EVA

L'acqua fredda scivola sulla mia pelle, ho tentato, per l'ennesima volta, di lavare via i brutti ricordi, le sensazioni orribili che ho provato solo un paio di giorni fa. Sembra passata un'eternità, ma è passato così poco tempo...così poco tempo da quando ogni mia certezza è crollata. Dovevo aspettarmelo, lui è così, è sempre stato così. Bello, bello come un dio, ma dannato come il demone peggiore. Mi ha trascinato giù, all'inferno, senza curarsi di darmi una tuta ignifuga per proteggermi dalla fiamme, così mi sono ustionata; sul mio corpo non ci sono cicatrici, ma il mio cuore ha preso fuoco fino a polverizzarsi, diventando cenere.

"La fenice rinasce dalle sue ceneri." Mi ha detto Elia prima che io salissi in auto per tornare a casa, ma io non ne ho la forza, non ho la forza di rialzarmi dopo l'ennesima caduta. Ho entrambe le ginocchia sbucciate, le gambe doloranti e le braccia stanche, la testa pesante, le spalle curvate, il mio corpo ha detto basta. Il mio subconscio non fa altro che ripetermi che la colpa è stata mia, l'ho perdonato la prima volta e lui ha ben pensato di farlo nuovamente chissà quante altre volte, sicuramente si sarà detto tra sé e sé che tanto io non me ne sarei mai andata, che non lo avrei mai lasciato, che poteva pugnalarmi al petto infinite volte, ma io sarei rimasta.

Ed è qui che si sbagliava.

Ho avuto abbastanza forza da lasciarlo, prima di rigettare fuori dal mio corpo tutta la rabbia, l'angoscia e la tristezza che mi portavo dentro da ormai troppo tempo. Ma non ho la forza di rialzarmi. Non ho la forza di ricominciare a stare da sola. Da sola. Sola. Forse anche quando ero con lui, ero sola, solo che non me ne accorgevo, ero troppo occupata a fare la cretina innamorata del classico principe azzurro venuto a prendermi in sella al suo cavallo bianco. Quel principe azzurro maledetto, non mi ha portata in salvo sconfiggendo il temibile drago sputafuoco che sorvegliava la mia torre, mi ha salvata per poi lanciarmi in pasto a quel drago.

Non credo più nelle favole, né nell'amore, che altro non è che una stupida illusione della felicità.

Quel bacio con Tommaso ieri è stato uno degli errori pià grandi che io potessi fare. Per un attimo mi sono sentita viva, solo per un attimo ho attraversato le porte del paradiso...per poi aprire gli occhi e ricadere negli inferi.

Non so bene cosa mi sia preso, non so perché quel bacio mi sia piaciuto tanto, né tanto meno so, perché lui si sia azzardato a fare quello che ha fatto, ma è successo. Una cosa che so per certo, però, è che non accadrà più.

Mentre asciugo i capelli continuando ad ascoltare le commiserazioni che mi ronzano in testa, mi arriva un messaggio. E' Valentina che mi avverte del suo imminente arrivo a casa mia.

Adoro quella ragazza, ma non mi avvisa mai in tempo. Cerco di rendermi presentabile e scendo in cucina, mentre mi preparo qualche panino il campanello della porta strilla ed io vado ad aprire.

<<Hey.>> Mi fa lei, con gli occhi bassi e la voce rotta.

<<Hey, che succede?>> Le dico cercando un contatto visivo. Lei si fionda nelle mie braccia ed io capisco di dover mettere da parte per un attimo il mio cuore spezzato per poter curare il suo.

<<Sta tranquilla, bevi un sorso d'acqua e dimmi cos'è successo.>> La incito, sedendomi accando a lei sul divano del salotto.

<<Francesca...>> Inizia per poi bere un sorso d'acqua, allungo la mano sulla sua e la stringo forte, spero che questo gesto le dia un po' di conforto. Poi continua <<Io...lei...abbiamo chiuso.>> Finisce la frase singhiozzando. Il mio cuore precipita, o almeno quel che ne resta, non mi piace vederla così...vulnerabile e piccola.

<<Vieni qui.>> Le faccio segno di abbracciarmi. La stringo forte a me, sperando di aggiustare un po' il suo cuore infranto, e spero che anche il mio trovi un po' di sollievo. <<Cos'è successo?>> Le chiedo poi e la sento tirare su col naso. Lei si stacca da me, si asciuga le lacrime con la maglietta e mi guarda.

<<Noi...stavamo litigando. Lei è molto possessiva e gelosa, ha insinuato che io la tradissi, che non la amassi più, cosa assolutamente non vera, la amo come non ho mai fatto, non ho mai amato così tanto qualcuno prima di lei...>> Sospira, si lega i folti capelli in una crocchia scompigliata, e solo allora noto un livido sotto il suo occhio. Rabbrividisco. L'ha picchiata?

<<Quando è arrabbiata lei non è più la stessa, fa cose che non farebbe mai e mi ha sferrato un pugno.>> Come se mi avesse letto nel pensiero, conferma la mia paura. Rimango paralizzata, non so cosa dire, né cosa fare per poterla aiutare. <<Io la amo e so che anche lei mi ama, solo che non riesce a controllarsi.>> Continua poi, giustificandola e nel frattempo le lacrime non cessano di scendere.

<<Oh mio Dio.>> Sono le uniche parole che ruzzolano fuori dalle mie labbra, so che quella scioccata dovrebbe essere lei, ma non posso fare a meno di immaginare i pugni di Francesca che entrano in collisione con il bellissimo viso della mia amica.

La violenza è una delle cose che più odio in assoluto, in qualunque sua forma. Non la tollero. Se non esistesse il mondo non farebbe così schifo e a quest'ora non starebbe andando in rovina.

Mi sveglio dalla trance in cui ero caduta, decisa a far capire a Valentina che niente giustifica questo atto rozzo che le è stato recato.

<<Vale, ascoltami, io lo so che la ami, e tanto. Hai attraversato tanti momenti difficili e lei ti è sempre stata accanto, ma guarda in che stato ti ha ridotta.>> Le dico, passandole un pollice sul livido viola. Ci vuole del ghiaccio. Mi alzo e mi avvio in cucina, tornando poco dopo con del ghiaccio avvolto in uno straccio. Le faccio posare la testa sulle mie gambe e inzio a tamponarle il livido.

<<Non è la prima volta che lo fa.>> Mi confessa, tenendo gli occhi chiusi.

Un altro tonfo al cuore.

Le sue lacrime hanno cessato di scendere e le mie minacciano di iniziare a farlo.

<<Perché l'hai lasciata solo adesso? Da quanto tempo va avanti questa storia?>>

<<Da un paio di mesi, lei poi si è sempre fatta perdonare compiendo grandi gesti romantici. Ma oggi ho detto basta, non ne potevo più della sua gelosia, della sua possessione e del fatto che volesse controllare la mia vita per filo e per segno. Il mio cuore è andato in frantumi quando mi si è chiuso il cancello di casa sua dietro le spalle. E' stato orribile dirle addio.>> Il suo respiro lentamente diventa più affannato, so che ce la sta mettendo tutta per non dare di matto e tornare da lei.

<<Lo so che è difficile, credimi, lo so. Ma non potevi continuare così, lei ti ha ferita, moralmente e fisicamente e questa è una cosa inaccettabile. Niente giustifica la violenza, né l'amore, né la gelosia, né la possessione. E' una cosa subdola, maligna, che non dovrebbe esiste. Hai avuto il coraggio che tante donne non hanno, e questo ti fa onore, ti rende una donna con la D maiuscola. Hai tutto il mio appoggio, sarò sempre dietro di te e se cadrai, ci rialzeremo insieme. Sono fiera di te, sei una delle persone più forti che io conosca.>> Ci abbracciamo forte, uno di quegli abbracci che durano interminabili minuti. Mi sento più leggera e so che anche lei si sente così, sapendo che entrambe possiamo sempre contare l'una sull'altra.

<<Ti voglio un bene immenso. E' assurdo pensare che in così poco tempo siamo diventate così tanto amiche.>> Sorride. Finalmente sorride e il cuore mi si scalda.

<<Ti voglio bene.>> Le ripeto lasciandole un bacio sulla fronte.

Lo faccio sempre, lo faccio per rassicurare le persone a cui voglio bene.

Mia nonna lo faceva a me, quando ero triste, angosciata o impaurita, lei veniva, mi lasciava un bacio sulla fronte e come d'incanto il mondo spariva.

Valentina sospira e insieme ci accoccoliamo sul divano a guardare un film, per poi addormentarci dopo pochi minuti.

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora