EVA
Oggi è la vigilia di capodanno e abbiamo deciso di non festeggiare per non far affaticare troppo Elia, peggiora giorno dopo giorno ed io ogni giorno mi sveglio con la paura che quello possa essere l'ultimo. L'infermiera stamattina, dopo averlo visitato, mi ha consigliato di ricoverarlo, quindi gli sto preparando la valigia. La madre mi raggiungerà a minuti e mi aiuterà. Ho messo da parte la mia vita per occuparmi di lui, riprenderò la questione dell'adozione appena le cose miglioreranno e spero che lo facciano davvero. Sono ancora fredda con Tommaso, mi tengo sulle mie e cerco di parlare con lui il meno possibile, non so perché ma non me la sento ancora di far tornare tutto come prima. Dormo con Elia di notte, mi sveglio ogni ora per controllare se respira bene e se la sua bombola d'ossigeno funziona correttamente. Sono parecchio in ansia e non nascondo che mi assale il panico ogni volta che penso che potrebbe andarsene da un momento all'altro.
<<Raggio di sole, hai visto il mio cellulare?>> Mi chiede Elia mentre tenta di alzarsi dal letto, ma non ci riesce.
<<Non alzarti, rimani a letto, adesso te lo cerco io.>> Lo aiuto a sdraiarsi di nuovo ma lui si ribella.
<<Sono stanco di stare sdraiato, voglio andare al mare. Ti prego.>> Mi supplica.
<<No, lo sai cosa ha detto il medico.>>
<<Ti prego.>> Prende la mi amano e se l'appoggia sul petto. <<Portami nel nostro posto, un ultima volta.>> Il suono di quelle ultime parole mi mozzano il fiato e sono costretta ad avvicinarmi alla finestra per tentare di respirare.
<<Se questo ti renderà felice lo farò, ma ci fermeremo mentre saremo in viaggio per l'ospedale, d'accordo?>> Lui mi guarda sorridendo e noto un luccichio nei suoi occhi azzurri ormai spenti. <<Adesso vado a cercare il tuo cellulare.>> Annuisce ed esco dalla sua camera. Mi appoggio alla porta lasciandomi cadere a terra. Sii forte per lui Eva, sii forte per lui. E' complicato essere forte per lui, se era lui a darmi la forza prima. Adesso la situazione si è ribaltata.
Sento bussare alla porta di casa e faccio per andare ad aprire, ma Tommaso mi precede. La mamma di Elia entra in casa tirando su col naso.
<<Ciao tesoro.>> Mi saluta mentre mi avvicino a lei e la abbraccio. <<Ho portato il vestito per...hai capito.>> Il dolore nella sua voce è chiaro, ha già perso una figlia, adesso perderà anche Elia. Ma io sto pregando tanto, affinché ciò non accada. Non sono pronta a perderlo. Nessuno di noi lo è.
<<Okay, non facciamolo vedere ad Elia però.>> Lei annuisce e Tommaso prende il vestito per nasconderlo in camera sua.
<<Come sta?>> Mi domanda la donna distrutta di fronte a me.
<<Per ora sembra stare bene, non ha avuto ancora nessun attacco respiratorio. Adesso sta riposando. Mi ha chiesto di portarlo sugli scogli, per farlo dormire gli ho detto che lo avrei fatto mentre andavamo in ospedale.>> Le comunico mentre la faccio accomodare in cucina per poi cominciare a prepararle una tazza di tè.
<<Sono d'accordo, ha bisogno di andare nei posti in cui è stato bene.>> Annuisco ed in silenzio entrambe prendiamo il tè. Lo sorseggiamo in silenzio mentre entrambe ci perdiamo nei nostri pensieri che adesso sono popolati solo dal dolore e dal vuoto che Elia lascerà. <<Pensi che si salverà?>> Mi domanda poi sua madre. Io le prendo la mano.
<<Elia è tanto forte, sta a lui decidere di non mollare.>> La rassicuro. O forse sto rassicurando me stessa?
<<Non sono stata una brava madre.>> Sospira abbassando lo sguardo sul suo grembo.
<<Non è vero, sei stata una madre meravigliosa. Andrà tutto bene.>> Lei annuisce e beve un altro sorso dalla sua tazza.
****
<<E' tutto pronto?>> Domando a Tommaso mentre aiuto Elia ad infilarsi la felpa.
