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TOMMASO

Il Natale passa velocemente e capodanno si avvicina. Con l'arrivo dell'anno nuovo, la voglia di confessare la verità ad Eva cresce istante dopo istante. Negli ultimi giorni, dopo esserci confessati i nostri sentimenti di amore immenso, mi sento sempre più in colpa per quello che le sto nascondendo. Elia è sempre più convito di volerglielo dire dopo l'operazione, ma non sono molto convinto che lo farà sul serio.

<<Posso chiederti una cosa?>> Mi domanda la mia lei, mentre tiene in mano un libro ed ha la testa poggiata sulle mie gamba. Abbasso lo sguardo su di lei e la incito a continuare. <<Non cominciare questo nuovo anno con me se non hai intenzione di finirlo allo stesso modo.>> I suoi occhi sono colmi di preoccupazione e le sue emozioni in preda alla disperazione, in cerca di rassicurazione.

<<Piccola, voglio cominciare e finire questo anno con te, e ho intenzione di farlo per tutti gli anni che verranno. Fino a quando non ti stancherai di me e deciderai di mandarmi a quel paese.>> Lei sorride e allunga la sua testa verso la mia, io la abbasso e le nostre labbra si sfiorano.

<<Magari ti stancherai prima tu.>> Io scuoto la testa e poggio una mano sul suo ventre.

<<Non potrei mai. Mai.>> I nostri occhi, senza che le nostre bocche abbiamo parlato, si giurano, ancora una volta, amore eterno e lei ricomincia a leggere il suo libro ed io mi perdo nuovamente nei mie pensieri.

Dovrei dirglielo, voglio essere del tutto sincero con lei, perché è giusto così. Eva è completamente trasparente con me miei confronti, come se fosse un libro aperto, io invece no. Stasera le parlerò.

Dopo qualche ora, si addormenta ed io, delicatamente mi alzo facendo attenzione a non svegliarla.

Vado in camera di Elia e mi assicuro che la sua bombola d'ossigeno funzioni correttamente. Poi gli rimbocco le coperte e faccio per andarmene.

<<Diciamoglielo.>> Sussurra e mi volto a guardarlo.

<<Cosa?>>

<<L'infermiera stamattina mi ha detto che sto peggiorando e che potrei non arrivare vivo al giorno del trapianto, non voglio morire e avere una questione in sospeso con lei. Diciamoglielo.>> Mi siedo accanto a lui.

<<L'infermiera ti ha detto questo?>> Non posso fare a meno di pensare che potrebbe morire da un momento all'altro. Lui annuisce e chiude gli occhi, una lacrima gli bagna il volto.

<<Come reagirà secondo te?>> Mi domanda dopo qualche secondo di silenzio. Sospiro e mi passo le mani tra i capelli.

<<Non lo so, ho paura che andrà via di casa.>> Al solo pensiero mi sento a disagio, agitato e una voragine mi si apre sotto ai piedi, facendomi sprofondare negli inferi.

<<Mi lascerà.>>

<<Lascerà entrambi. Abbiamo tradito la sua fiducia.>> Lui annuisce.

<<Ma non è solo colpa nostra.>>

<<Lo so.>> Gli do una pacca sulla spalla e rimaniamo così per qualche minuto, immersi nei nostri pensieri e nelle nostre paure in comune: quella che la persona che più amiamo al mondo possa abbandonarci.

<<Non sono mentalmente stabile per dirglielo, fallo tu.>> Scarica la responsabilità su di me.

<<In teoria dovresti dirglielo tu, sei il suo migliore amico.>>

<<Sì, ma tu sei il suo ragazzo.>>

<<Ma voi siete cresciuti insieme.>>

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora