48 - Il Lago dei ricordi

48 7 0
                                    

«Quindi, dove si va?»

Awill osservava attentamente tutt'intorno a sé curioso nonostante per lui ormai la neve i gli alti alberi delle Terre di nessuno fossero qualcosa di quotidiano. Solo quella montagna di rocce gli era nuova, ovviamente quel territorio era molto vasto e sapeva che era assolutamente impossibile che l'avesse vista tutto.

«Da  nessuna parte, credo. Una delle tue domande ci ha condotti qui e deduco stia per mostrarci qualcosa ma dobbiamo attendere.» disse paziente la ragazza dai capelli grigi osservando intorno anche lei alla ricerca di qualcosa. E lo trovò, facendo cenno al guerriero di voltarsi.

«Quello dev'essere il campo degli Ignis.» disse il ragazzo riconoscendo le varie tende in pelle animale per isolare dal freddo e quel fumo dovuto al loro fuoco magico. I due si guardarono e iniziarono ad incamminarsi, per fortuna non era molto distante l'accampamento e ci misero poco a mescolarsi tra la gente. Sembrava tutto reale, vivo, vero e invece erano solo illusioni e Awill se ne rese conto quando provò a toccare la mano di un guerriero anziano che non aveva mai visto e la trapassò.

«Ah ah, non toccare, rischi di danneggiare il ricordo e portarci fuori strada.» lo riprese Eirlys quando lo notò e lui subito si scusò seguendola. Non era cambiato molto in quell'accampamento, le solite tende scure, armi un po' sparse ovunque, un grande fuoco con intorno tronchi d'albero, guerrieri che parlavano tra loro, donne che cucinavano il meritato pasto. Però c'era molto più fermento ed era strano dato che il sole stava tramontando e di solito, a quell'ora, tutti si preparavano per andare nelle tende a riposare e svegliarsi presto per l'allenamento.

«Sento delle voci.» disse ad un certo punto Eirlys puntando verso la tenda più grande, quella dei capi. Videro un guerriero grande e grosso uscire tutto abbastanza trafelato e agitato e ne approfittarono per entrare senza toccare la tenda e non creare casini interferendo. Anche se un ricordo, sentivano tutto, il freddo che lasciava spazio al calore sulla pelle, le voci basse e insicure o dispiaciute.

«Padre.» sentì la ragazza da Awill e fissò lo stesso punto che fissava lui: Izerg era seduto su un letto tenendo in braccio un bambino avvolto in fasce, accanto a lui una donna stanca e debole dai capelli arancioni come il fuoco e gli occhi come l'ambra, le labbra carnose e rosse e la pelle pallida.

Awill si avvicinò a loro istintivamente e sentì anche le parole che si scambiavano i due mentre intorno alla donna priva di forze c'erano altre due anziane che li guardavano tristi.

«Siamo da troppo tempo lontani da casa, i nostri territori. Non riusciremo a sopravvivere entrambi essendo deboli, lo sai Izerg.» disse la donna flebile.

«Quella megera, la pagherà per averti maledetta!» disse l'uomo rabbioso e la donna sorrise appena alzando un braccio verso di lui lasciandogli una carezza sul volto.

«Ho dovuto salvare il nostro capo.»

«A quale prezzo? Morirai, morirete qui e non riuscirete a resistere fin quando non torneremo a casa grazie all'incantesimo della Regina!» continuò lui guardando il neonato silenzioso tra le sue braccia forti ma che lo tenevano dolcemente avvolto in quel mantello dei capi di Nox.

«Il suo scopo è privarti di un erede di modo che tu sia l'ultimo e quando morirai i tuoi uomini non abbiano più una guida, prendendoli così sotto il proprio controllo. Ma non devi permetterglielo.» disse lei spostando la testa e guardando verso il fuoco di quella tenda. E anche Awill lo fece. Notò che quel fuoco sprigionato all'interno di un contenitore quadrato non era come l'aveva sempre visto lui, c'era qualcosa di diverso, di più potente.

«Può essere troppo pericoloso Adara.» disse subito Izerg quando vide e capì ciò che lei che facesse. Poi guardò il bambino, suo figlio, la sua pelle stava diventando fredda, le labbra violacee.

Figlie della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora