𝗦𝗲𝘂𝗹 𝗩𝗲𝗻𝗼𝗺𓆙
Lo squillo del mio telefono continuò a suonare a vuoto per l'ennesima volta senza ricevere risposta. Maledizione. Perché ci mettevano così tanto a rispondere? Era venerdì sera, diamine. A così tante persone serviva l'ambulanza? A così tante da occupare la linea per decine di minuti?
Tirai su con il naso passando la mano libera sulle guance, sotto gli occhi, sotto le narici e sulla bocca. Non riuscivo a smettere di piangere, a smettere di tremare un po' per il freddo presente in quel terrazzo e un po' per il terrore puro. Le mie dita ghiacciate tremavano al contatto con la ringhiera gelida, le gambe che parevano fatte di gelatina nel minacciare costantemente di cedere. Sentivo questa cosa dentro che stava congelando qualsiasi cosa io avessi nel petto che fosse cuore, che fosse anima o sangue oppure intere vene o arterie. Il mio torace era scosso di continuo a causa dei singhiozzi, i miei occhi inondati da lacrime che cadevano ancora e ancora, la punta del naso che pizzicava.
Lanciai un'occhiata all'ingresso del terrazzo e pregai con tutta me stessa di non trovare o vedere nessuno. Per fortuna fu così.
L'appartamento di Kim Taehyung era sempre più spaventoso, sempre più buio e deserto. Qualcuno mi aveva lasciato lì dentro sul divano del soggiorno proprio come era successo giorni prima. Mi ero ritrovata da sola a piangere, ad urlare e sbattere contro la porta d'ingresso per poter uscire e raggiungere Hoseok.
Hoseok. Come stava? In che stato si trovava? Come lo avevano ridotto? Lo avevano pestato a sangue, lo avevano insultato, lo avevano preso per il culo e tutto questo senza che lui potesse difendersi, senza che potesse parlare.
Taehyung mi aveva mentito. Taehyung si era preso gioco di me, mi aveva umiliata e subito dopo aveva fatto ricadere la colpa e la responsabilità sul mio amico. Lo odiavo. Odiavo quello stronzo, odiavo me stessa, odiavo persino Hoseok perché dovevo prenderla con più persone altrimenti sarei esplosa.
Quando lo squillo del cellulare terminò, però, dimenticai pure il mio nome.
«Pronto soccorso di Seul, come possiamo-?»
«Hanno picchiato un ragazzo in centro-» mi passai una mano sulla fronte voltandomi e guardando la grande, immensa città notturna che mi si presentò davanti «Lo hanno- ha perso molto sangue, i-io credo che-»
«Si calmi signorina- è con lui? È con questo ragazzo?-»
«No, io- no, cazzo» deglutii rumorosamente e chiusi gli occhi per prendere un grosso respiro. Dovevo mantenere la calma e dare esatte indicazioni in modo che l'ambulanza potesse raggiungere il mio amico. Cazzo. Io non conoscevo Seul, non conoscevo il nome della via, non sapevo nemmeno dare veri indizi su dove Hoseok si trovasse dato che avevo percorso quella strada sotto il buio pesto. «Si chiama Hoseok, è ferito gravemente- si trova in un vicolo stretto- è a dieci minuti a piedi dal centro di Seul, dove ci sono i cassonetti- questo è tutto quello che posso dirle-»
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𝗦𝗘𝗢𝗨𝗟 𝗩𝗘𝗡𝗢𝗠𓆙 [BTS; Kim Taehyung]
ФанфикNessuno di intelligente gioca pulito. [...] Lui era il veleno di Seul. Immaginai fosse soprannominato così perché fosse appunto un veleno. Un veleno senza antidoto. Seul è sempre stata una grande metropoli piena di tutte le cose che mandano Hera i...