Ventinovesima notte

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"Cosa ti è successo mentre ero via? Sembri sconvolta" notò Theodore con un'espressione più serena rispetto a quando se ne era andato.

Astra si affrettò a sistemarsi prima di girarsi di scatto verso la sua direzione. "Nulla, mi sono addormentata per un po'. Ero esausta".

"Ora ti senti meglio?" domandò con dolcezza chiudendosi la porta alle spalle.

Astra avrebbe potuto rispondergli con un sì, un sì discretamente argomentato. Sì perché aveva finalmente rivisto Draco e aveva saputo che era salvo, vivo e bello come un tempo. Sì perché Draco le aveva detto di volerle parlare per spiegare le sue ragioni prima di scendere a conclusioni affrettate. E sì in parte perché Draco aveva messo fine alla sua frustrazione sessuale inespressa.

Draco era stato la medicina di cui non sapeva di aver bisogno.

Invece optò per un "non del tutto", che non era una verità completa, ma nemmeno una bugia. La conversazione cadde nel vuoto, Nott non sapeva cosa dire esattamente e lei si aspettava che fosse lui a parlare per primo.

"Hai visto qualcosa di interessante fuori? Magari prima che si faccia buio potremmo andare a fare un giro, una ricognizione innocua, senza pretese" propose Astra dopo una manciata di secondi.

Nott piegò l'angolo della bocca a formare un accenno di sorriso. "È un modo per chiedermi di inventarti a cena? Non ti facevo così scaltra, Moore".

Lei arrossì istantaneamente, l'ingenuo imbarazzo che non provava da un po' ora le bruciava agli angoli del viso. Era stato difficile recitare il ruolo della ragazza senza sentimenti per i tre mesi a villa Malfoy e ora ogni emozione rappresentava una sferzata inattesa. Se nei minuti precedenti non avesse rivisto Malfoy, probabilmente non sarebbe arrossita nemmeno a queste condizioni. "Credevo avessimo chiarito nella discussione che abbiamo avuto prima a chi appartiene il mio cuore, ormai. La tua galanteria potrebbe essere mal interpretata-"

"Permettimi di fare ciò che voglio, Moore. Il mio intento non è quello di sostituirmi a Malfoy e nemmeno quello di fartelo dimenticare-" si avvicinò di qualche passo a lei e con le dita leggere le portò un ciuffo di capelli ribelli dietro l'orecchio. "- voglio solo rimediare ai miei errori e provare a costruire qualcosa di buono con te".

All'espressione confusa di Astra, Theo aggiunse: "In amicizia, si intende" e i loro occhi si scontrarono per qualche brevissimo istante. La serpeverde si risvegliò da una sorta di trance prima di fiondarsi nella borsa che teneva ai piedi del letto e raccattare qualche indumento. Biancheria pulita, una maglia sgualcita che presto trasfigurò in un grazioso tubino nero.

"Allora te lo concedo-"disse infine ritirandosi all'interno del piccolo bagno del motel.                       "- portami a cena, Theodore Nott". Il tono suonò più malizioso del previsto, ma non fece in tempo ad accorgersi del sorriso che aveva provocato nel volto del ragazzo che si era già chiusa la porta alle spalle.

Non appena girò la chiave nella serratura, Astra si liberò di tutto ciò che aveva indosso, il vestito scivolò a terra tintinnando sul pavimento per via di tutte le armi e le boccette che teneva nascoste tra le pieghe della gonna. Aprì il rubinetto della doccia impostandolo a una temperatura piuttosto elevata per la stagione e lasciò che il vapore riempisse la stanza. L'aria era soffocante, il bagno era minuscolo e privo di finestre. Le piastrelle scure davano una piacevole sensazione di contenimento e per quanto la stanza potesse risultare opprimente a quel punto, Astra si sentiva bene, come se fosse inglobata in una nuvola di vapore che la proteggeva dall'esterno.

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora