𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝗜3. Sali in Macchina.

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𝙎𝙚𝙪𝙡 𝙑𝙚𝙣𝙤𝙢𓆙

Dovevo parlare con Hoseok

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Dovevo parlare con Hoseok. In realtà, avevo solo bisogno di parlare con qualcuno e di avere un'opinione esterna su cosa diavolo mi stesse succedendo. Avevo passato la sera prima con Kim Taehyung, lui mi aveva portato in un ristorante lussuoso, aveva pagato tutto, dopo mi aveva scortato a casa e, subito dopo aver fatto il leccapiedi con i miei genitori, mi aveva- cosa mi aveva fatto? Minacciata? Bloccata al muro? Avvertita? Accaldata? Dannazione. Cosa diavolo voleva quel tizio da me? E soprattutto, quanto potevo essere stata stupida ad averlo invitato fuori quella stessa sera? Anche se era successo prima dell'episodio nella mia stanza, avrei dovuto capire da sola che non fosse una buona idea. Almeno, il debito con Hoseok era stato ripristinato alla somma iniziale ed il mio amico non sarebbe andato nei guai.

Presi un grosso respiro asciugando la mia fronte sporca di sudore con la manica dell'uniforme e chiusi per un attimo gli occhi. Dopo quella sera sarebbe tornato tutto alla normalità, Hoseok non sarebbe stato più in pericolo e io avrei continuato a fare la mia noiosa vita e ad avere a che fare con un vecchietto bavoso.

Mi sedetti di peso sulla panchina e tirai un grosso respiro. L'aria pulita di quella bellissima giornata entrò nei miei polmoni e fu un enorme toccasana per me. L'unico vantaggio di lavorare in quel bar era l'essere vicino al centro della città, alla mia sede universitaria e, soprattutto, praticamente attaccata al parco più grande di Seul. Era un parco verde, con diverse fontanelle piene di pesci, diversi attrezzi ad ogni parte per potersi allenare. Le persone usavano quel parco per correre, stare all'aria aperta o per rilassarsi come nel mio caso.

«Finalmente ti ho trovata!»

Una voce allegra e contenta mi distrasse dalla mia pace momentanea. Voltai lo sguardo verso la mia destra alla fine del sentiero di sassi dove alcune persone stavano correndo e sorrisi nel vedere la chioma folta e decolorata di Hoseok. Il biondo camminava con le mani nelle tasche, un sorriso da orecchio a orecchio, una semplice giacca di jeans sopra le spalle e una t-shirt bianca, larga sul suo petto magro. Era stranamente felice quel ragazzo.

«Allora? A che ora finisci stasera?»

Il ragazzo si buttò a sedere di fianco a me ed io per poco non caddi dalla panchina. Le maniere di Hoseok lasciavano a desiderare molte volte. Guardai male il biondo prima di scuotere la testa e sorridere. Non potevo essere arrabbiata con quell'idiota nemmeno se avessi davvero voluto provarci. Quel biondino era come un fratello per me e questo, Taehyung e quel suo amico inquietante mangiatore di patatine, non avrebbero mai dovuto scoprirlo.

«Alle nove spero- Sungho si diverte ad aggiungermi compiti all'ultimo minuto»

Sospirai nel posare la tempia sulla spalla del ragazzo. Chiusi gli occhi potendo finalmente rilassarmi un attimo. Sebbene la mia pausa pranzo durasse un'ora, quel tempo non era mai abbastanza. Avevo così tanto sonno, ero così tanto stanca.

𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora