68 - Le paludi

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Alti, robusti e fitti alberi a coprire la maggior parte del cielo nuvoloso sopra di loro, l'ambiente tetro, umido e a tratti freddo, l'acqua stagnante che copriva gran parte del terreno. Quello era solo l'entrata per il Mondo degli Ater ma sembrava di stare in un labirinto, senza avvicinarsi alla meta effettiva.

«Attenti, qui il terreno cede.» disse Awill quando, per poco, non cadde nella terra fangosa.

«Odio questo posto, come fanno gli Ater ogni volta ad uscire per attaccare gli altri popoli?» disse schifata Xyla mentre, con l'aiuto di Neiris, cercava di non cadere e fare un passo dopo l'altro.

«Tra un po' ne saremo fuori.» disse Eira davanti a tutti, nonché la più veloce avendo già attraversato quel luogo ostile.

«Questa strada è pure la più veloce, sempre che si possa definire così. E poi, gli Ater avranno di sicuro qualche potere speciale per permettere loro di passare tranquillamente di qui, o almeno penso. Non mi dispiacerebbe averlo in questo momento.» aggiunse Calida. Dopo il discorso fatto con il capo di Nox, aveva rispettato le sue parole, facendo finta di niente tra i Sentio per non allarmarli e partire insieme a loro appena la chiara raccontò brevemente alla sorella tutta la storia. Gli altri non sapevano nulla, tranne Awill. Come promesso, la rossa era riuscita a tenere da parte il ragazzo e parlargli. Ovviamente lui aveva ascoltato ogni sua parola, ogni sua scusa, ogni sua colpa, ma non aveva detto nulla. Solo aveva annuito e si era voltato, raggiungendo la guerriera che li aveva osservati da lontano per qualche istante. Una volta in marcia raramente il ragazzo aveva detto qualcosa. Anche gli altri non erano da meno a dirla tutta, troppo impegnati a non finire nella melma e rimanere intrappolati.

«Spero che il vostro piano funzioni o saremo tutti morti.» disse poi Calida a bassa voce ad Eirlys accanto a lei che la fissò per un attimo.

«Non prometto niente, ma abbiamo valutato ogni rischio. Non siamo solo noi.» le rispose ritornando a guardare per terra.

«Preoccupata?» le domandò poi e la rossa si morse il labbro nervosa.

«Un po'. La Regina ha sempre tutto sotto controllo, di sicuro ora sa che stiamo andando da lei.»

«È quello che vogliamo.»

Calida scosse la testa, doveva fidarsi? D'altronde, non sapeva nulla di loro e magari stavano mentendo a tutti volendo solo far tornare il proprio popolo salvo al di fuori del loro nascondiglio. Però, se Awill si fida di loro così tanto ci sarà un motivo. Specialmente di Eira...

Osservò di fronte a sé i due guerrieri parlare e scambiarsi lievi spintarelle amichevoli, ridendo e scherzando. Purtroppo non aveva idea di quello che si stavano dicendo dato che era troppo distante oltre che troppo concentrata a non perdere di vista gli altri dietro di sé. Non voleva perdere nessuno, l'aveva promesso a sé stessa.

«La tua amica ci sta osservando sai?» disse Eira al suo amico guerriero, le mani nella tasche, un passo dopo l'altro senza alcuna difficoltà.

«Lo so.»

«Ti dà fastidio?»

«Non molto.»

«Te l'ha detto?»

«Già. E non so che pensare.»

Eira fece spallucce osservando introno a sé, mancavano ancora un paio di chilometri e riuscì a vederlo sfruttando il proprio potere del serpente.

«A me è sembrata sincera. Una volta ogni tanto.»

«Anche a me. Però le cose sono molte e non so cosa fare. Non solo come amico ma anche come capo. Cosa dovrei fare una volta tornati a casa? Mentire e non dire nulla ai miei uomini quando mi chiederanno di lei e dove l'abbiamo trovata? E loro cosa faranno? Si fideranno di lei? In più, sai che non riesco a mentire e in poco si scoprirà tutto. Non voglio essere messo in cattiva luce ma nemmeno mettere nei casini lei. Potrebbero davvero isolarla stavolta.»

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