Terzo colpo

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Il colpo era infine partito, infrangendo il silenzio assoluto della radura, lontano da ogni traccia di civiltà e distante da chiunque avesse potuto sentire.

Nessuno dei presenti aveva fiatato nell'osservare ogni movimento dell'americano mentre si preparava.
Aveva preso coraggio, controllando il respiro affannato dall'adrenalina e dalla rabbia, per poi alzare la pistola verso il Conte di Lancashire.
Quest'ultimo, invece, non aveva battuto ciglio, prendendo posizione difensiva nel vedere l'uomo di fronte a sé riacquistare fredda lucidità. Si era messo di profilo il più possibile, con la propria pistola di fronte al viso e la canna rivolta verso l'alto, a protezione del volto.
Aveva osservato l'arma tremante del proprio avversario, combattuto dalla scelta che stava per compiere e sempre più consumato dall'angoscia crescente.
Che volesse sparare davvero era più che evidente, chiaro agli occhi degli astanti quanto si stesse in realtà trattenendo.

«Potreste finire questa tediosa disputa quando volete, senza farmi perdere altro tempo,» lo provocò Viktor con sottile ironia «o volete continuare questa messinscena ancora a lungo? Vorrei tornare da mia moglie!»
«Non siete il solo medico che può salvarla. Non siete per forza necessario» replicò Benjamin, frenato dalla voglia di premere il grilletto.
«Allora sparate; non vi manca l'ardire nelle vostre parole, ma il coraggio nelle vostre azioni» osservò Viktor calmo. «Vi ricordo che siete stato voi a volere questa sciocchezza,» continuò abbassando appena la pistola di fronte al volto «eppure continuo a veder tremare la vostra...»

Ma il nobile non arrivò a terminare la frase; le parole gli erano morte sulle labbra, bloccate dal rumore dello sparo e della canna fumante ancora puntata su di lui.
L'espressione del conte di Lancashire si fece sgomenta, completamente preso alla sprovvista.
Solo dopo qualche secondo riuscì a percepire un sottile bruciore provenire dalla spalla destra, prima di farsi rapidamente più intenso. Non si era reso neppure conto di essere stato colpito e ferito, sebbene di striscio.
«Conte!» gridò allarmato William, mentre il resto dei presenti osservava ammutolito quanto appena accaduto.
Benjamin stesso osservava l'uomo di fronte a se con stupore, abbassando lentamente l'arma, quasi non credesse di aver sparato per davvero.

Era stato più forte di lui, ormai al limite della sopportazione per riuscire a imporsi di sparare a vuoto e chiudere la questione una volta per tutte.
In bilico tra due scelte difficili, alla fine, l'arroganza e calunnia presenti nelle parole di Viktor avevano fatto prevalere il desiderio di uccidere.
Gli era bastata l'esplosione e il rumore del colpo tra le sue mani per pentirsi all'istante di quello che aveva appena fatto, lasciando lui stesso sgomento tanto quanto il resto dei presenti.
Nessuno si sarebbe aspettato quell'azione, certi che avrebbe dichiarato la sconfitta.

L'unico nel gruppo a non essersi lasciato completamente sopraffare dallo stupore fu il medico, chiamato appositamente per il duello, il quale si avvicinò celere a Viktor assieme a William per assicurarsi delle sue condizioni.
Tuttavia il conte aveva del tutto cambiato espressione, ignorando chi gli si era avvicinato, facendosi di nuovo torvo e palesemente furente dall'affronto subito. Sarcasmo e arroganza erano spariti dal suo volto.
«State bene?» domandò il maggiordomo affiancandolo, osservando la camicia bianca strappata e bruciacchiata all'altezza della spalla, sotto alla quale di intravedevano le tracce del colpo e del sangue che lentamente iniziava a imbrattare il lino immacolato, benché all'apparenza sembrava trattarsi solo di un graffio.
«Mai stato meglio» sibilò tra i denti Viktor, restando a fissare Benjamin con evidente astio.
«Volete dichiarare terminata la contesa?» domandò freddo il medico, lanciando un'occhiata al nobile da dietro un paio di occhialetti con la montatura in osso.
«No, la ferità è leggera» dichiarò in risposta, senza distogliere lo sguardo dal suo nemico «e in quanto sfidato ho diritto, a mia discrezione, di un secondo colpo.»
Terminata la frase porse la pistola a William, voltandosi a guardarlo. «Fatela ricaricare, immediatamente!» ordinò, e dal tono di voce s'intuì quanto volesse ripagare quell'oltraggio con la stessa moneta.

La gabbia d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora