Tredicesima notte

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Mancavano pochi giorni alla cena di Lumacorno e Astra non aveva ancora trovato l'abito adatto all'occasione. Dopo l'ultima discussione avuto con il nonno non se la sentiva di chiedere soldi per comprarsi un bel vestito a Hogsmeade, perciò si sarebbe dovuta arrangiare con ciò che aveva nell'armadio.

Quel pomeriggio Daphne non era in camera, girava voce che il professor Vitious avesse assegnato un progetto estremamente complicato da consegnare nel giro di qualche giorno. Tutti gli studenti del sesto anno passavano perciò il loro tempo tra le aule e la biblioteca, Hogwarts sembrava deserta in quel periodo.

Astra approfittò dell'occasione per tirare fuori dall'armadio alcuni vecchi abiti. In breve tempo si formò sul letto un ammasso di stoffe pregiate: suo nonno aveva voluto il meglio per lei e nelle occasioni in cui veniva invitata in sua compagnia aveva provveduto a farle confezionare abiti su misura dai migliori sarti del mondo magico.

Si liberò della vestaglia che usava per la notte, la lasciò scivolare lungo le gambe e si guardò allo specchio. Mangiava poco e in modo del tutto irregolare, il suo fisico ne risentiva. Si massaggiò le spalle, passò le mani sul busto e le fermò sui fianchi. Non era tonica, la sua magrezza era scheletrica e insalubre, senza un minimo accenno di forme. La pelle pallida richiamava quell'idea di trasandato e malaticcio a cui aveva abbandonato il corpo.

Quando il suo sguardo si abbassò sulle cosce gli apparve sbiadita nella mente l'immagine del volto di Malfoy inginocchiato difronte a lei. Un fuoco le divampò dentro e per un attimo dimenticò i giudizi malevoli sul suo fisico. Si concentrò sulle dolci sensazioni che il suo corpo era in grado di darle e sul fatto che il serpeverde non si fosse fatto problemi di sorta a toccare la sua pelle, a baciare quei punti che ora la facevano sentire tremendamente insicura. Era un'idea stupida a cui ancorarsi, sapeva che apprezzare quelle nuove attenzioni da uno come Malfoy sarebbe stato pericoloso, ma per un momento riuscirono a confortarla.

Cercò per un po' nella matassa di vestiti e ne trasse fuori un abito di raso asiatico che le arrivava fino alle caviglie. Aveva uno scollo profondo impreziosito da un ricamo dov'erano intarsiati piccoli rubini e qualche brillante. Lo indossò e le calzava divinamente. Fece qualche giro su se stessa per accorgersi che fosse effettivamente della misura esatta. Lo scollo metteva in risalto il seno che sembrava leggermente più prosperoso, il tessuto lucido le abbracciava i fianchi per poi scendere più stretto sulle gambe. Il rosso carminio valorizzava il candore della sua pelle, i capelli scuri creavano un bel contrasto con l'insieme.

Si ricordò di una collana, una catenina d'oro sottilissima che qualche anno fa aveva acquistato in una bottega di Diagon Alley e pensò che sarebbe stata perfetta per impreziosire ulteriormente l'abito. Astra riponeva i pochi gioielli in suo possesso in un minuscolo cassetto mezzo nascosto da una sciarpa nel punto più alto dell'armadio che divideva con Daphne Greengrass. Era troppo in alto per arrivarci semplicemente sulle punte dei piedi e si trattenne dall'utilizzare la bacchetta: non sapeva alla perfezione dove fosse la collana perciò sarebbe stato difficile individuare il bersaglio senza mettere a soqquadro l'intero cassetto.

A lato della stanza c'era una sedia con sopra una pila di libri accatastati. La prese liberandola dai vari volumi e la posizionò con lo schienale rivolto verso le ante. Salì allungando le braccia per aprire il cassetto. Il vestito non la aiutava affatto nei movimenti e raggiungere il groviglio di gioielli si stava rivelando un'impresa difficile. Per guadagnare ancora qualche centimetro poggiò un piede sullo schienale della sedia. Il tessuto stretto, però, non le permise di stendere bene la gamba, e trovandosi in equilibrio precario si sbilanciò cadendo a terra.

Un dolore lancinante si diffuse dal polso fino all'avambraccio. Stringendo i denti sollevò l'arto che nell'urto si era piegato in modo innaturale per farne una rapida diagnosi. Il gomito era perfettamente funzionante, ma la mano ciondolava liberamente verso il basso come se non ci fosse nessun legamento a saldarla con il resto delle articolazioni.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora