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TOMMASO

Esco velocemente dall'edifico, incamminandomi verso casa. Dopo alcuni metri sono costretto a fermarmi, il fatto che io abbia scoperto chi ha il mio stesso sangue mi disgusta. Com'è possibile che Filippo sia mio fratello? Come? E soprattutto perché è capitato a me? Questa notizia distruggerà Eva e non poco, e se lei decidesse di chiudere e di non vedermi più? Ne morirei. Non posso perderla, è l'unica persona che ha dato un senso alla mia vita.
Sono in pieno stato di shock. La testa mi gira e ho voglia di strapparmi il cuore dal petto e lanciarlo tra le macchine che sfrecciano veloci. E' forse una delle notizie peggiori che io potessi mai apprendere. Non posso nascondere anche questo ad Eva, sono già tante le cose che non sa, non posso mentirle anche io. Devo partire immediatamente, parlare con Elia e subito dopo con Eva.

Una volta a casa preparo tutto il necessario per partire.

<<Mamma! Papà !>> Li chiamo per tutta casa.

<<Siamo qui.>> Annuncia mia madre dal soggiorno.

<<Voi lo sapevate? Sapevate chi sono i miei veri genitori?>> Chiedo frenetico mostrando loro il fascicolo con le foto.

<<No, certo che no, hanno scelto un adozione chiusa. Non li abbiamo mai visti.>> Risponde mia madre guardando le loro foto.

<<Sapete che esattamente dopo un anno hanno avuto un altro figlio? E indovinate un po', ciliegina sulla torta, mio fratello è anche l'ex tossico e traditore della mia fidanzata. Bello vero?>> Strillo e poi mi siedo in poltrona lasciando che le mie lacrime finalmente si sfoghino.

<<Tranquillo, puoi sempre far finta di non averlo mai scoperto.>> Mi suggerisce mio padre e so che ha ragione. Ho vissuto per 22 anni senza di loro, sicuramente incontrarli adesso non mi cambierà la vita, ma non posso mentire a lei su questa cosa. Non posso. Non me lo perdonerebbe mai.

<<Lo so, ma non posso nascondere ad Eva la verità. C'è già la questione di Elia e dell'adozione. Che ha fatto di male quella ragazza per meritarsi tutti questi dispiaceri?>> Mi passo una mano sul viso mentre continuo a singhiozzare. Ho raccontato ai miei tutta la verità sulla malattia di Elia e sull'adozione di Eva. Erano dei macigni troppo pesanti da portare sulle spalle, così mi sono alleggerito parlandone con loro.
Devo dirglielo e se a me ci tiene davvero, come dice, non mi lascerà, vero?

<<Adesso devo tornare a Napoli, non posso restare un minuto di più, senza di me Elia fa di testa sua.>> Sbuffo e mi alzo dal divano andando in camera mia. Cammino per qualche minuto su e giù nella mia stanza d'infanzia. La cosa che più mi ha sorpreso è che esattamente un anno dopo avermi abbandonato, hanno cercato un altro figlio, perché? Che è successo? Perché mi hanno abbandonato? Se non volevano figli non avrebbero dovuto farne un altro, giusto?
Troppe domande e nessuna risposta. So che se voglio trovare risposta alle mie infinite domande, devo confrontarmi con loro. Ma come faccio? Mi presento lì e dico 'Salve sono vostro figlio, possiamo parlare?' Mi prenderebbero per pazzo e poi, diciamoci la verità, senza Eva al mio fianco sarei un molliccio incapace di parlare. Quindi adesso torno a casa, ne parlo con entrambi e cerco di convincerli a venire con me a Roma. Questa situazione non fa bene alla mia tesi di laurea, dovrei laurearmi tra circa tre mesi. E' tutto pronto, esami dati, CFU completati, mi manca solo la tesi...che non riesco a stendere, sono bloccato. Completamente bloccato. Ma comunque, per adesso, c'è tempo, voglio pensare per un attimo alla mia sanità mentale.

Prendo le valige e avverto Eva che tra circa 5 ore sarei arrivato a Napoli, saluto velocemente i mie genitori e vado via. 

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora