La ghirlanda nera

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Erano stati momenti complicati, nella felice sorpresa di un ritorno inaspettato, ma al contempo amaro per la perdita di chi, quel ritorno, lo aveva sognato fino al suo ultimo respiro.
Questo spiegò Cody dopo lo stupore iniziale, la gioia del rivedere la sua protetta e al tempo stesso la nostalgia nel ripensare a chi in quel momento non c'era più.
Aveva fatto sedere i suoi ospiti nella sala di rappresentanza, anch'essa svuotata di molti monili e arredamenti che un tempo l'avevano resa viva. Il valletto aveva ordinato di preparare il tè per la Signora e il suo accompagnatore, uomo al quale Cody non aveva mai rivolto la parola né aveva guardato, come se non fosse presente.
Tuttavia, stranamente, di quella che sapeva fosse la verità non disse nulla, fatto che all'americano sembrò decisamente strano e quanto mai sospetto.

Si erano seduti in attesa e Cody aveva chiesto solamente cosa avesse fatto Elaine in tutti quegli anni, invitandola al dialogo con un sorriso affabile e pieno di affetto. Era palese quanto rivederla fosse per lui motivo di gioia.
La Contessa era stata vaga, senza entrare nel dettaglio e, soprattutto, senza accennare a Thomas come se temesse la reazione a tale notizia.
«Potete raccontarmi qualcosa di Viktor?» domandò lei prendendo la tazza di tè e iniziando a sorseggiare.
L'espressione di Cody cambiò radicalmente a quella domanda, facendosi cupa e sfuggendo allo sguardo di Elaine. Sospirò, bevendo brevemente un sorso a sua volta.
«Viktor è morto qualche mese fa, come suppongo voi abbiate appreso, o non sareste qui. Perdonatemi la franchezza, Signora, ma congetturo che l'unico motivo per cui siate tornata sia proprio per via della sua dipartita.»
«Pensate bene, Cody» annuì la donna «Non potevo tornare, la mia vita è cambiata e quello che era parte del mio passato non volevo affrontarlo più.»
«Forse... avreste dovuto...»
«Per cosa? Per ritrovarmi di nuovo in un mondo di menzogne?» domandò lei con decisione e risolutezza del tutto nuova a Cody.

Il Capo della servitù, che ormai sembrava amministrare Villa Lloyd, portò la sua attenzione su Benjamin solo in quel momento, restando serio, sostenendo il suo sguardo, prima di tornare a guardare Elaine, poggiando la tazzina di porcellana finissima sul basso tavolino, mentre con la mano libera si premette sul lato dell'addome; là dove teneva il ricordo di ciò che accadde otto anni prima.
Una smorfia leggera accompagnò il gesto del valletto, tra un sospiro stanco e rassegnato.
«Un mondo di menzogne, già!» annuì lui «Menzogne che il conte avrebbe voluto chiarire e per il quale vi ha cercata tutti questi anni!»
«Tanto da andare in guerra?» domandò accigliandosi lei.
«Tanto da andare in guerra per smettere di pensare alla vostra fuga, visto che le ricerche svolte in tutto il territorio conosciuto non avevano portato a nulla» incalzò di rimando senza l'abituale tono servile, come se quel dialogo lo stesse irritando più del dovuto.
«Mi ha cercata perché sono sua moglie...»
«Vi ha cercata perché aveva bisogno di voi!» rimbeccò di nuovo, deciso e vincendo con tali parole quel confronto, osservandola distogliere lo sguardo e riprendere a sorseggiare il tè.

«Inutile rivangare il passato» intervenne Ben schiarendosi la voce per poi lasciarsi sfuggire un colpo di tosse, senza notare l'espressione stizzita del maggiordomo nel solo sentirlo parlare. «Siamo qui per la sua eredità. Elaine è ancora legalmente la Contessa di Lancashire» sottolineò.
«Per vostra fortuna, vero?» domandò retorico Cody, rivolendogli un'occhiata sarcastica che durò poco. «Ma mi rammarico nell'avvisarvi che quanto rimasto del lascito del Conte si limita a questa villa e alla residenza estiva di Whitesand's Hall» spiegò in direzione di Benjamin, mantenendo un'espressione di falsa cortesia. «Del suo patrimonio non è rimasto praticamente nulla. Tutto è stato sperperato per le vostre ricerche» chiarì infine, tornando a guardare Elaine che lo fissava pallida.

Ben imprecò a bassa voce, distogliendo lo sguardo ed evitando così di notare un sorrisetto divertito apparso sul volto di Cody, prima che questi tornasse a guardare la Contessa di Lancashire. «Tuttavia, nella tenuta estiva sono rimasti ancora parecchi rimasugli di ciò che appartiene alla vostra famiglia, così come anche i documenti che attestano il vostro diritto di poter gestire in autonomia le proprietà del Conte di Lancashire.»
«Ha venduto tutto?» domandò lei incredula. «Tutto quanto per cercarmi?»
«Ha fatto molto di più, Signora, ma onestamente non apprezzo per nulla l'uomo che v'accompagna e trovo irrispettoso parlare della memoria del Conte in sua presenza.»
«Non ho intenzione di lasciare con voi Elaine da sola, se è questo a cui state puntando!» sbottò Ben innervosendosi e attirando su di sé gli sguardi di entrambi.
«Perché? Credete che gli dica qualcosa di sconveniente?»
«Non dovrei? Siete stato complice del Conte raccontandole un sacco di sciocchezze! Perché dovrei credere che non le possiate dire qualche fesseria?»
«Ben, calmati. Viktor è... morto» proferì a fatica, come se gli facesse ancora male ammetterlo, deglutendo. Tutto in quella casa le riportava alla mente sprazzi del suo passato, momenti passati in compagnia di chi aveva amato e continuava ad amare. «Non c'è nulla che Cody possa dirmi che mi farà cambiare idea.»

La gabbia d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora