«Chi siete voi?» domandò la contessa, con voce che stentava a riconoscere come la sua, rivolta alla figura appena giunta in casa sua, immagine di sé stessa pur completamente diversa.
Elaine non riusciva a capire né a razionalizzare chi avesse di fronte, sorpresa da quella somiglianza con la propria persona.
Il solo trovarsi faccia a faccia con quella donna le procurò una sensazione di nervosismo e disagio, ma soprattutto di pericolo.
Quella persona non le piaceva affatto!Non le piaceva che fosse entrata in casa sua, così come non le piaceva come l'aveva salutata, con quel sorriso arrogante e beffardo dal quale si sentì immediatamente stizzita.
«Oh, milady Lancashire, siete proprio sicura di volerlo sapere? Io non credo, con tutta onestà» sorrise lei, benché a Elaine apparve più come un ghigno, piuttosto che un vero e proprio sorriso.«La signora credo se ne stesse andando, contessa» intervenne Hester, palesemente innervosita da quell'ospite decisamente inopportuno. Non la conosceva, quantomeno non di persona, ma tra i muri della villa spesso erano state sussurrate voci e mormorii riguardanti la possibilità di un amante del conte e la governante non ci aveva messo poi tanto a collegare quella donna come la possibile protagonista di quelle dicerie.
«In realtà sono appena arrivata e di certo non apprezzo il come io sia stata accolta» replicò Marjorie con lo stesso tono altezzoso utilizzato in precedenza, facendo innervosire ancora di più la nobile.
«Credo che voi vi stiate sbagliando. Qui non siete la benvenuta» osservò Elaine senza toglierle gli occhi di dosso e non riuscendo a nascondere irritazione provocatale da quella ragazza. «Vi invito caldamente a lasciare la mia magione.»L'espressione di Marjorie si fece sorpresa dalle parole della contessa, come se non si aspettasse da lei una presa di posizione, pur mantenendosi sorridente quasi ne fosse divertita. «Noto con piacere che le voci che girano sul vostro conto siano del tutto errate» valutò ridacchiando. «Mi aspettavo una donna sottomessa e timida, invece mi invitate caldamente a lasciare la vostra dimora» ripeté palesemente sarcastica, prima di voltarsi per guardare gli interni della villa, iniziando a togliersi il soprabito quasi fosse di casa.
Sotto lo sguardo ammutolito di Elaine e della domestica, Marjorie porse il proprio indumento a Hester, quasi a intimargli di tenerle l'abito con un gesto autoritario e al contempo di provocazione nei confronti della sua ospite.
Elaine scosse il capo, allibita di fonte a quel comportamento e dalla stravagante apparizione di quella donna che si comportava come se fosse sua pari. «Cosa state facendo?» domandò, senza capire.
«Non è ovvio? Sto valutando il luogo dove presto mi trasferirò» spiegò accigliandosi e ricambiando lo sguardo della donna che la fronteggiava, sempre più confusa.«Questa non è casa vostra. Insisto che ve ne andiate!» Elaine strinse appena le labbra, evidentemente in difficoltà a cercare di affrontare quell'impaccio ritrovatasi in casa. «Hester, chiamate Arthur. Ditegli che apprezzerei che accompagnasse fuori dalla villa la nostra ospite, chiunque essa sia!»
«Effettivamente non posso darvi torto, contessa di Lancashire» osservò la donna, riavvicinandosi con spavalderia a Elaine. «Il mio nome è Marjorie Hacket,» si presentò con l'accento di un inchino impeccabile, prima di tornare a guardare la ragazza di fronte a sé «ma dubito che vostro marito, pur conoscendomi intimamente, vi abbia mai parlato di me.»
«Vi ho già detto di andarvene. Non mi importa chi siete!» ribadì Elaine, mentre Hester spariva alla ricerca del maggiordomo, lasciando le due donne da sole.
Marjorie sorrise alle parole della padrona di casa, la quale ormai faceva sempre più fatica a celare dietro all'indifferenza il proprio fastidio mescolato all'angoscia di chi quella donna fosse.
Le parole di Benjamin le avevano fatto tornare a galla i dubbi che di tanto in tanto la psiche le portava alla mente. Talvolta quei pensieri le toglievano persino il sonno, impossibilitata a trovare la serenità e tormentata dal continuo domandarsi dove Viktor potesse essere stato in quelle sere nelle quali non aveva fatto ritorno in casa propria.
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La gabbia d'argento
Historical FictionLondra, anno 1851. Elaine, rampolla della famiglia Dietrich, riesce a unirsi in matrimonio al Conte di Lancashire; un uomo enigmatico quanto affascinante, ma dal freddo e distaccato atteggiamento. La meravigliosa vita che la giovane Contessa da que...