ELIA
Vedere Eva in quelle condizioni, mi ha spezzato il cuore. Non merita tutto il dolore che sta provando, quel dolore che io, colui che le ha giurato di non ferirla mai, le ha inflitto. Tommaso ha ragione, ha sempre avuto ragione, è solo colpa mia se lei non era ancora al corrente della verità. Io che ho scaricato l'intera responsabilità sui suoi genitori, avrei dovuto dirglielo parecchi anni fa. Avrei dovuto risparmiarle questo enorme delusione. Ho sentito il mio cuore ormai divorato dal cancro andare in frantumi, nell'esatto momento in cui lei ha varcato la soglia della porta di casa. Se n'è andata via per sempre. E odio che tutto ciò sia principalmente colpa mia. Mi sdraio sul letto cercando di calmarmi perché i miei polmoni malati non mi permettono di agitarmi troppo, ne tantomeno di piangere a singhiozzi. Faccio l'unica cosa che in questo momento posso fare, prendo il cellulare e chiamo la madre di Eva. Risponde dopo qualche squillo.
<<Eva lo sa.>> Esordisco, senza darle tempo di salutarmi.
<<Che?>>
<<Lo sa, penso stia venendo da voi per parlare. Ha messo i suoi vestiti in un borsone e se n'è andata, non so cosa abbia intenzione di fare, ma ti prego, non permetterle di andare via.>> Dall'altra parte sento la madre di Eva singhiozzare.
<<Prima o poi avrebbe dovuto scoprirlo. Andrà tutto bene.>> Mi rassicura lei.
<<Smettetela di dirlo tutti, non è così. Avreste dovuto dirglielo già parecchio tempo addietro, è principalmente colpa vostra se ora siamo in questa situazione.>> Le mie parole sono come veleno sulla mia lingua e scaricare la colpa sui genitori di Eva mi alleggerisce un po' il petto.
<<Lo so, ma non ne abbiamo avuto il coraggio.>> Confessa la donna che l'ha cresciuta.
<<Lo so, ma adesso l'abbiamo persa tutti. Eva se n'è andata. >> Senza curarmi di aspettare una sua risposta, chiudo la telefonata e avvolgo il mio corpo tra le coperte in cui è ancora impresso il suo profumo e prego che Tommaso la riporti a casa, sana e salva. Prego che mi stia accanto ancora per un po', che riuscirò a vivere fino a quando lei non mi perdonerà. Chiudo gli occhi e, tra le lacrime, mi abbandono ai dolci ricordi di quando il nostro unico problema era il grosso drago sputa fuoco che la teneva prigioniera. Ed in questo momento, mi viene da pensare che, metaforicamente, tutti noi siamo il drago che l'ha tenuta prigioniera per così tanti anni, adesso finalmente è riuscita a scappare dalla torre, infliggendo una lama affilata nel petto di questo mostro che l'ha tenuta prigioniera. Adesso lei è riuscita a scappare, a liberarsi, e non ha intenzione di tornare indietro. Ma io, egoisticamente, spero che ritorni in quella alta torre, così che possa starmi accanto mentre, lentamente, la mia anima abbandona il mio corpo.
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17 Metri sopra il livello del mare
Chick-LitEva è una ragazza pronta a varcare la soglia del "mondo dei grandi". Il suo sogno è fare la psicologa ed è pronta a tutto pur di realizzarlo. E' sostenuta dal suo migliore amico, Elia e dalla sua famiglia. Eva scoprirà che la vita però, è imprevedib...