, facevamo il bagno insieme da piccoli.>> Sorrido pensando ai tempi andati.
<<Già, ma non era altrettanto bello quando facevi pipì nella vasca. Sei sempre stato disgustoso.>>
<<Marcavo solo il territorio, e mi assicuravo che nessun bambino si avvicinasse a te, ricordi?>> Scuoto la testa ed entrambi scoppiamo a ridere.
Questi momenti con lui, portano un sacco di allegria nella mia vita. Il modo in cui mi abbraccia per proteggermi dal mondo, il modo in cui, da piccoli, si travestiva da Superman e mi ripeteva con quella sua vocina minuta che mi avrebbe protetto dai mostri sotto al mio letto.
O come quando costruivamo dei fortini con i pesanti cuscini del divano, e lui mi chiedeva di rimanere al sicuro mentre combatteva contro il drago sputafuoco che mi teneva prigioniera.
Spero vivamente, che questi ricordi siano ancora freschi dentro di lui e spero che i nostri figli, crescano insieme, e che si vogliano bene, come me e lui.
Lo guardo mentre scruta attento la strada e con la mano controlla che io mi sia allacciata bene la cintura, è un'abitudine che ha sempre avuto, anche da bambini, quando facevamo i lunghi viaggi insieme, controllava che avessi sempre la cintura ben attaccata, non importava se lo avessero fatto già mia madre o mio padre, doveva farlo anche lui. Questo suo istinto di protezione nei miei confronti, c'è sempre stato, fin da quando ne ho memoria.
Quindi lo capisco quando si incazza perché mi vede piangere dopo aver litigato con Filippo, lo capisco, davvero, ma certe volte mi sembra di essere in trappola e di soffocare.<<Eccoci qui, è arrivata a destinazione.>> Annuncia e con un gesto teatrale viene ad aprirmi lo sportello per poi porgermi la mano e farmi scendere dall'auto.
<<Quanto sei teatrale.>> Gli dico lasciandogli uno schiaffo sul sedere.
<<Queste si chiamano molestie, al mio paese. Sta bene attenta o potrei denunciarti.>> Dice per poi prendere le mie valigie dal sedile posteriore. Guardo l'enorme casa di Filippo e sospiro. Andrà tutto bene. Me lo ripeto da quando sono partita da casa. Il suo regalo gli piacerà, ed anche il fatto che io sia qui, senza il minimo preavviso. Sarà contento.
Elia nota la mia ansia e mi accarezza la schiena mentre mi accompagna al grande cancello bianco. Insiste per aspettare che Filippo mi apra, ma non scorre buon sangue tra loro, e so già che l'uno o l'altro potrebbero reagire eccessivamente. Elia perché odia Filippo e lo minaccerebbe di non trattarmi male, e Filippo perché si lamenterebbe di vedere Elia con me.
Ultimamente gli infastidisce parecchio il rapporto che ho con Elia. Che paradosso lui va a letto con altre ed io sono quella che deve stare alla larga dal mio migliore amico, che non mi sfiorerebbe nemmeno per sbaglio.
Lo guardo mentre si dondola sui talloni, incerto sul da farsi, e capisco che non vuole lasciarmi sola.<<Sta tranquillo, starò bene, ora va, il viaggio è lungo.>> Mi stringe forte a se mi sussurra che gli mancherò.
<<Hai il mio numero e Tommaso ti ha dato il suo, quindi per favore, per qualunque cosa chiamami, poi chiama lui, che farà prima a venire a prenderti.>> Gli ripeto per la quarta volta che starò bene e lui mi abbraccia nuovamente, quant'è drammatico oggi. Monta in macchina e va via.
Guardo il possente cancello e non sono più sicura di volere che si apra. Dopo qualche secondo, e dei lunghi respiri per calmare l'ansia, suono il campanello e il cancello si apre emettendo un rumore fastidiosissimo che mi ricorda il pianto delle mandragole di Harry Potter.
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17 Metri sopra il livello del mare
ChickLitEva è una ragazza pronta a varcare la soglia del "mondo dei grandi". Il suo sogno è fare la psicologa ed è pronta a tutto pur di realizzarlo. E' sostenuta dal suo migliore amico, Elia e dalla sua famiglia. Eva scoprirà che la vita però, è imprevedib...