Quindicesima notte

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Capitolo lunghissimo, ma è il principale della storia quindi credo sia giustificato!

Spero vi piaccia, scusate per il ritardo della pubblicazione🦋

...

Una bocca omicida,
dolce d'Amor guerrera,
cui Natura di gemme arma et inostra,
dolcemente mi sfida,
e schiva e lusinghiera,
et amante e nemica, a me si mostra.

...

Astra si sedette sul bordo del letto e ancora assonnata si guardò la fasciatura del polso. Non le faceva male da un pezzo, lo tastò un attimo e scoprì che rispondeva normalmente agli stimoli, nessuno scricchiolio sospetto o osso fuori posto. Trovò la chiusura delle fasce, la strappò con i denti e cominciò a srotolarla: man mano che la pelle acquistava campo sentiva che anche le dita erano meno intorpidite.

Togliere quel medicamento era come togliere l'unico segno che la legava a Malfoy anche alla luce del sole. Era stato confortante, per lo meno non doveva più rendergli ragione di nulla. La spessa linea di demarcazione che divideva il giorno dalla notte era stata innegabilmente utile: riusciva a chiudere ermeticamente passioni ed errori nell'orario di ronda, senza lasciar trapelare indizi dopo le cinque del mattino.

Ma c'era un'immagine che non riusciva a eliminare dalla mente, ogni flusso di pensieri andava a infrangersi lì.

L'armadio.

Quell'armadio dalle fattezze tanto oscure e semplici al contempo, sgangherato, ma immensamente grande, continuava ad occupare ogni sua riflessione. L'aveva già visto. Ne aveva già sentito parlare.

Lo sapeva, lo sapeva!

Iniziò a girare per la stanza rievocando alcune immagini del suo passato, mentre si passava le mani tra i capelli. Si sentiva vicina alla soluzione, la lingua tintinnava contro il palato pronta ad esclamare la soluzione. Era tutta tesa alla ricerca della risposta, mancava solo un tassello.

Ripensò a suo nonno, ai genitori che non aveva mai conosciuto, a tutto ciò che le era stato detto sul loro conto. Sua madre era una strega potente, suo padre un nato babbano abbastanza in gamba; entrambi avevano scelto di fuggire dal mondo magico durante il primo attacco di Voldemort. Erano stati trovati e uccisi ingiustamente. Fine, Astra non sapeva altro di quella storia.

Aveva pensato spesso a un modo per parlarci, ma tutto poteva fare la magia tranne che riportare in vita i morti. Non era nemmeno mai stata nel cimitero babbano in cui erano sepolti, Silente non aveva mai voluto portarcela, forse era uno dei suoi metodi per ovviare ai traumi infantili. Non poche volte Astra aveva pensato di fuggire da Hogwarts per andare a Londra e cercare quel maledetto cimitero, le sarebbe servito per dare concretezza all'immagine dei genitori.

Ma non ci si poteva smaterializzare dentro Hogwarts, era una regola.

Astra sapeva, però, che la magia era un sistema perfetto sempre in equilibrio. Era il suo caposaldo, l'unica logica su cui poteva contare in ogni momento. Ad una certa dose di luce corrispondeva sempre la stessa quantità di buio.

Come un fulmine a ciel sereno gli tornò in mente quello strumento di cui lei e suo nonno avevano parlato a lungo: l'armadio svanitore.
Era esattamente lo stesso che aveva visto all'interno della stanza delle Necessità con Draco, lo ricordava dalle descrizioni che ne faceva Silente, dalle immagini dei libri illustrati che le aveva mostrato per colmare la sua sete di curiosità.

Le girava la testa, sentiva le vene pulsare, spalancò gli occhi spaventata da quella nuova consapevolezza. Collegò tutti i dati che aveva in possesso: le accuse di Potter, il terrore negli occhi di Draco quando lo aveva sorpreso al settimo piano durante la ronda, l'armadio. Malfoy stava collaborando con Voldemort, voleva far apparire i Mangiamorte all'interno di Hogwarts e forse ci sarebbe anche riuscito.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora