Relazione maledetta

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Passò un singolo giorno, dacché il conte prese la decisione di parlare di persona a Marjorie, lasso di tempo dove persino Elaine si accorse della sua distrazione.
Aveva dato via ai preparativi per la partenza a Whitesand's Hall, inviando messaggi ai governanti della residenza estiva riguardanti il loro imminente arrivo, lasciando che Cody e William si occupassero dei suoi bagagli, mentre Hester e Mae, una delle nuove cameriere, preparavano gli effetti personali della loro padrona.
La carrozza, così come i cavalli, erano stati tirati a lucido per l'imminente partenza che contava un viaggio che sarebbe durato giorni, sempre se il tempo avesse tenuto abbastanza da non rendere le strade ancora più sdrucciolevoli e impraticabili.

In un periodo a cavallo tra l'estate e l'autunno era consueto un tempo grigio e piovoso e se dalla città si alzava un'aria pesante e velenifera, dalle campagne invece si percepiva il suggestivo odore di petricore, acre e pungente della terra bagnata.
Mai come allora Viktor desiderava allontanarsi dalla fosca capitale, vista la rarità delle occasioni cui si era allontanato, desiderando lasciarsela alle spalle e iniziare una vita che si prospettava molto diversa da quella che fino in quell'istante aveva sempre vissuto.
Avrebbe potuto finalmente avere un erede, forse più di uno, e per quanto quell'idea lo avesse sempre innervosito iniziava a pensare come sarebbe stato crescere chi avrebbe seguito i suoi passi in futuro.
Dopotutto, in quanto nobile, spettava a lui mandare avanti la discendenza dei Lancashire.

Nondimeno, il pensiero del conte sulla partenza era disturbato dall'ombra del dover parlare urgentemente con Marjorie, capire cosa volesse e sperare di poter chiudere con lei una volta per tutte.
La sua distrazione, notata anche da Elaine che in quel lasso di tempo non poté fare a meno di iniziare a preoccuparsi, era dovuta ai continui interrogativi sul perché non se ne volesse andare. La volontà della donna nell'imporsi e di restare nell'alloggio di Belgravia stuzzicava la curiosità di Viktor, aumentando al contempo la sua preoccupazione.
Le aveva proposto ogni cosa che lui ritenesse possibile, ma l'amante aveva declinato ogni offerta, sostenendo di volergli parlare di persona, senza mai lasciare uno spiraglio che potesse mostrare quali fossero le sue reali intenzioni.
Quell'enigma tormentava sempre di più il nobile, tanto da non accorgersi neppure delle espressioni interdette della moglie nel vederlo tanto distratto.

«Domani mattina partiremo presto, mi ha avvisata Cody. Sono piuttosto emozionata all'idea di vedere finalmente la residenza di famiglia» esclamò la ragazza, guardando il marito mentre facevano colazione nelle stanze di quest'ultimo.
Viktor non sembrò considerarla, restando a guardare con l'espressione crucciata verso la finestra.
Elaine, piuttosto interdetta, tossicchiò schiarendosi la voce e attirando la sua attenzione.
«Va tutto bene, Viktor?» domandò in tono gentile, accennando un sorriso sincero atto a celare i timori che le graffiavano il petto.
«Sì, certamente» rispose lui prendendo il tè che aveva iniziato a bere, tornando a degustarlo.
«Sembrate assente, vi turba qualcosa per caso?» insistette lei, prendendo un pasticcino dal vassoio sul tavolo.
«Sto pensando al viaggio di domani mattina» mentì alzandosi in piedi e avvicinandosi alla finestra. «Oggi pomeriggio vorrei chiudere alcune questioni in sospeso, prima di partire.»
«Questioni di che tipo?»

L'attenzione dell'uomo tornò sulla donna. Non poteva dirle che fosse Marjorie la questione in sospeso, timoroso di darle altri oscuri pensieri che avrebbero minato la sua serenità, ignaro invece che fosse proprio il suo essere assente che aveva già reso fertile il terreno del dubbio.
«Devo passare al White's Club e al Royal college. Ho da chiudere alcune discussioni con alcune persone e poi sarò di ritorno,» spiegò lui avvicinandosi a lei «poi partiremo. Ci lasceremo alle spalle Londra per un lungo periodo.»
La contessa a quelle parole sorrise, un po' più leggera. «Torneremo per la stagione?» domandò, riferendosi all'inizio delle serate mondane dove la capitale intera sarebbe stata invasa da giovani e giovinette alla ricerca del miglior partito.

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