<<Sì piccola. Prendo la sedia a rotelle?>> Mi domanda ed io annuisco, ma Elia emette un mugolio di lamento.
<<No, voglio camminare con le mie gambe.>> Sentenzia.
<<Non se ne parla, sono tre rampe di scale, i tuoi polmoni non ce la faranno.>> Scuoto la testa e lo aiuto ad alzarsi. E' dimagrito tanto a causa delle cure, quindi riesco ad aiutarlo e sostenerlo per bene.
<<Ti prego.>> Sbuffa e Tommaso lo fa sedere sulla sedie.
<<Ti prometto che quando andremo sugli scogli ti farò camminare, ma adesso no. Fai il bravo.>> Gli prendo il viso tra le mani e gli bacio la fronte e poi lo stringo forte a me, cercando di imprimere sulla mia pelle la forma del suo corpo.
<<E va bene, cazzo.>> Impreca ed io e Tommaso ridiamo. Mentre chiudo l'appartamento i ragazzi si avviano all'ascensore.
<<Prenditi cura di lei e dell'appartamento, ho vissuto qui per quasi due anni, non venderlo.>> Sento dire da Elia prima che io li raggiunga. Tommaso fa per rispondere ma si zittisce appena mi vede. Faccio finta di non aver sentito ed il mio migliore amico mi prende la mano.
Durante il tragitto lui guarda fuori dal finestrino; da quando siamo partiti non mi ha lasciato la mano nemmeno per un secondo.
<<Eva.>> Mi chiama mentre ancora guarda il mare all'esterno e i gabbiamo volare liberi.
<<Dimmi.>> Si volta a guardarmi e mi pizzica la guancia per poi portarsi le dita alle labbra e baciarle.
<<Promettimi che andrai avanti, che il giorno del mio funerale non piangerai e che non ti dimenticherai mai di me. Io sarò sempre con te, non ti lascio.>> Sono costretta a mordermi l'interno della guancia per non scoppiare in lacrime e appoggio la testa nell'incavo del suo collo, così che non possa guardarmi il viso.
<<Non farmi fare promesse che non posso mantenere.>> Mi solleva la testa e fa in modo che i nostri occhi si incrocino.
<<Promettimelo.>> Stavolta il suo tono è deciso e duro. Io annuisco, ma non gli basta, lo capisco dal modo in cui mi guarda.
<<Te lo prometto.>> Anche se contro la mia volontà, gli stringo il mignolo ed il nostro patto è fatto. Come può pretendere che io torni a vivere se lui non sarà al mio fianco? Come può anche solo lontanamente pensare a questo?
<<Siamo arrivati.>> Ci annuncia Tommaso e dopo aver parcheggiato aiuta Elia a scendere dall'auto.
<<Okay, fa attenzione qui.>> Lo guido verso gli scogli, barcolla e minaccia di cadere un paio di volte, ma non lo fa. Il mio cuore si spezza quando si siede sugli scogli e scoppia a piangere. Mi siedo accanto a lui e appoggia la testa sulla mia spalla.
<<Me lo hai promesso.>> Ribadisce.
<<E tu promettimi che lotterai fino a che potrai.>> Lui annuisce ed entrambi piangiamo in silenzio, facendo in modo che l'altro non si accorga della sofferenza. Guardiamo l'orizzonte e avvolgo il mio braccio attorno alle sue spalle. Questo è il nostro posto sicuro, il posto che ci ha visti piangere, ridere e litigare anche. Il nostro mare, il nostro orizzonte e la nostra amicizia. Tutto è iniziato qui e tutto finisce qui.
<<Ti amo raggio di sole.>> Sospira, accarezzandomi la gamba.
<<Ti amo El.>> E so che l'amore che entrambi proviamo, è quell'amore eterno che resiste anche alla morte. E' la prima volta che ci diciamo ' Ti amo ' al posto di 'Ti voglio bene' e la cosa mi scalda il cuore.
Questo è forse il suo modo per dirmi addio? Se è così, non poteva scegliere posto migliore per farlo, ne parole più belle.
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17 Metri sopra il livello del mare
ChickLitEva è una ragazza pronta a varcare la soglia del "mondo dei grandi". Il suo sogno è fare la psicologa ed è pronta a tutto pur di realizzarlo. E' sostenuta dal suo migliore amico, Elia e dalla sua famiglia. Eva scoprirà che la vita però, è imprevedib...