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EVA

Finalmente trovo la forza di scrivere un messaggio ad Elia, devo parlargli, per forza. Lui ha tutto il diritto di sapere del bacio che c'è stato tra me e Tommaso.

So che è stato un errore, un tremendo errore...ho appena chiuso con Filippo e immediatamente mi metto a baciare un altro, tremendamente bello, certo, e attraente e interessante, ma ho appena chiuso una relazione complicata, non voglio altri drammi nella mia vita.

Fortunatamente la settimana prossima cominceranno i corsi all'università, così mi distrarrò un po' e penserò al mio futuro. Devo concentrarmi solo su quello adesso, sul mio futuro e basta, è questo quello che conta. Niente più drammi, niente più amori e soprattutto, niente più baci.

Valentina è appena andata via, mi dispiace tantissimo per quello che sta passando, stasera usciremo insieme, per distrarci e goderci un po' la vita da ventenni. Niente ragazzi/ragazze, niente alcool (forse giusto un goccio per alleggerire gli animi), niente ripensamenti, solo tante risate tra amiche.

Mentre mi vesto per raggiungere il mio migliore amico al nostro solito posto, mia sorella entra in camera mia.

<<Ti dimentichi sempre di bussare?>> Le dico infastidita.

<<Uh, siamo irascibili oggi?>> Ironizza lei, appoggiandosi alla scrivania.

<<Simpatica. Cosa ti serve sorella?>> le chiedo mettendomi le scarpe e infilando il giubbotto di jeans.

<<Niente, volevo sapere chi fosse quel bel ragazzo che ti ha riaccompagnata stamattina.>>

<<Il coinquilino di Elia.>>

<<E?>>

<<E cosa? E' il suo coinquilino, non farti strani pensieri.>> Sbuffo e prendo la borsa.

<<Io lo dico per te Eva, hai appena chiuso con...>> La zittisco mettendole una mano sulla bocca.

<<Non me lo nominare nemmeno, per favore. Per me lui è morto, non lo voglio più sentire, né vedere. Lo so che ho appena chiuso con lui, infatti non ho intenzione di ricominciare una nuova relazione, stai tranquilla sorella.>> Le dico e poi le lascio un bacio sulla guancia e me ne vado.

Esco di casa e rabbrividisco, oggi fa davvero freddo. Penso che prenderò la macchina per andare da Elia, non me ne tiene di prendere il treno. Così salgo nella mia amata panda rossa e mi avvio agli scogli.

Sinceramente ho parecchia ansia, non so Elia come possa prenderla, né tantomeno come possa reagire, conoscendolo si arrabbierà, e molto, e probabilmente discuteremo davvero tanto, ma non importa. Tra me e lui non ci sono segreti, non ci sono mai stati e non voglio di certo iniziare adesso a nascondergli le situazioni che mi capitano. Elia è per me ciò che la luna è per le stelle, è il mio posto sicuro e odio vederlo arrabbiato o triste, è la persona più buona che io conosca e si merita tutto ciò che c'è di bello al mondo. Ha sofferto tanto e dopo la perdita di sua sorella, è come se si fosse chiuso in sé stesso, riesce a liberare la mente solo quando fuma o quando ridiamo a crepapelle insieme. Siamo l'uno la cura dell'altra, e non importa quale sarà il nostro destino, se mai ci sposeremo, se mai avremo dei figli, lui sarà sempre la mia cura ed io sarò sempre la sua cura... Ma, allo stesso tempo, siamo l'una il punto debole dell'altro e viceversa. Se uno di noi soffre, l'altro in automatico si sente soffocare, come se un serpente ci stringesse tra le sue spire; però poi tutto passa quando siamo insieme, quando ci consoliamo a vicenda. E' un legame indistruttibile, che durerà in eterno, qualsiasi cosa accada. Elia, è l'unica certezza che ho.

****

Arrivata finalmente al nostro posto, parcheggio l'auto e mi affretto a raggiungere il mio migliore amico seduto sugli scogli. Dalla postura sembra preoccupato o forse, triste? Ha le spalle curvate e la testa tra le mani. Cos'ha?

<<Elia.>> Squittisco quasi impaurita <<Che succede?>> Gli chiedo sedendomi accanto a lui e poggiandogli una mano sulla coscia. Lui si volta a guardarmi, ha gli occhi rossi e le labbra gonfie. Ha pianto, gli si gonfiano sempre le labbra quando piange.

<<Tu mi hai chiesto di vederci, cosa devi dirmi?>> Si volta a guardare il mare calmo, fissa l'orizzonte come a cercare una risposta.

<<Perché hai pianto?>> Ed ecco il serpente che mi stringe nelle sue spire, sento un dolore forte al petto, il mio migliore amico sta soffrendo e non ne capisco il motivo. <<Guardami.>> Strillo. Ma Elia, impassibile, prende una sigaretta e se la porta alla bocca.

<<Eva, devo andare a lavoro, cos'hai da dirmi?>> Ripete con tono freddo.

<<Prima devi dirmi cos'hai.>> Insisto e mi si gela il sangue nel vedere tanta indifferenza da parte sua.

Gira il viso verso di me e i suoi occhi penetrano nei miei, sono iniettati di sangue e di emozioni. Delusione, prevale quella. In quell'istante capisco, sa già tutto.

<<Sai già tutto, vero?>> Mi trema la voce. E ora?

<<Ah allora lo hai capito? Sì, so già tutto.>> Fa un altro tiro dalla sua sigaretta e torna a fissare il punto esatto in cui cielo ed il mare si uniscono.

<<Elia, non volevo baciarlo, è capitato...>>

<<Queste cose non capitano, Eva. Hai appena chiuso la tua storia tossica con quello e ti permetti di baciare un altro come se nulla fosse? In casa mia tra l'altro?>> Grida e dei brividi mi percorrono la schiena. Ma perché si sta arrabbiando tanto?

<<Lo so, mi dispiace, ma non capisco perché tu te la stia prendendo tanto. Non provo niente per lui.>> Almeno credo.

<<Già, come potresti capire.>> Fa un sorrisetto, si passa la mano tra i capelli, spegne la sigaretta sullo scoglio su cui è seduto, si alza e se ne va. Lasciandomi lì, da sola, in balia del mare calmo e dei miei pensieri che fanno baccano.

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora