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ELIA

Dopo aver chiuso la telefonata con Tommaso, voglio capire se c'è la possibilità di fare un trapianto, non voglio lasciare Eva. Non voglio provocare questo dolore a nessuna delle persone che amo.

Eva sta ancora dormendo, era talmente tanto stanca. Dopo pranzo, ha pianto tantissimo, spiegandomi le ragioni per cui ha deciso di mollare l'università, ovviamente le ho suggerito di non farlo.

Sono del parere che deve sempre esserci qualcuno al tuo fianco, quando vuoi mandare i tuoi piani ed i tuoi sogni a puttane, qualcuno che ti riporti sulla retta via e che ti faccia comprendere che gli sforzi che fai adesso, ti saranno ripagati in futuro.

Io ho deciso di non continuare gli studi perché non fanno per me. Non fa per me seguire delle regole e stare seduto in un banchetto per tante ore ad ascoltare un tizio che mi spiega come sono fatti gli atomi, o come si svolgono i logaritmi o, peggio ancora, che mi parli della Divina Commedia e mi inviti a rileggerla per l'ennesima volta. Certo, l'università ti aiuta a costruirti una carriera, ad essere indipendente e perché no ad essere anche leader di una squadra, ma non fa per me. Non mi ci vedo in quel mondo. Fino a prima di scoprire di avere il cancro, stavo pensando di prendere un attestato per diventare meccanico, i motori mi fanno impazzire, poi è arrivata la mia sentenza ed eccomi qui a pregare che si possa fare qualcosa per salvarmi.

Non so se lo faccio per me o per i miei genitori o per Eva o per Tommaso, semplicemente lo faccio. A 22 anni ci si dovrebbe divertire, non pensare a come sopravvivere, ma la vita a volte è ingiusta e Dio ci pone dinnanzi a grandi ostacoli, forse perché siamo abbastanza forti da superarli, o forse perché si diverte a chiamarci a se facendoci dapprima apprezzare la vita e successivamente farcela perdere.

Dio.

Che grande, grandissimo mistero.

Non ho mai capito a che tipo di religione io appartenga, in realtà, ho sempre sminuito la Chiesa, Dio e chiunque ne faccia parte. Mi è sempre parso stupido affidarsi a qualcuno che non abbiamo mai visto, di cui non abbiamo alcuna prova materiale se non "racconti" scritti e qualche credenza popolare. Se qualcuno lassù esiste davvero, probabilmente ci odia tutti per il male che ci facciamo tra di noi e per come stiamo facendo soffrire il nostro pianeta. Non ho mai creduto più di tanto che lui/lei, perché di base nessuno ha definito il sesso di questo onnipotente, potesse ascoltare le nostre preghiere, ma ora, malato e morente, mi ritrovo a pregare quasi ogni sera per la mia anima. Beh, non solo per la mia anima, ma anche per quelle delle persone che amo, per far sì che non si perdano nell'oscurità quando non ci sarò più. Forse Dio ha qualche piano in mente per me, o forse, la mia esistenza non contribuisce positivamente allo sviluppo umano e quindi ha deciso di farmi fuori. Questa cosa mi fa ridere, ho immaginato come fossi da vecchio, probabilmente mi sarei fatto crescere la barba ed i capelli, sarei ingrassato bevendo birra e mangiando patatine mentre guardavo i miei nipotini scorazzare per il salone. Ma non sarà così, non avrò figli, né nipoti e va bene così. E' così che deve andare.

Ma comunque, approfitto del fatto che Eva stia dormendo per andare in ospedale e parlare con il mio medico. Mentre faccio per uscire, sento arrivare una notifica sul cellulare di Eva, mi allungo a leggerla e noto che è Tommaso, avverte che sta per partire e che sarò qui tra 5/6 ore. Ottimo, ho tutto il tempo di fare con comodo. Lascio un bacio veloce sulla fronte di Eva e le rimbocco per bene il plaid per poi uscire di casa.

Prima di andare in ospedale, vorrei passare al cimitero, ho voglia di parlare con la mia piccola sorellina. Era bellissima, aveva i capelli lunghi e biondi e due occhioni azzurri grandi quanto l'universo.
Era la mia luce, la mia roccia, alla sua morte ero distrutto, distrutto ed incazzato. Forse anche per questo non ho mai creduto pienamente in Dio, come può un essere onnipotente che fa scrivere di se e dice di amare i suoi figli, risucchiare via la vita dai bambini? Agli unici angeli che portino un po' di spensieratezza sulla terra. Insomma, che grande reato avranno mai commesso per essere puniti in questo modo? Non è giusto.

Dopo un po' arrivo al cimitero, era da tanto che non venivo e varcare la grande entrata mi fa un effetto strano e quasi mi viene da piangere. Non ricordo nemmeno più dove è stata seppellita mia sorella. Non mi piace venire, mi vengono in mente troppe cose e la rabbia risale a galla, ma oggi, oggi ho bisogno di stare qualche minuto con la mia sorellina. Arrivato ai piedi della sua tomba, vi poggio il mazzo di rose che ho preso all'ingresso e fisso per un po' la foto che la rappresenta. Lei sorridente, con quegli occhioni che fanno invidia a chiunque e quel sorriso enorme che era capace di portare gioia a chiunque.

<<Ciaosorellina, che cosa strana parlare con un pezzo freddo di marmo. Ho bisogno dite più che mai, la mia vita mi sta sfuggendo dalle mani, penso che tiraggiungerò presto. La cosa positiva è che potrò finalmente rivederti, o forseno, non so bene dove vadano a finire le nostre anime quando i corpi cessano divivere. Lo sai, non ho mai creduto al paradiso o cose del genere, e se dovesseesistere, è riservato a chi nella vita è stato davvero buono e diciamo che io,non sono un buon partito per il paradiso, ma comunque, una brutta malattia mista mangiando da dentro, non l'ho detto alla mamma, né a papà, né a Eva, forseperché sono convinto che tenendoli all'oscuro di tutto li salvaguarderei da undolore troppo grande. Ma forse sbaglio a tenermi tutto dentro, ad affrontarequesta malattia da solo e a chiudermi in me stesso. Loro mi vogliono bene ed ègiusto che sappiano, no? In ogni caso, mi manchi tanto e spero di potertirivedere presto piccola stella. Ti voglio un bene immenso.>> Resto ancoralì per parecchio, parlare ad un pezzo di marmo mi ha, sorprendentemente,alleggerito un po'. Lascio che le mie lacrime ruzzolino via, com'è giusto chesia, piangere è da persone forti. Vuol dire che hai dei sentimenti, che hai uncuore e che hai tanta voglia di amare ed essere amato. Non la trovo una cosa da"deboli" come la definiscono tutti, penso sia debole chi non piange, perché sitrattiene dal provare emozioni, si priva di sfoghi e abbracci.
Piangere e stare un po' solo, mi ha fatto capire che ho bisogno di averequalcuno con me, che non devo portare questo fardello da solo, così mi alzo,saluto mia sorella e torno a casa. Eva deve saperlo. 

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora