𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙
Saltellai sul posto per riuscire a mettermi i jeans stretti. Odiavo dover fare tutte quelle acrobazie solo per mettermi dei pantaloni, ma quelli erano i miei skinny preferiti. Un maglioncino aderente bianco mi avrebbe tenuto caldo per tutta la sera, sebbene non ne avessi di sicuro bisogno. L'appartamento di Taehyung era sempre ben riscaldato, con il pavimento che emanava calore.Era quasi mezzanotte, i miei genitori dormivano ed erano d'accordo sul fatto che io sarei andata a casa del ragazzo ricco con una bella macchina. Non mi piaceva questo loro comportamento perché, se si fosse trattato di qualsiasi altra persona, loro non mi avrebbero mai nemmeno lasciata sola, ma siccome si stava parlando di un bel e benestante ragazzo, allora tutto mi veniva perdonato.
Hoseok se ne era andato da ore ormai, aveva mangiato qualcosa assieme a me perché io non sarei mai riuscita a restare fino a mezzanotte senza mettere qualcosa sotto i denti. Alla fine, dopo molti discorsi e molte riflessioni, il biondo aveva capito che io fossi totalmente in me e che io, Bak Hera, volevo davvero conoscere Kim Taehyung e non lo stavo facendo per chissà quale motivo. Hoseok aveva accettato questa mia specie di relazione, ma mi aveva detto che avrebbe prima dovuto vedere come Taehyung si comportava con me. Era incuriosito da ciò che gli avevo raccontato e, allo stesso tempo, non credeva possibile che fosse la realtà. Si sarebbe sorpreso quando avrebbe scoperto che era così.
Strinsi la busta di carta un po' sporca d'olio e la portai davanti il petto. Non sapevo se Taehyung amasse davvero le mie focacce o mi prendesse solamente in giro, ma prima o poi lo avrei scoperto. Nell'altra mia mano tenevo la camicia di Taehyung che mi aveva prestato quella stessa mattina e che avevo pulito e stirato.
Canticchiai a bassa voce guardandomi intorno. Mi avvicinai allo specchio del corridoio e sistemai i capelli castani davanti il petto, il maglioncino pieno di pieghe. Poi, il mio sguardo cadde in basso. Avevo lasciato lì il biglietto da visita che Jungkook mi aveva dato quella stessa mattina. Il Fire. Non avevo avuto tempo per pensarci, ma non sembrava una così brutta idea. L'unico difetto era che avrei dovuto lavorare di notte, ma d'altra parte sarebbe stato anche un lato positivo. Dovevo pensarci più seriamente.
La mia testa scattò avanti quando dei fanali si fecero largo nel buio della notte. Uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle e stetti attenta a non fare rumore per non svegliare i miei. Con un sorriso stampato in faccia saltellai allegramente verso l'auto scura, nera che non riuscii a vedere bene al buio. Sembrò diversa da come ero abituata, ma non mi feci troppi problemi. Spalancai la portiera anteriore e stetti per parlare, ma appena vidi uno sconosciuto alla guida dell'auto il mio sorriso si spense. Cosa? Dov'era Taehyung? Avevo sbagliato macchina?
«Lei è la signorina Hera?»
«Uhm, sì, sono io- lei chi sarebbe?»
«Il signor Kim ha avuto un imprevisto e non potrà essere a casa presto- salga in macchina, la porterò nell'appartamento del signor Kim dove lei potrà aspettarlo»
Oh. Ci rimasi male nel sentire quelle parole e non mi preoccupai nemmeno di nasconderlo. Non era un problema che Taehyung avesse avuto delle complicazioni, ma almeno avrebbe potuto mandarmi un messaggio o qualcosa del genere.
Sorrisi all'uomo e salii in macchina. Posai la camicia sopra le cosce e chiusi la portiera. Presi un grosso respiro e rimasi in silenzio. Non dovevo farmi troppi problemi. Dovevo solo aspettare Taehyung nel suo appartamento come già avevo fatto ed avremmo passato il resto della notte insieme. Non dovevo preoccuparmi.
Non devo preoccuparmi un cazzo. Da quanto tempo stavo aspettando Taehyung seduta su quel dannato divano? Ore intere, forse un paio. La mattina dopo, alle dieci, mi sarei dovuta presentare al lavoro e questo significava che io, quella notte, avrei dormito sì e no un'ora. Taehyung non mi aveva telefonato, non mi aveva mandato alcun messaggio ed io non sapevo nulla di dove lui fosse finito. Mi ero mangiata forse due pacchetti di biscotti, qualche cioccolatino e la mia dannata focaccia. Ora ero sopra al divano che guardavo la TV, ma non c'era niente che mi interessava. Stranamente, non avevo nemmeno sonno a causa del fastidio che provavo. Ero irritata, innervosita forse, ma non arrabbiata. Sapevo che il lavoro di Taehyung fosse impegnativo, che lui non avesse orari, ma questo non gli faceva bene. Non dormiva bene, non mangiava bene. Ancora non sapevo come lui facesse a reggersi in piedi dato che io, se non mangiavo o dormivo, il giorno dopo nemmeno riuscivo a respirare.
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𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]
FanfictionNessuno di intelligente gioca pulito. [...] Lui era il veleno di Seul. Immaginai fosse soprannominato così perché fosse appunto un veleno. Un veleno senza antidoto. Seul è sempre stata una grande metropoli piena di tutte le cose che mandano Hera i...