TOMMASO
Dopo cena, le ragazze decidono di guardare un film ed Elia si chiude in camera sua. Per tutta la sera, mi ha rivolto a stento la parola, e quelle poche volte che lo faceva, era sgarbato, quindi decido di seguirlo e capire che problema abbia, all'improvviso, nei miei confronti.
<<Posso sapere perché a stento mi hai rivolto la parola?>> Irrompo in camera sua e lo vedo seduto sul letto.
<<Non si bussa?>> Risponde, senza nemmeno guardarmi.
<<Rispondimi.>> Alzo leggermente la voce e lui finalmente mi guarda. Si alza e viene verso di me. La sua mano a stringermi la camicia e i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
<<Posso accettare qualsiasi cosa, qualsiasi, tranne il fatto che te la sbatti con me nella stanza accanto.>> Ringhia e vedo la vena sul suo collo pulsare sempre di più ad ogni secondo che passa. Allora è questo il suo problema?
<<Eva è grande, può scegliere lei con chi andare a letto. E poi quanto sei volgare, parli in questo modo della tua migliore amica?>> A mia volta alzo la voce e stringo i pugni lungo i fianchi, cercando di mantenere la calma.
<<Tu sai cosa provo per lei e non ti crei nemmeno il problema che io possa sentirvi?>>I suoi occhi sono colmi di rabbia, freme e capisco che non vede l'ora che il pugno entri in collisione con il mio viso, ma si limita a stringermi il colletto della camicia.
<<Dormiamo insieme e stiamo insieme, cosa ti aspetti che facciamo?>> Mi sembra ridicolo parlare di questa cosa con lui. Mi lascia la camicia, che rimane stropicciata nel punto in cui la teneva in pugno e va a sedersi sul letto, con il fiato corto e affaticato. <<Non devi agitarti, non ti fa bene.>> Aggiungo.
<<Vaffanculo.>> Urla, lanciandomi il cuscino.
<<Elia, non voglio ferirti, lo sai, ma Eva è la mia ragazza, la amo. E mesi fa, quando ti confessai i miei sentimenti per lei, mi dicesti che ti stava bene, che era giusto che lei si facesse una vita. Ora dove sta il problema?>> Gli domando, cercando di calmarlo e sedendomi accanto a lui.
<<La ami?>> Mi guarda ed il tono della voce è basso, più calmo rispetto a prima. I suoi occhi scrutano i miei, tentando di scorgere qualche emozione.
<<Non immagini quanto.>> Ammetto ed è vero. E' inspiegabile l'amore che provo per lei.
<<La amo anche io.>> Tira su col naso e appoggia la testa sulla mia spalla. Io chiudo gli occhi per cercare con cura le parole da dire.
<<Lo so che la ami e non te la porterò via. Mai, lo sai.>> Lui annuisce ed io sospiro.
<<Ma viene a letto con te.>> Alza la testa e si allontana da me.
<<Lo so. Ci amiamo, è normale.>> Mi volto a guardarlo e lui fissa il vuoto, tirando su col naso e sospirando.
<<Vi amate.>> Ripete.
<<Ci amiamo.>>
<<Lei te lo ha detto?>> Mi guarda di nuovo e sul suo viso noto un piccolo bagliore di speranza.
<<No.>> E la cosa mi fa male. Mi ama anche lei? Se sì, perché non me lo ha ancora detto?
<<E come fai a dire che ti ama?>> Sembra un bambino in cerca di risposta ai 'perché' che gli frullano per la testa.
<<Perché spero sia così.>> Mi fermo per riprendere fiato e cercare di fargli capire come stanno le cose. <<Non farei mai nulla per ferirla.>>
<<Però le menti.>> Allude alla bugia sull'adozione.
<<Lo fai anche tu e dici di amarla.>> Sbuffo, alzandomi dal letto.
<<Io lo faccio perché non tocca a me dirglielo.>> E rieccolo che alza la voce.
<<Stessa cosa io e, tanto per la cronaca, io voglio dirglielo, sei tu che non vuoi farlo.>> Gli punto il dito contro e lui si acciglia.
<<Glielo dirò al momento giusto.>>
<<E quando sarà il momento giusto? Sul tuo letto di morte? Così non potrai sorbirti la sua rabbia?>> Stavolta urlo anche io e spero che Eva non mi abbia sentito.
<<Probabilmente sì, non devo darti alcuna spiegazione.>> Mi guarda con aria disgustata ed io soffoco una risata. Tutto questo è ridicolo.
<<Ed io non devo dare spiegazioni a te sul perché vado a letto con lei, ed ora, se vuoi scusarmi, vado a fare esattamente questo.>> Ringhio e prima che io possa aprire la porta, il suo pugno entra il collisione con il mio viso. Con le labbra insanguinate e la rabbia che scorre nelle vene, lo prendo per il colletto della maglia e lo sbatto al muro, faccio per sferrargli un pugno, ma poi mi fermo, lo guardo per qualche secondo e lo lascio andare.
<<Picchiami. Fallo. Non fermarti solo perché hai pietà di me.>> La sua rabbia è tanta ed io, per tutta risposta, esco dalla stanza, sbattendo la porta dietro di me. Mi pulisco il sangue dalle labbra e decido di darmi una sciacquata prima di entrare in camera mia. Non voglio che lei mi veda così e sono convinto che finirei per raccontarle tutto. E lo farò, lo farò appena dopo Natale, non posso aspettare oltre. Merita di sapere.
Entrato in camera, la trovo stesa sul fianco, con un libro tra le mani e gli occhi chiusi, intenta a sognare universi paralleli. La copro per bene e mi spoglio, sedendomi poi sul pavimento accanto alla porta. La guardo mentre dorme e il senso di colpo cresce in me. E' così bella quando dorme, le labbra leggermente socchiuse, i capelli che ricadono sul suo viso incorniciandolo perfettamente, gli occhi chiusi, immersi nel mondo dei sogni, come se i sogni fossero l'unica realtà felice in cui rifugiarsi. In questi casi, mentre la guardo dormire, mi accorgo di quanto sia piccola in realtà. A vent'anni affronta situazioni che non tutti sarebbero in grado di affrontare e mi fa male, tanto male, mentirle sul suo passato. Non sta a me dirglielo, ma se non io, chi? I suoi genitori non hanno intenzione di dirglielo e non sono nemmeno poi così sicuro che loro sappiano che io so. Elia rimanda sempre e se mai lei dovesse venire a saperlo dopo la sua morte, starebbe male il doppio. Che casino, è tutto un casino. Vorrei solo poter vivere la nostra relazioni in santa pace, senza complicazioni, senza litigi, senza bugie e spero che in futuro, tutto ciò accadrà. Voglio averla nel mio presente e nel mio futuro perché rimane l'unica certezza che ho in un mare di 'forse'.
Mi alzo e vado a mettermi accanto a lei, le lascio un bacio sulla fronte, poi prendo il computer e scrivo di lei, delle emozioni che mi fa provare e di noi, del futuro che spero di vivere. Con lei al mio fianco, a regnare sul nostro impero, fianco a fianco, come veri sovrani.
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17 Metri sopra il livello del mare
ChickLitEva è una ragazza pronta a varcare la soglia del "mondo dei grandi". Il suo sogno è fare la psicologa ed è pronta a tutto pur di realizzarlo. E' sostenuta dal suo migliore amico, Elia e dalla sua famiglia. Eva scoprirà che la vita però, è imprevedib...