Ventunesima notte

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"A A, asfodelo e artemisia... sembra semplice-

Draco continuava a fare avanti e indietro per il bagno del secondo piano, i mocassini producevano uno stridore fastidioso contro il pavimento lucido.

"Sono gli unici ingredienti per preparare la bevanda della disperazione? Certo che chiunque l'abbia inventata poteva adottare qualche precauzione in più..." la voce era tormentata, quasi divertente. Mirtilla Malcontenta se ne stava pigramente appollaiata su uno dei muretti divisori del bagno.

La bevanda della disperazione era una pozione pericolosa tanto da risultare mortale nella maggior parte dei casi, causava visioni e dolori allucinanti simili a quelli della tortura. Per questo era proibita nel mondo magico, chi sopravviveva a un sorso riportava danni tanto gravi da cadere in uno stato vegetale irreversibile.

"La fregatura sta nella preparazione, è complicato-

"Complicato, complicato...- la ragazza fantasma volò in picchiata sopra la testa del serpeverde prima di posizionarsi sopra il grande lampadario che pendeva al centro della stanza- perché devi renderti le cose così difficili? Ci sono mille modi diversi per uccidere"

"Con l'avvelenamento risulterà simile a un incidente, potrebbe essere un vantaggio" Draco parlava con lei come parlasse alla sua coscienza. Era liberatorio, da quando l'aveva scoperta nel bagno delle ragazze del secondo piano non poteva fare a meno di rifugiarsi lì e parlare con lei ogni tanto.

Mirtilla ascoltava placida, alle volte sapeva dispensare anche ottimi consigli tra le sue mille lamentele.

Draco aveva progettato l'avvelenamento non appena si era allontanato dal letto in cui aveva dormito con Astra la notte del loro ritorno ad Hogwarts. Aveva toccato il fondo e, non contento, aveva cominciato a scavare.

Aveva ragione Mirtilla: Draco aveva un vero e proprio gusto per le cose complicate.

Quel maledetto rapporto minacciava tutti i suoi piani e se prima sarebbe bastata una certa dose di sangue freddo per assassinare Silente, ora aveva altri mille parametri da tenere in considerazione. Per questo aveva pensato all'avvelenamento: era discreto, parzialmente anonimo e in grado di dilatare i tempi che separavano la scoperta del cadavere da quella del presunto assassino.

Era convinto di volerlo mettere in atto prima che fosse troppo tardi. Prima che il rapporto con Astra si complicasse più di quanto non lo stesse già facendo.

Troncare tutto, ricominciare da capo.

Sapeva che non sarebbe stato facile per lei passare sopra la morte di suo nonno e sarebbe stato dannatamente patetico se si fosse trovata a piangerlo tra le braccia del Mangiamorte che lo aveva ucciso. Perché era quella la missione di Draco: avvelenare, ammazzare per salvarsi.

Per Merlino, era tutto così complicato.

Complicato e inevitabile. Aveva passato con lei tantissime ore, era diventata sua prima ancora che se ne accorgesse. Era il cuore del problema, il cuore del fottutissimo problema.

Perché non poteva limitarsi ad ignorarla? Sarebbe morta, avrebbe sofferto? Bene, una mezzosangue in meno. Invece no, doveva fare i conti con tutto il resto, era troppo tardi per fingere ancora che non gli importasse.  Aveva promesso di proteggerla e non aveva intenzione di far saltare il patto.

Gli incubi ricorrenti in cui la vedeva morta erano terribili. Non riusciva a metabolizzare quell'idea, era inconcepibile per lui non riuscire a pensare con leggerezza alla morte di una mezzosangue e non mentiva quando le aveva detto che avrebbe ucciso chiunque avesse provato a farle del male. Era in conflitto con se stesso prima che con tutto il resto.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora