60 - L'identità di Meera

41 9 0
                                    

Il castello del re dei Tellus era esattamente al centro di quel Mondo, dove il sole splendeva e la natura era piena di vita. A separarlo dalle case era un grande giardino senza recinzioni come a dire che non era solo per i reali, ma anche gente comune e infatti vari ragazzini e adulti raccoglievano i frutti degli alberi per portarli a casa.

Le mura in pietra, come tutte le case circostanti che avevano visto durante la strada per l'ingresso della loro meta, erano quasi totalmente coperte da piante rampicanti e radici di grossi alberi di quel giardino variopinto ma non c'erano vetri alle finestre a riflettere i raggi solari, nemmeno le case ce li avevano.

Forse qui fa sempre così caldo pensò Neiris osservando tutt'intorno curiosa. Con Eirlys non si erano addentrate così tanto nel territorio dei Tellus e non ne avevano nemmeno sentito la necessità, troppo impegnate nel scappare da qualche guardia che non le raggiunse mai.

«Wow...» si lasciò sfuggire Xyla osservando meravigliata l'entrata del castello. Davanti a sé, dal muro roccioso, scendeva una cascata fino a terra dove un bacino sempre in pietra accoglieva l'acqua. Anche lì le piante non erano di certo assenti. Ai lati invece dei quadri raffiguranti i re del passato, o così sussurrò Meera accanto a lei spiegandole chi fossero.

Le guardie, che continuavano a tenerli d'occhio, si fermarono. I più grandi fecero cenno ai giovani di andarsene e loro eseguirono, mentre il più anziano, probabilmente il capo, guardò Meera come a dirle di seguirlo. Difatti iniziò a camminare e la ragazza guardò Eirlys per un attimo che le sorrise incoraggiandola e lo seguì.

Arrivarono alla fine di quel corridoio e svoltarono a destra verso un altro più piccolo e qui i quadri non c'erano già più. Solo delle porte sulla sinistra che sapeva conducessero alle cucine, altre al dormitorio delle poche cameriere che servivano il re, e molte altre.

Svoltarono a sinistra poco dopo e si ritrovarono di nuovo in un corridoio più grande e davanti a lei un grande portone il legno tutto inciso con maestria. Fiori, piante, tutto ciò che rappresentava la natura. E da lì la sua ansia iniziò a farsi sentire di più.

Le mani iniziarono a sudarle, il cuore che batteva all'impazzata senza fermarsi, il caldo le si insinuò nel corpo che voleva scappare da lì. Si morse il labbro quando la guardia aprì il portone entrando per primo e lei rimase ferma dove era rimasta sapendo che doveva aspettare un suo cenno.

«Vostra maestà.» iniziò la guardia chinando la testa davanti al suo re prima di rialzarla e continuare.

«Nei nostri boschi abbiamo trovato dei ragazzi che cercavano di raggiungere il castello. Uno è un Ignis e una dei Sentio ma per le altre tre non capiamo da dove provengano, forse anche loro dagli Altopiani ventosi.»

«Cosa sono venuti a fare qui?» tuonò una voce roca ma calda e Meera sentì i brividi lungo la schiena.

«Vorrebbero incontrarla.» rispose subito l'uomo. Ci fu un breve silenzio e poi il re parlò di nuovo.

«Preparateli, li ascolterò.» concluse.

«Subito vostra maestà.»

«Altre novità?»

«C'era anche una Tellus tra loro.- disse ma venne subito interrotto.

«Che ritorni a casa se non vuole problemi per aver fatto entrare estranei nei nostri territori.»

«I suoi capelli sono rosa, signore.» si affrettò ad aggiungere la guardia spostandosi di lato ma rimanendo sempre alla porta, lasciando lo spazio a Meera di entrare stavolta. Lei però non rimase lì ma avanzò con lo sguardo basso sentendosi fin troppo osservata. Si fermò solo quando fu vicina agli scalini che conducevano ai troni del re e la regina, facendo un inchino.

Figlie della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora