Ritorno

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La carrozza procedeva lentamente lungo la strada lastricata, incespicando tra le vie tenebrose della capitale.
Una pioggerella sottile faceva da sfondo in quella notte di fine novembre, in un picchiettio ritmico e cadenzato.
A muso chinato fino a terra, stremati e con il respiro pesante, due cavalli procedevano con lentezza lungo le vie scarsamente illuminate dei quartieri alti di Mayfair, attraverso una sottile coltre di nebbia. Tutto appariva cupo, ma al contempo caldo, grazie al contrasto tra le tinte scure della notte e le luci di fiammelle e candele, provenienti dalle finestre di case ingrigite dal maltempo.

L'ambiente appariva triste e malinconico, valutò il ragazzo seduto in carrozza con lo sguardo rivolto in direzione delle villette che gli sfilavano accanto.
«Siamo quasi arrivati» annunciò l'uomo di fronte a lui, ridestando il giovane dai pensieri con i quali aveva rimuginato per gran parte del viaggio.
Era già stato a Londra, benché raramente. Si era iscritto all'università di Edimburgo, dove ancora studiava e risiedeva la maggior parte dell'anno, benché solitamente non mancasse di uscire dal Regno Unito per dedicarsi ai viaggi e ai tour, in tutto il mondo.
La capitale era sempre stata visitata di rado, perlopiù obbligato in quanto visconte, sebbene tale per titolo di cortesia.
«Siete sicuro della vostra scelta, Signore?» domandò nuovamente l'uomo di fronte a lui, osservandolo dubbioso e spostando poi l'attenzione sulla carpetta da disegno che il ragazzo teneva tra le mani.

«Non posso rimandare ancora, Cody. Bisogna fare ciò che è giusto» rispose l'interlocutore, abbassando anche lui lo sguardo sulla teca. «Sono passati quindici anni...» valutò, rialzando il capo e voltandosi nuovamente in direzione del finestrino. «Credo di essere ormai pronto per parlare con mio padre. Temo solo che nel rivederlo mi manchino le parole. Inoltre sono all'oscuro di quella che sarà la sua reazione. Forse ho più paura di questo che di tutto il resto.»
«Sono certo che il conte sarà felice di rivedervi, Signore.»
«Non mi ha mai scritto...»
«Conoscete i motivi. Ve li ho sottolineati in molte occasioni» replicò Cody, inarcando un sopracciglio. «Vostro padre non ha mai voluto imporvi nulla, tantomeno rendersi presente se non foste stato voi a richiederlo. Nondimeno, non vi ha mai fatto mancare niente.»
«Lo so!» sbuffò seccato il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli neri. «Sono solo nervoso, molto nervoso.»

«Lo capisco,» annuì il domestico accennando un sorriso stanco «ma sono felice che finalmente abbiate deciso di parlarci. Credo che il conte attendesse da molto tempo questo epilogo.»
«Da bambino non sarei mai riuscito a capire. Lo sai che la mia decisione è stata presa dopo che ho visto Ben qualche giorno fa, vero?»
«So che siete stato da lui di ritorno da Lipsia. Christine mi ha detto che eri passato a salutarli.»
Thomas sbuffò di nuovo, seccato, stiracchiandosi contro lo schienale della carrozza. Avevano viaggiato per giorni, da Whitesand's fino a Londra, e il maltempo era stato loro compagno di viaggio. «Speravo che quella ragazzina non dicesse nulla. Volevo solo parlare con Benjamin» sottolineò.
«La figlia di Ben è ancora piccola. Immagino che anche voi a sette anni non foste tanto ligio a mantenere segreti» commentò sarcastico il domestico.
«Ho sempre mantenuto i segreti» replicò invece il visconte, lanciando un'occhiata infastidita verso il proprio interlocutore che ridacchiò, scuotendo il capo e voltandosi a guardare l'esterno. «Siamo arrivati, a ogni modo.»

La carrozza voltò in direzione dell'ampia cancellata bianca, sulla quale spiccava lo stemma della casata Lancashire.
Al passo le due bestie avanzarono lungo il viale alberato che portava verso la villa, immersa nella più totale oscurità, resa appena visibile solo da alcune tiepide luci provenienti dalle finestre.
Thomas non aveva mai visto Villa Lloyd; era sempre stato distante dai quartieri di Mayfair, timoroso di incontrare l'uomo che lì vi abitasse e trovarsi là, davanti al palazzo della propria famiglia, non poteva che procurargli una leggera ansia.
Cody, a suo agio rispetto al proprio protetto, fu il primo a muoversi come la carrozza terminò il proprio percorso, fermandosi di fronte al palazzo. Aprì la porta, scendendo per primo e aspettando che il giovane nobile lo seguisse.

La gabbia d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora