𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝗢𝗜. Il Signor Kim.

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𝙎𝙚𝙪𝙡 𝙑𝙚𝙣𝙤𝙢𓆙

Il tempo era grigio, le nuvole nel cielo non facevano intravedere alcuna traccia di sole o di qualsiasi suo raggio

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Il tempo era grigio, le nuvole nel cielo non facevano intravedere alcuna traccia di sole o di qualsiasi suo raggio. Se c'era una cosa che odiavo di più di lavorare, essere sottopagata e sfruttata era proprio lavorare mentre pioveva. Amavo la pioggia, amavo starmene a casa sotto le coperte a bere thè caldo, cioccolata calda, guardarmi un film e sapere che fuori dalla finestra il tempo era come quello di quel giorno. Mi piaceva starmene da sola oppure in compagnia dei miei amici e non mi piaceva lavorare nel modo più assoluto. Capivo il perché i miei genitori avessero deciso di tornare a Seul e capivo anche di dover trovare un lavoro, ma la cameriera non era esattamente la mia vocazione.

«Mi riempia il bicchiere, donna»

Il tintinnio che provenne da in fondo al bancone mi fece assottigliare gli occhi. Ringhiai qualcosa a bassa voce prima di raggiungere quell'idiota. Il suo sorriso splendente, quello sguardo giocoso che rimaneva sul mio. Idiota.

Presi il bicchiere dalle sue mani e mi voltai per iniziare a riempirlo. Idiota.

«Dovresti trattare i tuoi clienti con più gentilezza, sai?»

Hoseok continuava a picchiettare sul bancone appena pulito dalla sottoscritta. Il suo gomito era posato sul legno lucido, il suo culo pigro seduto sullo sgabello che io avevo provveduto a pulire quella mattina stessa. Idiota. Quel ragazzo era fortunato che fosse mio amico, altrimenti gli avrei già sputato nel drink.

«Io tratto i miei clienti con gentilezza, Hoseok- se tu fossi un cliente lo sapresti» gli lanciai un'occhiataccia nel restituirgli il bicchiere pieno fino all'orlo e lo vidi sorridere contento come un bambino. Lui era sempre così: felice, spensierato e senza alcun problema per la testa.

Molte volte mi ero ritrovata a pensare di odiarlo perché lui era esattamente il contrario di come ero io. Io mi facevo mille pensieri per nulla e lo stesso con tutte le preoccupazioni del mondo, ma non lui. Hoseok viveva al momento senza pensare al futuro. L'unica cosa su cui l'avevo visto riflettere per più di qualche secondo era su quale paio di occhiali da vista comprare.

Sospirai e posai il petto sul bancone proprio di fronte al biondo. La mia mano reggeva la testa sulla guancia, l'altro braccio sotto il mio seno e lo sguardo rivolto verso l'entrata. Che giorno era? Sabato? Pomeriggio? Perché diavolo c'era tutta quella gente? Il tempo fuori dalle porte del bar non era dei migliori e questi significava che le persone, non avendo niente da fare, si precipitavano nei centri commerciali o nei bar più vicino solo per fare un giro o per bere un caffè. Maledetti.

Almeno quel giorno Hoseok aveva deciso di venire a trovarmi e di non lasciarmi sola perché, , avrei lavorato per tutto il giorno per poco più di quattrocento mila won.

Sfruttamento, ecco cos'era. Io però avevo bisogno di soldi, più o meno. In realtà avevo bisogno di sentirmi utile prima dell'inizio delle lezioni senza dover sempre chiedere soldi ai miei genitori. Avevo soldi da parte, ma non volevo spendere quelli dato che li avrei usati una volta finita l'università.

𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora