24 - Tanzanite

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Camminavano tra corridoi di roccia da un pò, non c'era nessuno a sorvegliarli e questo sembrava molto strano. Dei prigionieri senza guardie in giro, era la prima volta che Awill si ritrovava in una situazione del genere. E continuava a pensare che tutta quella tranquillità sarebbe stata spezzata da una probabile trappola che li avrebbe messi a dura prova, o forse anche no e non sarebbe stato male. Ma ormai bisognava essere previdenti in quel luogo.

Hana invece era troppo presa dal seguire la strada verso casa per preoccuparsi di tutto ciò e sentire quello che succedeva intorno a sé. Era come se le pareti che l'avrebbero portata al suo popolo fossero più luminose ai suoi occhi e tutti gli altri non potevano far altro che seguirla.

«State bene?» chiese Neiris voltandosi a guardare Xyla e Awill che annuirono. Faticavano un po' a camminare ancora.

«Abbastanza.» rispose il guerriero distrattamente, continuando a pensare alla sua amica.

«Ci sono mai stati guerrieri tra voi?» domandò e la ragazza lo guardò scettica.

«No. Siamo piuttosto pacifici e le guardie servono solo come sentinelle diciamo. Nessuno di noi sa fare quello che sapete fare voi. Perché?»

«Così. Non dev'essere facile vivere senza riuscire a difendesi senza magia. Siete state obbligate a non usarla.»

«No, infatti. Certe volte credevo di morire per le situazioni in cui ci eravamo cacciate.»

«Non avete, che so, un capo? Che controlla che voi non usciate?»

Neiris sembrò irrigidirsi alla domanda di Shara e poi sospirò, uno sguardo malinconico.

«Vedete, il nostro capo doveva essere l'ultimo ed eterno per scelta della luna e del cielo. Aveva duecentocinquantatre anni quando morì anche se l'aspetto era quella di una ventenne. Ma successe qualcosa, o meglio, previde qualcosa quasi vent'anni fa, un pericolo crediamo. Alla fine morì e ci fu un nuovo capo che lo è tutt'ora.»

«Perché siete fuori se è pericoloso per voi?» domandò Awill invece.

«Un giorno Hana venne da me dicendo che sarebbe dovuta uscire. Era successo qualcosa e ho voluto seguirla, non potevo lasciarla da sola nella situazione in cui era. Pensavo avesse a che fare con un'altra ragazza sparita anni fa nel nulla e invece scoprii che cercava qualcosa che trovò credo, altrimenti non saremo tornate. Ma è cambiata, è più fredda e si isola. Avete visto come fa. Non ho più idea di cosa le passi per la testa...»

Awill sospirò, la capiva. Succedeva la stessa identica cosa con la sua amica guerriera. Chissà ora cosa starai facendo. Vedi di tornare da noi sana e salva.

«Tutto bene Awill?» gli domandò la corvina guardandolo e lui si riscosse.

«Oh sì sì. Pensavo. Sai, anche Kari è così, si isola spesso. Non ti dico di notte, non dorme molto e sta ad osservare tutto il tempo il cielo e le stelle. Dice che la rilassa.»

Neiris si fermò e si voltò a guardarlo, le altre fecero la stessa cosa, eccetto Hana che non se ne rese conto e continuò per la sua strada.

«Osserva il cielo?» domandò come se non avesse capito bene e lui annuì.

«Non annoiata però, è come se lo studiasse o addirittura parlasse con lui. Sembra assurdo, ma mi ha insegnato molte cose. Lo Smeraldo, le stelle della Sapienza e dell'Oro. Cose che ignoravo.»

La mente di Neiris vagò per un attimo, domande su domande che le apparvero dal nulla e si accavallavano tra loro.

«Resiste alle basse temperature...» disse a bassa voce più a sé stessa che agli altri.

Figlie della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora