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EVA

<<Questo primo giorno è stato bellissimo mamma, sento di potercela fare, è questa la mia strada.>> Annuncio mentre Valentina mi posa fuori casa di Elia. Stamattina ha provato a chiamarmi, ma in facoltà non si prendeva la linea, quindi ho deciso di fare un salto qui, per vedere se sta bene. Stamattina non me la sono bevuta la scusa di Tommaso, se mi hanno mentito li ammazzo.

<<Mi fa piacere amore, sono tanta contenta. Quindi rimani da Elia stasera?>> Mi chiede e la sento sbattere una porta.

<<Sì, se ho ancora un ricambio per domani, altrimenti torno a casa. Ci aggiorniamo dopo mamma, un bacio.>> Lei ricambia e metto giù.

<<Allora a domani amica, buona luna.>> Mi dice Valentina lasciandomi un bacio sulla guancia.

<<Buona luna a te.>> Ricambio e scendo dall'auto.

Mi avvio all'entrata, la motocicletta di Elia è parcheggiata proprio accanto al portone, strano che non l'abbia messa in garage.

Busso alla porta dei ragazzi un paio di volte e poi la porta, finalmente, si apre. Mi appare Elia, rivolgendomi uno di quei suoi meravigliosi sorrisi. Si è rasato i capelli.

<<Oddio stai benissimo.>> Squittisco accarezzandogli la testa. Sorride lievemente e mi lascia un bacio sulla fronte, stringendomi forte a lui. Tanto forte.

<<Che succede?>> Gli domando mentre mi fa segno di seguirlo in cucina.

<<Nulla, mi sei mancata.>> Non mi convince.

<<Come mai mi hai telefonato? E scusa se non ho risposto, in facoltà non si prende manco una tacca.>> Dico sedendomi sul tavolo.

<<Nulla, volevo sentirti. Com'è andato il primo giorno?>> Mi domanda e addenta una male.

<<Tutto bene. La struttura è bellissima e le materie mi piacciono tantissimo. Sento che è la mia strada.>> Sorrido giocherellando con una ciocca di capelli.

<<Sono contento piccola.>> Mi sorride lui e nel mentre entra Tommaso in cucina, anche lui con i capelli rasati. Sta una meraviglia anche lui, lui è sempre bello.

<<Vi siete messi d'accordo? Come mai vi siete rasati?>> Domando curiosa mentre saetto lo sguardo tra l'uno e l'altro. Entrambi fanno spallucce e capisco che c'è qualcosa che non va.

<<Che succede?>> faccio io in preda al panico <<Elia, dimmi la verità. Come mai stamattina non eri a lavoro?>> Gli chiedo e scendo giù dal tavolo andandogli di fronte.

<<Ho dovuto sbrigare delle commissioni.>> Non mi guarda negli occhi. Mente.

<<Non mentirmi, ti conosco come le mie tasche.>> Dico incrociando le braccia al petto.

<<Va bene, cazzo, sono andato in ospedale.>> Sbuffa sedendosi sulla sedia accanto al tavolo. Tommaso tossisce ed io lo guardo, i nostri occhi si incontrano, ma lui distoglie lo sguardo subito dopo, cominciando a fissare le calamite sul frigorifero. Torno a guardare Elia.

<<Perché?>> Gli chiedo e l'ansia comincia a salire.

<<Controlli di routine.>> Mente ancora.

<<Non mentirmi.>> Ribatto alzando la voce.

<<Diglielo.>> Lo incita Tommaso ed Elia lo fulmina con lo sguardo.

<<Sono caduto dalla moto e sono andato in ospedale. Ma sto bene, vedi? Vivo e vegeto.>> Alza gli occhi al cielo e incrocia le braccia al petto, poi borbotta altro ma non riesco a capire cosa.

<<Oddio, e stai bene ora? Sei ferito? Fammi vedere.>> Mi avvicino a lui cercando di guardargli le braccia, ma mi ferma afferrandomi per il polso e guardandomi fisso negli occhi. Quando lo guardo negli occhi, sembra di vedere il mare, mi ci perdo completamente.

<<STO-BENE>> Scandisce le parole e mi sorride.

<<Ho capito, ma come sei caduto? Chi ti ha portato in ospedale.>>

<<Per favore piccola, sono stanco. Ceni qui?>> Mi domanda cambiando argomento. Odio quando fa così, lo guardo male e poi guardo Tommaso che sta ancora fissando le calamite.

<<Sì, se per voi va bene. Posso rimanere a dormire qui? Credo di avere il cambio per domani.>>

<<Certo.>> Acconsentono entrambi.

<<Pizza?>> Propone Elia. Io e Tommaso annuiamo e lui esce dalla stanza.

<<Beh?>> Mi posizione di fronte a Tommaso con le braccia conserte. Qui c'è qualcosa che mi puzza.

<<Beh cosa?>> Risponde lui schiarendosi la voce.

<<Cosa gli è successo davvero? Perché è andato in ospedale?>> Insisto. So che non è questa la verità.

<<Te l'ha detto, Eva, è caduto dalla moto. Non insistere, è stata una giornata pesante per tutti.>> Risponde lui, poi si alza, mi accarezza la guancia e se ne va.

So che non è così, che c'è qualcosa sotto. Per oggi lascio perdere, ma prima o poi dovranno dirmi la verità.

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora