𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙
Non ci credetti nemmeno io, ma non mi dispiacque di certo. Bloccai il cellulare e presi un grosso respiro. Quel giorno avrei dormito, mangiato e mi sarei messa in pari con Supernatural perché era anche il mio giorno libero da lavoro. Mi sentivo come se fossi distesa sopra un letto di nuvole.
«Sembra magnifico-» Taehyung annuì alle mie parole, ma non sembrò interessarsene poi così tanto «Quindi hai il pomeriggio libero?»
«Sì, è da troppo tempo che non sento queste parole»
«Ti va di venire da me?»
[...]
Il maggiore fece quella proposta tutto d'un fiato. Rimasi sorpresa. Non fui sorpresa dalla sua domanda, ma dal modo in cui la disse. Taehyung sembrò imbarazzato, impaurito da una risposta negativa e questo mi fece intenerire. Non lo avevo mai visto così e non pensavo che lui potesse essere il tipo di ragazzo timido ed impacciato. Quella mattinata l'avevo trascorsa con le mani nei capelli a causa del comportamento di Taehyung, un ventiquattrenne che non era mai stato in un centro commerciale, che non sembrava aver mai avuto un rapporto con un essere umano a giudicare da tutti gli sguardi omicidi che aveva regalato alle persone. Dovevo ammettere, però, che fosse buffo, e carino, ed educato, e forse dolce. Testardo, antipatico e presuntuoso, ma carino ed educato. Maledizione a me.
«Vieni tu da me?»
Mi divertii nell'osservare la reazione stupita del ragazzone tutto muscoloso seduto al mio fianco. Mi fece ancora più ridere quando lui tentò di ricomporsi fingendosi un uomo duro e disinteressato.
«Non vorrei disturbare-»
«I miei genitori lavorano fino a tarda notte, quindi non è un problema-»
«Per tarda notte intendi nove di sera?»
Colpii indispettita la spalla del ragazzo e lui, sorprendentemente, si mise a ridacchiare e a scuotere la testa. Lo stesso feci io, ma evitai che Taehyung potesse scoprirlo in un qualche modo. Che fosse simpatico, forse? Magari sarebbe stato anche divertente se solo avesse smesso di prendermi in giro.
«Attenta, tesoro- se tu colpisci me, io colpisco te»
«Giusto, la parità dei sessi»
Roteai gli occhi al cielo, ma fui più divertita che altro.
Per tutto il resto del viaggio continuai ad osservare Taehyung con la coda dell'occhio. Quel ragazzo era bello da togliere il fiato, antipatico da prendere a sberle e sexy da- no, che diavolo. L'unica mia scusa era che avessi il ciclo. Portai i capelli dietro le orecchie e mi sistemai sul sedile. Cosa avrebbe pensato Hoseok se avesse potuto leggermi nella mente? Mi avrebbe urlato addosso? Sì. Ciononostante, io non potevo e non riuscivo a controllare quegli strani pensieri. Solo la sera prima stavo per baciare Taehyung, mi lasciavo toccare da lui come se io fossi sua, mi lasciavo guardare e guidare in qualsiasi modo. Io non avevo paura di Kim Taehyung, del Veleno di Seoul. E non sapevo se sentirmi stupida o no.
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𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]
FanfictionNessuno di intelligente gioca pulito. [...] Lui era il veleno di Seul. Immaginai fosse soprannominato così perché fosse appunto un veleno. Un veleno senza antidoto. Seul è sempre stata una grande metropoli piena di tutte le cose che mandano Hera i...