Diciannovesima notte

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Astra guardava la pioggia che batteva imperterrita sulle vetrate avvolta in una coperta di lana soffice. Era probabilmente il Natale più triste della sua vita.

Erano circa le 4 del mattino e sapeva benissimo che non sarebbe stato vantaggioso privarsi del sonno proprio la notte prima dell'incontro con Voldemort. La stanza in cui Malfoy l'aveva rinchiusa era così scarna e cupa che la metteva in soggezione e non riusciva a calmare lo stato di agitazione in cui era immersa da quando lui l'aveva abbandonata sola lì dentro.

Tentò di forzare la maniglia per aprire la finestra. Le dita incontrarono il metallo freddo ed ebbe un brivido di terrore. Credeva che Malfoy l'avesse stregata con qualcosa di pericoloso al tatto, invece rimase sorpresa di vedere come la mano non avesse incontrato nulla di nocivo nel toccarla. Spinse verso il basso con forza, strattonò la serratura e poi si arrese. Era inutile: l'incantesimo era talmente puntuale che la maniglia faceva quasi fatica a flettersi.

Sospirò con la fronte appoggiata sul vetro freddo. Poteva immaginare il picchiettare della pioggia sulla pelle, l'immergersi nella natura, lontana dal luogo di prigionia in cui era stata costretta. Si strinse nella coperta nel tentativo vano di scaldare il cuore.

Perché si era fidata di lui? Quanto doveva aspettare per avere la sua rivincita?

Il cigolio della maniglia della porta che girava la fece voltare di scatto. Draco entrò dalla porta puntandola con gli occhi di ghiaccio, la fissava dall'alto in basso, indeciso se avanzare un passo in più.

"Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare?" sbuffò la ragazza appoggiandosi con la mano al muro.

"Sei prigioniera in casa mia, penso che vedermi entrare in camera tua senza bussare sia la cosa meno terribile che possa capitarti" Draco indossava una giacca scura sopra un maglione a collo alto. Era elegante, ma non eccessivamente e teneva le mani in fondo alle tasche dei pantaloni.

"Probabile- serrò le labbra in una linea dura- non avere la bacchetta mi rende vulnerabile"

"Sapevo di trovarti sveglia comunque- si mosse sfiorando con i polpastrelli il legno del baldacchino- sei prevedibile in ogni tua mossa, Moore"

Astra lo osservava girovagare nei suoi spazi: non capiva se la sua presenza gli facessi piacere o meno. Era un'aiuto contro la solitudine, quella stanza era molto meno simile a una cella senza sbarre di quanto non lo fosse prima; d'altra parte, però, non era la migliore compagnia in cui potesse sperare in quel momento.

Lui prese posto sul suo letto cadendo a peso morto sul materasso. Guardò il vassoio in cui qualche ora prima era arrivata la cena: era quasi vuoto, ad eccezione di un po' di carne di tacchino e qualche verdura stufata sparsa nel piatto.

"Hai mangiato mezzosangue?" domandò ispezionando il piatto. Draco conosceva tutte le tecniche per nascondere il cibo e dare l'idea di aver mangiato senza aver toccato boccone. Buttare tutto nello scarico era la più immediata, c'era poi il distribuire il cibo per il piatto in modo che sembrasse più vuoto o ancora tagliare tutto in pezzettini minuscoli. Un piatto vuoto non era sinonimo di sazietà.

Lei annuì e tornò a guardare fuori dalla finestra. Non le piaceva quando la chiamava con quel nome, la faceva sentire inadatta soprattutto all'interno di quell'ambiente.

"È Natale non nevica e piove a dirotto- parlò come se lui non potesse sentirla- sono chiusa con te in una stanza senza via d'uscita... sembra che il destino si sia impegnato per farmi passare la peggiore giornata della mia vita!" sorrise amaramente.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora