Trentanovesima notte

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Erano passati anni, ma la vernice di terrore passata con la guerra rimaneva fresca.

Draco aveva preferito tagliare i ponti con il passato. Non aveva voluto assistere a nessun processo, nessuna causa intentata contro la sua famiglia o gli altri Mangiamorte. Si sentiva pulito in un certo senso, l'unico fardello che gli premeva contro la coscienza ce lo aveva accanto al letto, difronte alla tavola, acciottolato sul divano.

Astra non camminava e lui si sentiva una merda ogni volta che lei avrebbe voluto alzarsi e non poteva farlo.

Continuava a creare pozioni diverse che potessero guarirla. Stava sveglio la notte, dormiva all'alba, si alzava verso l'ora di pranzo e si rimetteva sopra i libri e le essenze. Astra lo pregava di smettere di essere così ossessivo, non credeva ci fossero soluzioni possibili; ma lui era irremovibile e dopo qualche tempo aveva perso le speranze di convincerlo.

E poi usciva verso il mare o tra i boschi. Stringeva la bacchetta e faceva un giro di ricognizione con il terrore che da qualche parte ci fosse qualcuno pronto ad annientarli, pronto a sradicare crudelmente quella che per lui era la sua nuova pace.

"Sei tornato" sospirò Astra una notte quando era appena tornato dentro casa.

Draco aveva i capelli inumiditi dal clima gelido della notte, le guance arrossate e le labbra secche. Annuì dirigendosi verso la cucina. Odiava quando lei gli parlava con quella voce stanca e di rimprovero. Aprì il frigo, raccolse la bottiglia di gin semi-piena e ne scolò un sorso. Si pulì le labbra con il dorso della mano e la guardò con uno sbuffo.

"Mi accompagni a letto? Non mi sento bene" chiese Astra scivolando contro i cuscini con una mano premuta sulla fronte.

Lui si avvicinò piegandosi sul suo viso per lasciarle un piccolo bacio sulla fronte. Poi la fece mettere seduta, la invitò a circondargli il collo con le braccia e la prese saldamente per i fianchi mettendola dritta difronte a lui. Astra abbandonò la testa contro l'incavo del suo collo facendo pressione con i gomiti per aiutare lui a reggere il suo stesso peso.

Draco la fece volteggiare per un po' conducendo una specie di ballo intorno al salotto. Giravano lentamente mentre lui teneva le labbra tra i suoi capelli profumati di fiori di campo. Era il loro modo per ristabilire l'equilibrio, per ritrovarsi dopo una giornata passata male.

"Cosa c'è che non va, mh?" sussurrò per non interrompere l'atmosfera che si era creata tra loro. Staccò una mano dai suoi fianchi per accarezzarle la schiena.

Astra mugugnò qualcosa godendosi le dita del serpeverde che scorrevano sicure sul suo corpo. "Draco- disse sorridendo contro il suo collo- sei ubriaco".

"Non ho ancora raggiunto i miei livelli peggiori, sono perfettamente in grado di reggere entrambi non trovi?"

Lei rise e si lasciò trasportare ancora un po' intorno alla stanza. Quei movimenti la aiutavano a contrastare l'emicrania e la pesantezza al ventre che da qualche giorno erano diventate insopportabili.

"Non hai ancora risposto alla mia domanda" osservò Draco dopo qualche istante di silenzio.

"Quale?"

"Quella sul tuo stato di salute, che alterazioni ci sono state?"

Astra mugolò striando appena con gli incisivi la pelle morbida del suo collo. Lui rabbrividì inspirando più profondamente per cercare di spingere in basso lo stato di eccitazione in cui la serpeverde lo stava lentamente conducendo.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora