Ventitreesima notte

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Draco si alzò dal lettino dell'infermeria ancora indolenzito, ma piuttosto stabile. Indossava un camice che non ricordava neanche di aver messo il giorno prima, probabilmente era rimasto incosciente per un po'. Lo odiava, era esageratamente largo e scomodo e non voleva uscire di lì con quello.

Sulla sedia affianco al lettino c'erano dei vestiti nuovi, freschi di lavanderia. Qualcuno aveva pensato di dargli una ripulita per nascondere più prove possibili del duello che c'era stato nei bagni.

Si sfilò il camice dalla testa rimanendo in boxer al centro della stanza. Un ragazzo con la gamba ingessata disteso sul lettino difronte al suo lo osservava come se stesse commettendo un omicidio.

"Cos'hai da guardare?" sputò acido Draco girandosi di scatto verso la sua postazione. Il ragazzo abbassò immediatamente lo sguardo intimorito mentre finiva di vestirsi.

Aveva delle fasciature intorno al torace, qualche taglio sulle braccia e poco altro, non c'era nulla di tanto debilitante che lo costringesse a restare su quel letto ancora a lungo. Uscì velocemente dall'infermeria lasciandosi alle spalle l'odore asettico dei medicamenti prima che madame Pomfrey potessero rendersi conto della sua assenza.

Cercando di non dare nell'occhio si diresse verso la stanza delle Necessità. Aveva bisogno di agire al più presto sui suoi piani prima che fosse troppo tardi.

Durante la notte aveva ripensato all'accaduto della mattina: al sangue, al duello con Potter, alle parole che aveva detto alla Moore. Era tutto così concreto, così reale che aveva bisogno di darci un taglio. Ogni singola sillaba che era uscita dalle sue labbra in quel momento era pura verità e questo lo spaventava.

Aveva deciso di riprendere possesso di se stesso e ritornare ad essere il Malfoy freddo e calcolatore dei primi tempi per non avere ripensamenti e portare in salvo la sua stessa vita. Avrebbe fatto funzionare quel maledetto armadio a costo di stare sveglio tutte le notti e avrebbe ucciso Silente con il sangue freddo di un assassino.

Si era proposto di fare tutto in fretta in modo da instaurare una sequenza serrata di azioni che non permettesse alla sua mente di pensare ad altro. Poi sarebbe fuggito, in qualche posto esotico magari. Da solo, cercando di scappare dai propri demoni.

Ma ogni sua certezza, ogni piano che aveva creato durante quella notte si vanificò quando, entrando nella stanza delle Necessità, vide la Moore dormire seduta ai piedi dell'armadio svanitore. Intorno a lei c'erano una miriade di fogli sparsi, libri aperti e pergamene. Indossava ancora i vestiti del giorno prima parzialmente macchiati del suo sangue.

Si piegò su di lei cercando di non spaventarla con dei rumori improvvisi: con l'indice piegato le accarezzò dolcemente la guancia per svegliarla.

Astra a quel tocco aprì lentamente gli occhi. Si guardò intorno per fare mente locale e capire come si fosse addormentata in una posizione tanto scomoda. Quando il suo sguardo incontrò quello di Malfoy curvò le labbra in un sorriso involontario che lui trovò dannatamente attraente.

"Ben svegliata, Moore- sussurrò vicino al suo viso prima di alzarsi- non pensavo di trovarti qui"

Lei si stiracchiò raddrizzando la schiena. "È stata una bella sorpresa?" domandò con la voce impastata dal sonno.

"Uhm... prima devi rispondere a un paio di domande" le allungò la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei si aggrappò con forza barcollando nella sua direzione.

"Innanzitutto- cominciò squadrandola da capo a piedi per assicurasi che stesse bene- cosa ci facevi qui a quest'ora del mattino?"

"Volevo aiutarti con la storia dell'armadio. Ho scoperto un paio di cose interessanti, se vuoi possiamo darci un'occhiata insieme. Sono delle vecchie formule e-

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora