Trentaduesima notte

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Draco e Astra si materializzarono davanti a un cottage disperso nelle campagne inglesi. Era una casetta carina: aveva le pareti in legno verniciate di rosa e altri colori pastello, fiori esposti sui davanzali, le tegole rosse bruciate dal sole. Un posto che Astra giudicò del tutto opposto rispetto alla personalità di Draco.

"Dove siamo?" chiese avanzando tra l'erba morbida e i fiori di campo.

"Lavanda Brown collabora con noi. Sua madre ci ha offerto questa residenza estiva per farne una base operativa dell'Ordine".

Astra arrivò fino a sfiorare la ringhiera della scalinata che conduceva alla veranda estera. Il profumo di fiori freschi era penetrante, il legno del pavimento scricchiolava sotto i suoi passi. Avrebbero potuto dirle che quel cottage fosse abitato da fate e lei ci avrebbe creduto talmente era rosa e curato.

Draco la raggiunse alle spalle restando sempre a qualche passo di distanza dalla sua posizione. Da lontano si sarebbero visti come due puntini neri immersi nel rosa zucchero filato delle pareti. Lui si sentiva a disagio tra tutta quella graziosità e non vedeva l'ora di passare ai piani successivi per liberarsi della fastidiosa facciata da casa delle bambole di quella dimora.

Cambiò parzialmente idea quando sentì Astra mormorare: "È così bello qui!". Sorrise e scosse la testa.

La serpeverde appoggiò la mano sopra la maniglia, lui la raggiunse e la circondò con la sua. "C'è una sequenza di giri che devi imprimere alla maniglia per aprire la porta. Non è così immediato".

Astra abbandonò la presa, il calore delle dita di Draco rimaneva come un ricordo sulla sua pelle.

Lui armeggiò con la serratura e spostò il peso del corpo contro la porta per poterla spalancare. La coppia entrò. C'era qualche ragnatela luccicante che si era appropriata degli angoli della cucina e del salotto con il divano ricamato a fiori, ma per il resto la stomachevole dolcezza dell'esterno si ripeteva anche all'interno. L'aria sapeva di legno vecchio e torta di mele.

Draco pronunciò un incantesimo che fece spalancare le imposte per far entrare la luce del sole e per consentire un ricambio dell'aria. Il fragore delle finestre che sbattevano contro i muri fece sussultare Astra.

"Perché siamo qui, Draco?". Esplorò la stanza con lo sguardo: c'erano delle graziose tazze da te sopra il tavolo della cucina.

"Ho un piano che potrebbe salvarci tutti e questo è il luogo perfetto per metterlo in atto. Ho bisogno della collaborazione tua e degli altri serpeverde"

"Stai parlando di Nott, Blaise e Pansy?"

"Il fatto che tu abbia nominato Nott come primo sulla lista deve cambiare".

Astra alzò gli occhi al cielo e lui continuò: "Comunque si, mi riferisco a loro. Immagino che i vostri rapporti siano migliorati negli ultimi tempi"

Quasi vero. Blaise era accettabile e dolce nelle giornate buone; Pansy era la solita stronza, ma a tratti si poteva definire socievole; Theo... era una storia a parte.

"E secondo il tuo piano dovremmo abbandonare il lato oscuro... tutti? Esattamente cosa ti fa pensare che potremmo accettarlo?"

"Io lo chiamo buon senso, Moore. A voi fa schifo la guerra, a me fa schifo la guerra. Tu e gli altri condurrete un'opera di spionaggio tra le file del Signore Oscuro, mentre io e la squadra di Potter cercheremo di mettere in atto le informazioni"

"Audace da parte tua voler mischiare il gruppo dei serpeverde con quello del salvatore del mondo. Forse non hai contato che i rapporti umani sono importanti all'interno di una strategia-"

Under Control (DRACO MALFOY)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora