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ELIA

Sono completamente fradicio, la guancia mi brucia ed il mio cuore è a pezzi.

Perché sto così? Potrei avere tutte le ragazze del mondo se volessi, ma ho scelto lei. Sceglierò sempre lei. Non importa cosa ci riserva il destino, sceglierò sempre e solo lei.

Averla lasciata sotto la pioggia mi ha ferito, non volevo farlo, ma ho costretto i miei piedi a tornare a casa, deve capire che non può schiaffeggiarmi per strada, come se avessi sbagliato io...beh, effettivamente, lei non ha fatto nulla di male, non sa dei miei sentimenti, né di come mi sento, quindi, di base, non ha nessun torto...ma devo continuare ad essere incazzato con lei, se lo faccio, soffro di meno.

Tommaso, nemmeno lui ha colpe, certo, poteva evitare, ma apprezzo che me lo abbia detto.

Tommaso, cazzo, devo arrivare a casa prima che vada via, non voglio che se ne vada, oltre Eva, è l'unico amico vero e sincero che ho e soprattutto è l'unico che è a conoscenza del mio segreto.

<<Tommaso.>> Urlo, appena varco la soglia di casa. La casa è silenziosa e decido di chiamarlo al telefono. Lo sento squillare, proviene dalla cucina, infatti è sul bancone. Che coglione, se n'è andato ed ha lasciato il cellulare qua. Poi sento girare la chiave nella serratura della porta, mi affretto a vedere chi è, forse è Eva, se è lei devo abbracciarla forte a me e farle capire che mi è già passato tutto...ma non è lei, è Tommaso.

<<Sei già tornato? Ero andato a fare un po' di spesa prima di lasciare casa.>> Mi dice tirando su col naso.

<<Non te ne andare.>> Gli dico, sembro quasi disperato <<E scusami, ho reagito male.>> Chiedere scusa è davvero difficile per me.

<<Tranquillo amico, scusami tu, non avrei dovuto baciarla è solo che...>>

<<No.>> Lo zittisco <<No, tranquillo. Tra me ed Eva non può esserci nulla, lo sai, non mi resta molto.>> Mi siedo appoggiando i gomiti sul tavolo della cucina. Tommaso si siede di fronte a me.

<<Non dire così, i medici non ti hanno ancora dato una conferma di questo. Lo hai detto ad Eva?>>

<<No, e non ho intenzione di dirglielo.>>

<<Ma...>>

<<Niente ma, non glielo dirò e tu non glielo dirai. Ti prego, ha già sofferto abbastanza.>> Sbuffo, appoggiandomi allo schienale della sedia.

<<Ha tutto il diritto di saperlo, pensa a come starà quando...beh hai capito.>> Il ragazzo dagli occhi grigi mi fissa giudizioso. Io so che ha ragione, che devo dire ad Eva che mi hanno diagnosticato un cancro ai polmoni e che è in stato avanzato, ma non ne ho il coraggio. Ha appena iniziato la sua esperienza universitaria, è più tranquilla, serena, non posso metterle in testa anche le mie preoccupazioni.

<<Lo so, già mi sento abbastanza in colpa, non ti ci mettere anche tu.>> Mi porto una sigaretta alle labbra e la accendo.

<<Dovresti smettere.>> Mi fa, imitando il mio gesto.

<<Anche tu.>>

<<Io non ho un cancro ai polmoni.>>

<<Touche.>> Entrambi scoppiamo a ridere, non c'è niente da ridere, ma è il mio unico modo per non cadere.

<<Bene, invece di parlare di cancro e morte e cose del genere, perché non organizziamo una festa a sorpresa ad Eva per il suo compleanno?>> Gli chiedo stiracchiandomi.

<<Sì dai, a quanto ho capito non ha intenzione di festeggiare però.>>

<<Appunto amico, appunto.>> Mi alzo, gli lascio una pacca sulla spalla e vado in camera mia.

****

Ho scoperto di avere il cancro quasi un mese fa, il mondo mi è caduto addosso, non l'ho detto a nessuno, Tommaso è l'unico che lo sa. Lo sa solo perché una sera mentre stavamo cenando ho cominciato a tossire sputando sangue e mi ha portato al pronto soccorso e, ovviamente, i medici gli hanno detto cosa ho. Da quel giorno fa di tutto per non lasciarmi solo, mi controlla, mi aiuta a ricordare quando devo prendere i medicinali e mi sta accanto quando mi sento male.

E' l'amico più caro che ho, dopo la mia Eva, ovviamente, ma nonostante questo, dopo il bacio che c'è stato tra loro, mi sono sentito tradito, ho sofferto e sto soffrendo. Non posso farci nulla, quella ragazza mi riempie la testa di guai e il cuore di dolore, ma nonostante questo, è la cosa più bella che ho.

Sono così fortunato ad averli entrambi, e forse, solo forse, insieme starebbero davvero bene; Eva sarebbe finalmente felice, lei passerebbe più tempo in questa casa e, inconsciamente, mi rimarrebbe accanto fino alla fine dei miei giorni.

I miei pensieri vengono interrotti dal campanello che suona. Eva.

Salto giù dal letto e faccio per uscire dalla camera, ma sento la sua voce e mi blocco. No, Elia, devi resistere, non puoi fiondarti da lei ogni volta che la vedi.

Il mio subconscio ha ragione.

<<Elia?>> Chiede lei, con voce tremante, sarà ancora fradicia? Avrà freddo?

<<E' in camera sua.>> Risponde Tommaso. <<Senti Eva, per il bacio...>>

<<Non ne voglio parlare, ti prego.>> Risponde Eva e la sento avvicinarsi alla mia camera, mi fiondo sul letto e chiudo gli occhi, facendo finta di dormire.

<<Hey.>> Fa lei, le sento il respiro pesante. <<Stai dormendo a quanto vedo.>> La sento quando si siede accanto a me sul letto e mi scosta i capelli dalla fronte. <<Mi dispiace tanto per prima, sei la cosa più importante che ho e non voglio perderti...>> la sua voce si spezza e la sento singhiozzare ed io devo armarmi di tutta la forza che ho in corpo per non abbracciarla, poi continua <<...quindi se questa cosa con Tommaso, non ti va a genio, va bene così. Ma non c'è stato niente tra noi, puoi stare tranquillo.>> Mi lascia un bacio sulla fronte e fa per andarsene, mi alzo di scatto e le prendo il polso, facendola girare verso di me. La stringo al mio petto e la sento singhiozzare.

<<Va tutto bene raggio di sole. Ti voglio tanto bene. Purché tu sia felice, mi va bene tutto.>> Lei mi stringe forte ed il mio cuore fa i salti di gioia.

Voglio solo vederla felice, lei viene prima di ogni cosa.

E rimaniamo così, finché i nostri battiti si sincronizzano e la mia giornata grigia si dipinge di giallo, come il mio raggio di sole. 

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora