Ventesima notte

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Dolore.

Solo un intenso dolore che dalle tempie si allungava fino alle gambe.

Astra non riusciva a muovere le mani, la vista le si riempì di una forte luce biancastra. Aveva la gola secca, l'impressione di essere vulnerabile. Aprì lentamente le palpebre per abituarsi alle nuove condizioni di luce del luogo.

Si guardò intorno: non era più a villa Malfoy, era in un piccolo spazio ordinato circondato da oggetti accatastati alla rinfusa. Era familiare. Strinse la coperta tra i pugni per sforzarsi di vedere con più nitidezza.

Si trovava nella stanza delle Necessità a Hogwarts, non era difficile da capire. Sulla destra, appoggiata a una scrivania, individuò una figura umana alta e vestita di nero. Non aveva dubbi su chi fosse.

Era probabile che tutto ciò che avesse vissuto le ore prima fosse stato solo un incubo. L'ultima cosa che ricordava chiaramente era il fiato di morte di Voldemort che le sfiorava il collo, per il resto le immagini erano quasi inconsistenti e oniriche.

Alzò debolmente il collo per controllare se sulla pelle dell'avambraccio fosse stato impresso il Marchio Nero. Era la sua paura più grande, se avesse davvero incontrato il Signore Oscuro era convinta fosse la prima mossa che avrebbe fatto. Invece al suo posto trovò il braccialetto, la M che si chiudeva nella A del suo nome.

Allora non era un sogno, era accaduto tutto.

Malfoy non appena la sentì muoversi scattò in piedi dalla scrivania su cui era appoggiato. Non aveva mosso un muscolo da quando l'aveva portata lì, era a malapena capace di respirare, ma sapeva che non sarebbe morta, ne era convinto.

Era stato un viaggio rischioso, la smaterializzazione per un corpo morente poteva essere fatale. Gli avevano consigliato di non farlo, ma tentò lo stesso perché credeva che la guarigione per lei sarebbe stata molto più lenta se si fosse risvegliata tra le mura della villa.

"Ti sei svegliata finalmente" esordì avvicinandosi al letto dove si trovava distesa.

"C-c-osa è successo?" Astra provò a issarsi sui gomiti ma era ancora troppo debole e rimbalzò sul materasso priva di forze.

"Sei rimasta incosciente per molte ore, ti ho portata qui" Draco si appoggiò con una spalla sul baldacchino del letto. Aveva gli occhi gonfi come quelli di chi non dorme da giorni.

"MIO NONNO- lo guardò in panico- Mio nonno sa che siamo qui?!"

"No. Nessuno sa che siamo qui. Cerca di rilassarti ora" la squadrò da capo a piedi per controllare che stesse effettivamente bene, che non ci fossero escoriazioni e danni sulla sua pelle prima di allontanarsi di nuovo verso il cassetto delle spezie.

Prese una tazza da cui saliva del fumo, aprì il terzo cassetto in alto e raccolse alcune foglie. Le pestò grossolanamente con un mortaio e le lasciò cadere all'interno della tazza nell'acqua calda. Un'aroma di erbe mediche si diffuse nella stanza mentre si avvicinava con la tazza fumante verso il letto.

"Dov'è la mia bacchetta?" mormorò Astra vedendo il serpeverde sedersi sul letto affianco a lei.

"Te la restituirò più tardi, non ti servirebbe a nulla in questo momento" serrò le labbra.

Non riuscivano a guardarsi negli occhi per più di qualche brevissimo istante. Era quasi imbarazzante: trovarsi soli chiusi in una stanza senza farsi guerra a vicenda, senza che istinti troppi forti prendessero il sopravvento era strano.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora