Debito

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«Un debito? Abbiamo un debito?» domandò Elaine fissando Benjamin incredula.
Era già la seconda volta che poneva quella domanda e l'uomo di fronte a lei annuiva senza guardarla, a capo chino e con le labbra tirate.
La donna attese, lasciando posto allo sconcerto che arrivava dal silenzio della persona con cui viveva da otto anni. Un uomo che mai avrebbe creduto capace di farle qualcosa di potenzialmente dannoso, per lei e per colui che chiamavano figlio.
«Cosa... perché?» farfugliò lei senza neppure sapere cosa domandare di fronte a tale notizia, per poi scuotere il capo a sua volta, incrociando le braccia e stringendosi quasi avesse improvvisamente freddo.
«A quanto ammonta? Possiamo cercare di vendere qualcosa e ripagarlo» valutò cercando la più rapida delle soluzioni, allarmandosi ancora di più nel vedere l'uomo scuotere il capo.
«Troppo, non è certo vendendo due chincaglierie che salderei quanto devo» spiegò lui con tono mortificato. «Mi dispiace.»
«Io... io non capisco...»

«Non credevo di fare qualcosa di tanto stupido, volevo solo assicurarmi che tutto andasse bene, per noi» spiegò alzando lo sguardo verso la donna. «Quando siamo arrivati qui, avevo la giusta somma di denaro per garantirci da vivere per qualche tempo, lo sai, ma per comprare casa e terreno ho dovuto chiedere un prestito, convinto che sarei riuscito a ripagarlo nel tempo, senza contare quanto alto fosse il tasso d'interesse» spiegò, per poi distogliere nuovamente lo sguardo, stringendo le labbra. «La situazione mi è sfuggita di mano, non volevo allarmarti o farti preoccupare. Cercavo di occuparmene da solo per non darti altri pensieri.»
«Avresti dovuto dirmelo, invece. Avremmo potuto trovare una soluzione, assieme, come abbiamo sempre fatto» mormorò lei calma, avvicinandosi a lui. «A quanto ammonta il debito?» domandò, sedendosi accanto a lui e poggiandogli una mano sul ginocchio.

L'americano scosse il capo, passandosi una mano tra i capelli per poi sistemarsi nervoso sulla sedia di legno. «Seicento quindici dollari» rispose a capo chino, non avendo il coraggio di guardare Elaine in volto, la quale a quella risposta era impallidita.
Ci fu silenzio per i successivi istanti, con la presa di coscienza della gravità della situazione.
In silenzio, la ragazza rimase a fissare Benjamin, nella speranza tornasse a guardarla e gli dicesse fosse tutto uno scherzo, che non ci fosse nulla di vero. Deglutì, guardandolo, afferrandogli una delle mani tra le sue, come a volergli dare conforto.
Seicento quindici dollari! Non sarebbe bastata la vendita della casa e dei pochi acri di terreno che possedevano per saldare un tale debito e se, nel peggiore dei casi, avessero arrestato Ben, Elaine non avrebbe potuto avere nessun diritto di proprietà sulla casa, non apparendo realmente sposati.
Avrebbero pignorato la proprietà; Benjamin sarebbe stato trasferito chissà dove e lei e Thomas si sarebbero trovati da soli, senza neppure un penny né un posto dove stare.
Non possedevano nulla di valore che potesse essere rivenduto, tranne la casa che loro stessi avevano costruito e pochi metri di terreno, ma anche con quello non sarebbero arrivati a coprire tutto quel denaro.
Era un disastro!

Scuotendo il capo, ancora incredula, la donna prese due bicchieri, poggiandoli sul tavolo assieme a una bottiglia di Whiskey, tenuto solitamente ben nascosto e raramente presente sul loro tavolo.
Versò in entrambi i bicchieri due dita di liquore, per poi sedersi di fronte a Ben, accennando un sorriso tirato.
Lui invece prese il bicchiere guardandone il contenuto, per poi lasciarlo sul tavolo senza berlo, iniziando invece a prepararsi un'altra sigaretta.
«Questa situazione ci mette in pericolo. Non risultiamo sposati, non abbiamo i documenti e tu non risulti ufficialmente mia moglie» spiegò lui tirando dalla sigaretta mentre lei sorseggiava timidamente il liquore. Non che ne cercasse qualche tipo di appagamento, o soluzione ai suoi angoscianti pensieri, sebbene sperasse che l'alcol mitigasse la paura che quella verità aveva portato a galla.
«Non voglio obbligarti a sposarmi. Ne abbiamo già parlato in passato e non voglio affrontare di nuovo l'argomento, sebbene sai meglio di me che, se diventassi ufficialmente mia moglie, le cose sarebbero ben differenti.»
Lei scosse il capo, osservando il bicchierino che teneva tra le dita. «Lo sai che non voglio, sebbene concordo con te che risolverebbe molte problematiche, ma... io non posso.»
«Elaine, lo so perché non vuoi, ne sono perfettamente consapevole» rispose lui alzandole il viso con dolcezza. «Ma ti chiedo di valutare la situazione per te e per Thomas, lui soprattutto. Se ufficializzassimo il matrimonio, anche se mi dovessero portare via, a voi resterebbe la casa e il terreno. Per me non è importante avere quel pezzo di carta, ma almeno vi garantirebbe di avere un tetto sopra la testa.»

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