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EVA

Oggi è Natale, sono un po' in ansia perché conoscerò i genitori di Tommaso e non solo, si conosceranno anche la mia famiglia e la sua.. Non so se gli piacerò, se mi riterranno adatta a lui. Tommaso mi ha vista con l'ansia che sgorga da ogni poro e mi ha preparato un bagno caldo. E' servito a rassicurarmi leggermente e a farmi rilassare visto che siamo svegli dalle cinque per cucinare questo benedetto pranzo. Elia dorme ancora e stanotte ha avuto un altro attacco respiratorio, in prega al panico ho telefonato l'ambulanza, ero anche da sola, Tommaso era di turno al bar. I paramedici sono arrivati e si sono accorti che la bombola d'ossigeno era finita, ho pianto tutta la notte mentre il mio migliore amico dormiva tra le mie braccia. Come ho fatto a non accorgermi che la bombola stesse per finire? Mi sento profondamente in colpa , il pensiero che sarebbe potuto accadergli qualcosa, mi logora dall'interno e sono costretta a trattenere il fiato e andare sott'acqua. L'acqua calda mi accarezza il viso, apro gli occhi e mi sento per qualche attimo in pace con il mondo, solo fino a quando non riemergo e i pensieri cominciano a varcare la soglia delle mie emozioni. Esco dalla vasca e asciugo i capelli, decido di legarli in una mezza coda per evitare che mi infastidiscano mentre pranzo, anche se, non ho molta fame. Poi passo al trucco e finalmente posso vestirmi. Indosso il vestito rosso comprato insieme a Tommaso, un paio di tacchi e sono pronta. Esco dalla camera e mi affretto ad andare in cucina per controllare la cottura del pollo. Tutto pronto, tavola perfettamente imbandita, i regali sono sotto l'albero, mancano solo gli ospiti. Abbiamo deciso di invitare anche Gioia, che ha accettato volentieri di venire.

<<Amore sei bellissima.>> Fa il ragazzo dagli occhi grigi entrando in cucina, ha una camicia bianca da cui si notano i muscoli ed un paio di pantaloni eleganti che gli stanno da Dio. Mi fa girare e mi abbraccia da dietro, baciandomi il collo.

<<Sei bellissimo anche tu.>> Mi giro e gli lego le braccia al collo, per poi baciarlo.

<<Ti sei calmata un po'?>> Mi domanda mentre mi accarezza la schiena. I brividi ogni volta che sfiora la mia pelle.

<<Un po'. Grazie.>> Appoggio la testa al suo petto e cominciamo a muoverci lentamente. A ballare senza musica, persi l'una nelle braccia dell'altro.

<<Il minimo che io possa fare, è prendermi cura della mia musa.>> Appoggia il mento sulla mia testa e mi stringe tra le braccia forti. Il mio posto sicuro, non mi importa del passato, voglio godermi la nostra relazione, amarlo e crearmi un futuro con lui. Appoggia la fronte sulla mia e fa toccare i nostri nasi.

<<Devo dirti una cosa.>> Sussurra ed il cuore comincia a saltare la corda, frenetico, in attesa di sentire quelle parole che riporteranno la luce in questa giornata cupa.

<<Dimmi.>> Lui fa per parlare ma suonano il campanello.

<<Dopo.>> Mi bacia la guancia e va ad aprire. Mi ricompongo, aggiusto l'orlo del vestito e lo seguo. Elia fa la stessa cosa, adesso siamo tutti e tre all'ingresso in attesa che Tommaso apra la porta. Ecco ricomparire l'ansia, Elia mi guarda e mi sorride, per poi stringermi la mano, tranquillizzandomi. I genitori di Tommaso appaiono sulla soglia, entrambi sorridenti e con dei regali tra le mani.

<<Mamma, Papà!>> Esclama lui, sorridente e con gli occhi colmi di emozione. Si abbracciano, stringendosi forte, emanando l'amore immenso che solo un genitore può dare ad un figlio.

<<Lui è Elia.>> Si volta verso il suo migliore amico che porge loro la mano, e sorride calorosamente. Poi Tommaso mi guarda, mi fa l'occhiolino e mi prende la mano.

<<E lei, è ciò che di più bello la vita potesse regalarmi. La mia musa. Eva.>> I genitori mi guardano e mi abbracciano.

<<Sono lieta di fare la tua conoscenza, Tommaso non fa altro che parlare di te. Mi aveva detto che sei bellissima, ma non mi aspettavo che fossi così bella.>> La madre si complimenta con me, cingendomi le braccia. Io cerco di non arrossire e la ringrazio calorosamente.

17 Metri sopra il livello del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora